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È stato il figlio

È stato il figlio
Settembre 17
17:12 2012

Titolo: È stato il figlio
Autore: Roberto Alajmo
ISBN: 9788804553571
Editore: Mondadori
Prezzo: € 9,50  e-book disponibile NO
Copertina: Alajmoe stato il figlio copertina 1
Descrizione: L’aspetto più interessante di questo romanzo, che ha ispirato il film omonimo di Daniele Ciprì con Toni Servillo presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, è il linguaggio usato da Alajmo. Il linguaggio narrativo, infatti, applica come niente fosse il ragionamento logico, informazioni da cui dedurre e contro dedurre, come nel caso in cui si stessero cercando risposte esistenziali alla propria condizione, alla famiglia Ciraulo della Kalsa di Palermo che invece non fa

altro che rovinare scelleratamente sempre più in basso dai luoghi non troppo ameni in cui già si trova, producendo l’effetto di contrasto satirico che guida il libro: giallo per genere lento per scelta. La scrittura di Alajmo non è una teoria di fuochi d’artificio, ma un lancio di unici bengala ad effetto: quello di cui di sente a lungo il fischio mentre sale in alto lentamente, e poi un unico colpo ben assestato con un rumore che si fa ricordare. Per entrare nelle disgrazie dei Ciraulo l’autore non usa grimaldello, ma straccio da spolvero togliendo pian piano i depositi accumulatisi sui diversi ri-piani della storia. I già poveri Ciraulo perdono la figlia Serenella in una disgraziata sparatoria e dopo averla pianta convengono con il loro legale la richiesta di un risarcimento per vittime di mafia che gli viene concesso. Nell’attesa del risarcimento immaginano come spendere i soldi: si tratta di una fortuna per loro, una somma rilevante, ma non risolutiva ‘vista’ in un ragionamento logico. Alla fine acquisteranno un’auto, oggetto del desiderio, che parcheggiata sotto casa dovrà fornire l’immagine della ricchezza, falsa, cui sono pervenuti (il resto della somma lo avranno già speso rimpinguando le tasche di uno strozzino che ha gentilmente anticipato tranche del rimborso…). Leggendo può capitare a tratti di chiedersi se ci sia stata veramente una cosa che si chiama ‘evoluzione della specie’: la risposta è di segno positivo perché le abiezioni e l’atteggiamento, culturale a loro insaputa, tenuto dai Ciraulo non ha nulla di bestiale e tanto, invece, di umano. Il capofamiglia Nicola, lavoratore socialmente utile e disarmatore di navi in nero, i giovani Masino e Tancredi, gli anziani Rosa e Fonzio, persino la piccola Serenella rispondono tutti alla contingenza e alle sue necessità primarie ragionando, però, come strateghi del disincanto, mossi dalla non-morale di non-luoghi per niente estranei al nostro essere contemporaneo, ai nostri anni. E i delitti non sono finiti…

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