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Ercole Consalvi

Ercole Consalvi
Marzo 18
14:33 2020

nella foto – (Il card. Consalvi in un disegno di August Ingres)

Ercole Giuseppe Benedetto Consalvi figlio di Giuseppe e Claudia Carandini, nacque a Roma l’8 giugno del 1757 e venne battezzato il giorno dopo nella parrocchia di S. Damaso. Il nonno, Gregorio, di cognome faceva Brunacci ed aveva assunto anche il cognome di Consalvi allorché questo signore (di nome Ercole) di distinta famiglia ma non nobile, lasciò la sua eredità al Brunacci con l’obbligo però di aggiungere al suo cognome anche quello di Consalvi e lo stemma di famiglia. E così il nostro futuro cardinale, sarà conosciuto soprattutto con questo cognome.

Ercole ebbe tre fratelli ed una sorella morta a tredici mesi. Nel 1766 con due dei fratelli verrà mandato a studiare ad Urbino nella scuola diretta dai padri Scolopi, ma quando muore uno dei fratelli con l’altro verrà a Roma dove proseguirà gli studi nel Collegio Nazareno sempre dei Padri Scolopi.

Una ‘fortunata combinazione’ – come scrive lui stesso nelle sue ‘memorie’ – fu l’incontro nel 1771 col cardinal Enrico Stuart, duca di York e vescovo di Frascati, che volle i due fratelli nel Seminario tuscolano che veniva ora gestito dalla diocesi e non più dai gesuiti. Il tutore di Consalvi, cardinal Negroni, accettò la proposta e così Ercole proseguì gli studi nel Seminario di Frascati, dove, ancora studente, entrò tra i soci dell’Accademia degli Arcadi e anche in seguito parteciperà alle riunioni della stessa.

Nel seminario tuscolano i due fratelli Ercole ed Andrea, erano stati inseriti come convittori col titolo di ‘marchese’.  Il “Marchese Ercole Consalvi Romano convittore nero entrò alli 3 giugno 1771 partì il sud. [detto] a di 23 7bre[settembre] 1776 avendo terminato il corso di teologia”. Mentre il fratello… “partì il 14  9bre[novembre] 1778”. E’ quanto risulta dall’Archivio storico Diocesano (registro nel ‘Fondo Seminario’), ove è registrato: Alunni Convittori 1770-1833. “Elenco dei Sig.ri Alunni convittori tanto neri che paonazzi coi loro nomi e cognomi, Patria, genitori, anni, giorno del loro ingresso in questo V.le Seminario Vescovile di Frascati e della loro partenza dal medesimo Seminario 1770-1833”. Nel registro, su Ercole si aggiungerà in seguito: “dall’essere uditore di rota fu innalzato alla sacra Porpora a di 11 agosto 1800”. Entrambi nel 1773 erano aggregati alla Congregazione di M. Assunta nella Chiesa del Gesù (chiesa del Seminario). Con i due Consalvi c’era anche il seminarista “Marco Mastrofini da Montecompatri figlio del Sig. Paolo e Dom.ca Moscatelli entrò convittore paonazzo di 30 8bre 1774”; passò ad essere lettore di filosofia”.

Come scrive nelle sue Memorie il Consalvi, nella primavera del 1774, “nel collegio di Frascati io ebbi una malattia mortale che interruppe per qualche mese non senza mio danno i miei studi”, per cui fu fatto ritornare per un po’ a Roma a casa della madre.

Poi nel 1776 uscito dal Seminario di Frascati entrerà nell’Accademia dei Nobili Ecclesiastici di Roma fino al 1782. Invece in seminario proseguì gli studi il fratello Andrea il quale entrerà anch’egli nell’Accademia degli Ecclesiastici. Non è difficile capire che sia stato il card. Enrico Stuart duca di York a favorire questi passaggi. Tuttavia Andrea non diventerà prete a causa soprattutto della salute precaria, ma anche Ercole accederà solo fino all’ordine del diaconato e, pur arrivando ad essere creato cardinale, non diventerà mai sacerdote, nonostante l’invito che gliene farà anche lo stesso papa Pio VI.

Di bell’aspetto, cultore della musica, fu amico del compositore Cimarosa, (ma anche del ‘boia’ mastro Titta) si narra che abbia avuto una certa infatuazione per una nobildonna romana, e forse, anche per questo – scrupoloso com’era – non volle prendere mai i voti.

Diventò segretario della Congregazione di S. Michele a Ripa nel 1787 (il famoso Ospizio romano, oggi passato ai Beni Culturali) lo stesso anno in cui il fratello della madre – Filippo Carandini – venne nominato cardinale (morendo però due anni dopo). Ercole Consalvi entrò nella Segnatura Apostolica, quindi Uditore nella Sacra Rota.

Nel 1797 i francesi entravano in Roma e Consalvi diventa ‘assessore militare’,  ed è  proprio in quel periodo che verrà accusato della morte del generale Duphot. Nel 1798, proclamata la Repubblica romana e la cessazione del Governo pontificio, il papa verrà esiliato prima in Toscana e poi in Francia dove morirà il 29 agosto del 1799, mentre Consalvi veniva imprigionato a Castel Sant’Angelo e successivamente fatto partire per Civitavecchia, quindi mandato in esilio a Napoli, città nella quale, dopo essere stato inizialmente bloccato a Terracina (confine dello Stato pontificio), riuscirà ad arrivare tramite un passaporto ottenutogli dal  generale inglese Acton, amico del  vescovo tuscolano card. Enrico Stuart che già si trovava a Napoli dopo essere fuggito appena in tempo da Frascati.

Consalvi, si recherà poi a Venezia, dove qualche tempo dopo lo raggiungerà la notizia della morte del pontefice. E a Venezia si aprirà il conclave per l’elezione del nuovo papa che si aprirà il 1 dicembre del 1799, dove erano già confluiti i cardinali, tra cui il vescovo tuscolano proveniente da Trieste. Consalvi sarà segretario del Conclave dal quale verrà eletto papa Barnaba Chiaramonti, col nome di Pio VII, il quale subito nominerà Consalvi pro-segretario di Stato. Rientrati i cardinali in Roma, ormai riconquistata alla S. Sede dalle truppe napoletane e austro-russe, Consalvi viene eletto cardinale diacono col titolo di   S. Agata dei Goti. Come Segretario di Stato e poi Soprintendente dello Sato Pontificio: tra le tante sue decisioni ci fu quella di aver liberalizzato il commercio, ma l’opera per cui diventò giustamente famoso, fu il concordato con Napoleone nel 1801, preparato con grande arte diplomatica, superando tranelli e macchinazioni diplomatiche tesegli da Tayllerand, e compagni durante le trattative con Napoleone,

Ma quando nel 1804 il papa Pio VII si recherà a Parigi per l’incoronazione di Napoleone, Consalvi resterà caparbiamente a Roma per non incontrare di nuovo il Corso.

Nel 1808 i Francesi entravano nuovamente in Roma, e Consalvi, invitato a Parigi nel 1810 si scontrerà nuovamente con Napoleone che gli toglierà anche le insegne cardinalizie. Resterà a Parigi con Pio VII, entrambi ‘prigionieri’ di Napoleone, fino al 1813, quando il papa sarà obbligato dall’imperatore francese a firmare un nuovo concordato non certo come il precedente.

Consalvi avrà un ruolo importantissimo al Congresso di Vienna del 1815, infatti, “ebbe ad adoprerarsi instancabilmente per elaborare una strategia diplomatica di pacificazione” tra le varie nazioni europee (come ebbe a dire il cardinale titolare di Frascati Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano nell’intervento che su Consalvi tenne in Campidoglio l’8 giugno del 2007).

Sotto Consalvi, nel 1816 fu abolito l’uso del latino nei tribunali pontifici. Nell’agosto del 1823 muore il papa Pio VII e qualche mese dopo, il 24 gennaio del 1824, lo seguirà anche Consalvi che solo qualche giorno prima era stato nominato Prefetto di Propaganda Fide. Consalvi viene sepolto nella Chiesa di S. Marcello al Corso.

E’ noto un celebre aneddoto di cui non sempre però se ne cita l’autore. A Napoleone che gli chiedeva cosa sarebbe successo se avesse distrutto la Chiesa, il Consalvi rispose: “fareste una fatica inutile. Non ci siamo riusciti noi preti, noi cristiani, con le nostre debolezze a distruggere la Chiesa e vorreste riuscirci voi”?

Frascati ha dedicato a Consalvi – che fu anche Commendatario dell’Abazia di Grottaferrata – la via che dal Parco dell’Ombrellino conduce alla villa Mondragone (in quanto su questa strada dal 1958 – al 1972 – vi era ubicato il nuovo seminario tuscolano, ora sede della succursale dell’Istituto scolastico ‘M. B

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