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Europa: le ombre del passato.

Europa: le ombre del passato.
Settembre 11
21:19 2018

La storia non piace a molti, ci insegna un passato che crediamo ormai chiuso. Purtroppo non sembra essere così, le ormai infinite frasi fatte sembrano essere realtà: corsi e ricorsi storici; la storia? Un ripetersi di eventi; a volte, tornano; era meglio quando si stava peggio.

Ritengo che certe idee si evolvono nel tempo, si modellano agli eventi ed alle necessità sociali, si modificano nei dialoghi sociali. Non credo in un cambiamento radicale da bianco/nero e viceversa, se questo succede ritengo che vi sia un motivo legato ad interessi e non a condizioni ideologiche. Le radici che ci legano alla famiglia, al luogo di nascita, all’ideologia di una società dove vogliamo vivere, sono impresse nella nostra persona un’appendice del nostro essere.

Chi e cosa ci induce a rinunciare alla nostra idea di società? Un’ideale che ci accompagna nella crescita, dall’adolescenza alla maturità. C’è una frase che ogni tanto mi dice mio figlio: se nasci quadrato non puoi diventare rotondo. Anche a forza di mazzettate qualche spigolo resta sempre.

Cento anni fa finiva la prima guerra mondiale (è bene non dimenticare che l’Uomo è in guerra sin dalle sue origini) lasciando dietro se morte, fame e distruzione come non mai. Proprio negli anni successivi iniziarono a svilupparsi, in Europa, i primi istinti nazional-popolari che sfociarono, in Italia e Germania nel fascismo e nazismo. Tutto parti da un pugno di individui che basavano la loro politica sulle disgrazie provocate dalla prima guerra mondiale. Era gioco facile fare presa sulla popolazione, proponendo un futuro fulgido, di dominio e di risorgimento nazionale. In Italia il culto della forza e della persona drogarono il popolo, sino all’entusiasmo dell’impero nel continente africano. Nella Germania il popolo era invaso dal culto della razza, e della supremazia sulle altre nazioni.

Nell’arco di un ventennio si arrivò al più grande disastro che la storia ad oggi documenta: la seconda guerra mondiale. Il nazional-populismo ha generato il più grande disastro della storia dell’uomo.

Sono trascorsi decina di anni, con obiettivi ed ideali proiettati ad una convivenza, nel continente, senza barriere ed interessi sovranazionali. Ad oggi restano ideali, unica unione si riscontra in interessi economici ed apertura delle frontiere, attualmente messe anche in discussione. Il problema dei migranti africani, sottomessi dalle nazioni europee negli anni del colonialismo, si sta riversando sull’Europa con uno sconcertante disinteresse delle stesse nazioni colonialiste. La tragicità di questi flussi, la crisi economica, la crisi del lavoro, hanno generato una situazione di regresso paragonabile (con i dovuti parametri) al caos post-bellico.

Questa situazione ha procurato terreno fertile ai movimenti nazional-popolari sparsi in Europa, che, seppur con nomi e sigle diverse, sono l’evoluzione delle ideologie fasciste e naziste. Che dalla difesa della razza si passi alla “difesa dei confini” o “prima di tutto gli Italiani” non vi è differenza sostanziale. Il riemergere di questi razzismi in Europa e principalmente in Italia, Germania e Austria, sono il frutto di un passato mai sopito. Gli stessi istinti nazional-popolari si sviluppano nelle nazioni dell’est Europa, che dopo aver sparso milioni di cittadini in Europa ed aver drogato il mercato del lavoro con costi irrisori più vicini alla Cina che all’occidente, rifiutano una collaborazione per la risoluzione dei migranti in Europa.

A questo punto sento un istinto razzista e mi domando: cosa ci stanno a fare i paesi dell’est in Europa? Prendono soldi e libera circolazione, rigettando qualsiasi azione europea destinata alla solidarietà sociale.

Le forze politiche nazional-popolari stanno rigettando in Europa ideologie del passato con chiusure a riccio, non riconoscendo i danni provocati dal colonialismo in Africa ed Asia.

Se riteniamo la soluzione delle migrazioni con un “aiutiamoli a casa loro” come sinonimo di “sviluppiamo un nuovo colonialismo economico”, le migrazioni non avranno termine. È molto probabile che ci troviamo difronte solo all’inizio di una migrazione epocale dei popoli africani e asiatici.

 

Gelsino Martini

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