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Frammenti Fwd_Reverse 2013

Ottobre 26
17:07 2013

Sabato 7 settembre si è svolto Bookwhisper: letture a cappello; hanno poi suonato i Suntiago ed i Minimo Sindacale; la serata si è conclusa con gli Areadella Sabina 765 (dai Ratti) in concerto e poi Alice Clarini in concerto. L’ultimo giorno del festival domenica 8 settembre ci sono sempre state le letture a cappello ed infine hanno suonato Variable Timeline (Frammenti Musica live 2013) ed il magico Vinicio Capossela & La Banda Della Posta; Belli-Pietropaoli hanno concluso la serata ‘suonando’ Brassens in italiano. La tematica scelta dalla tredicesima edizione Frammenti dall’associazione culturale Semintesta quest’anno è stata “Reverse” «…come il rovesciamento dello sguardo, come cambiamento di prospettiva, come rivoluzione mentale. ‘Reverse’ significa ‘guardare’ con una nuova prospettiva, significa compiere uno sforzo di immaginazione, di proiezione in avanti. E lo sguardo in avanti è divenuto con il termine Forward-Fwd un’appendice di tutto il percorso progettuale di Frammenti. E come un disco musicale, Frammenti ha premuto il tasto in avanti. Adesso è venuto il momento di girare il disco, di ascoltare l’altro lato del vinile, provare ad ascoltare il b-side e aprirsi a una nuova fruizione, a un nuovo ascolto, a una nuova onda.» È questo il significato con cui viene usato ed inteso il termine “Reverse” in questa manifestazione e ben sappiamo quante possibilità di discussione offre questo tema e soprattutto quanti sono gli spunti di riferimento nell’attualità! Ma prima di tutto ci rendiamo conto della discussione interna che c’è nell’associazione culturale Semintesta e di come il tema scelto sia qualcosa che abbia sopra ogni cosa coinvolto i componenti stessi del gruppo culturale definendo il termine forward-fwd come “un’appendice di tutto il percorso progettuale di Frammenti”. Ci accorgiamo allora che per dar luogo ad un evento come Frammenti occorre dialogare con quel che più è a contatto con essa: le persone, i luoghi circostanti e la vita in cui essa è immersa e che le da linfa; ci accorgiamo che il ripiegamento dell’associazione culturale su se stessa è finalizzato poi all’apertura verso l’altro e che la progettualità che la fa guardare avanti non è altro che questo generarsi della vita all’interno del ventre culturale in cui vive l’associazione ad una velocità così rapida, come la vita si genera per nascere, che ci sorprende ogni volta vedere il risultato del loro parto: la manifestazione Frammenti sembra proprio avere testa, gambe, braccia, piedi ed un cuore enormi usciti fuori dopo aver premuto il tasto for-ward. Ma questo termine ha anche un altro significato in inglese che corrisponde alla parola “sfrontato” e a mio avviso non si può non essere anche un po’ sfrontati per farsi strada e rovesciare il proprio sguardo sul mondo nello sguardo di chi ci sta ad ascoltare, per sovvertire le regole imposte che non ci piacciono come il movimento Occupy ha tentato e tenta di fare: riprendendosi squarci di paesaggio che sono in pericolo di venir deturpati, come in Turchia, o riprendendosi intere piazze in cui il popolo discuteva, e soprattutto decideva, nell’antica Grecia. Il movimento Occupy è stato davvero un movimento che voleva e vuole ancora rovesciare la scatola-mondo e rimetterne insieme i pezzi a partire dai propri quartieri, dal piccolo. Un movimento trasversale in tutto il mondo che, se inizialmente partiva dalla discussione di poter realizzare un orto a piazza S. Croce in Gerusalemme a Roma e fare laboratori con i bambini, in un secondo luogo partecipava a discussioni internazionali sulla povertà sociale cercando di coinvolgere direttamente la gente comune che passava per le piazze e parlando con i movimenti stranieri della Grecia, del Belgio, dell’America e della Spagna. Ma non è stato e non è l’unico movimento, sono miliardi gli sguardi che come formiche cercano di fabbricare il proprio luogo ideale, questo mondo che già abbiamo da difendere e amare, contro ogni guerra ed ingiustizia. Detto così sembra quasi banale ma gli sguardi e le azioni di miliardi di persone che occupano la TAV o che attuano altre azioni simili, che vivono costantemente in uno stato di precarietà, questi non sono affatto banali. Allora proviamo anche noi come hanno fatto a Frammenti a premere il tasto for-ward a non intimorirci in questa scoperta continua del mondo e del sé e proviamo a vivere Frammenti trecentosessantacinque giorni all’anno perché di festival come questi e di luoghi culturali, come ha detto Francesca Mancini al commento di chiusura, ce n’è bisogno! Buon reversamento o meglio rovesciamento di prospettiva quotidiano!

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