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Fumare cannabis non fa per niente bene!

Settembre 13
08:22 2012

Presso la Duke University è stata eseguita una ricerca, pubblicata da poco sulla rivista «Procedings of the National Academy of Sciences», il cui scopo è stato quello di dimostrare quanto il ricorso alla cannabis da parte dei giovani possa essere nel tempo pericoloso.

L’analisi in particolare si è rivolta ai ragazzi che fumano cannabis prima dei 18 anni e che continuano a farlo, quasi fosse una buona abitudine, all’interno delle loro giornate ‘tipo’, ignari del rischio di vedersi col tempo ridurre significativamente e in maniera irreversibile il loro quoziente d’intelligenza. Per più di 20 anni i ricercatori hanno ‘monitorato’ le vite di un gruppo di persone nate tra il 1972 e il 1973 e provenienti da Dunedin in Nuova Zelanda da quando erano bambini fino all’età di 38 anni. Quindi da prima che iniziassero a far uso della cannabis a quando ne avevano già acquisito una certa dipendenza. Circa il 5 per cento del gruppo osservato è stato considerato dipendente dalla marijuana o, comunque, vi ricorreva più di una volta la settimana prima dei 18 anni. Su un campione di circa mille soggetti, coloro che si avvicinano alla cannabis nel periodo adolescenziale e la consumano per anni hanno mostrato una riduzione di otto punti nel quoziente intellettivo. Ma la nota degna di maggior rilievo, in questo caso, è quella che ci informa di come tutti quei soggetti (oggetto della ricerca) che hanno fatto uso di cannabis con costanza, messi di fronte ad una serie di test psicologici per valutarne la capacità di memorizzare nuove informazioni o di ricordarne tra le tante immagazzinate in passato, per conoscere l’effettiva capacità e velocità di apprendimento, abbiano ottenuto dei punteggi piuttosto scarsi sulla maggior parte dei test. «I danni neurologici riscontrati nei fumatori precoci – spiega la promotrice della ricerca, Madeline Meier – potrebbero dipendere dall’età in cui la cannabis è stata consumata, quando ancora il cervello e la sua struttura non sono ancora definiti, ma in via di sviluppo e quindi più plasmabili, suscettibili agli effetti collaterali di sostanze stupefacenti come di tutte le sostanze psicoattive, farmaci compresi». Il cervello umano, insomma, nella fase adolescenziale è molto vulnerabile e questo può essere un bene, se pensiamo a quanto possa essere facile per ognuno di noi assimilare e custodire per anni, per l’intera vita, tutto quello che si studia o che si apprende involontariamente per esperienza. Ma può essere anche un male, quando, per incoscienza o per imitazione, si fuma e, in questo caso specifico, non si fuma una semplice sigaretta che già di per sé annovera una fitta schiera di oppositori tra medici e non solo, senza chiedersi almeno una volta: «Ma sarà giusto ricorrere alla cannabis, pur sapendo che rientra nelle sostanze proibite! Un motivo, più motivi validi ci saranno perché venga tanto vietata!» E molto altro ancora ci sarebbe da chiedersi. Ma quando ci si interroga tanto, in genere poi, certe cose non si fanno. È quando non ci si interroga che una semplice occasione può trasformarsi pericolosamente in un vizio.

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