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Gli arredi sacri dell’Abbazia di Grottaferrata – 4 – I reliquiari

Gli arredi sacri dell’Abbazia di Grottaferrata – 4 – I reliquiari
Giugno 11
02:00 2007

Accanto ai numerosi oggetti sacri conservati all’interno dell’Abbazia di Grottaferrata è custodito un numero abbastanza cospicuo di reliquari. Per la maggior parte Giunti al Monastero nello svolgersi del primo decennio del XX secolo, codesti oggetti devono il loro arrivo a Grottaferrata all’abate Arsenio Pellegrini. Costui, occupatosi dei lavori di risistemazione e ristrutturazione della chiesa, trovò consono inserirvi diversi reliquiari che ne arricchissero l’interno. A tal proposito ai già esistenti ne vennero aggiunti dei nuovi.
Buona parte dei reliquiari risale al XVIII-XIX secolo ed è frutto del lavoro di abili maestri orafi romani. Una lastra d’argento lavorata a sbalzo ed inchiodata al corpo ligneo è stata usata per la loro realizzazione. Il maggior numero di reliquiari dell’Abbazia possiede una forma ad ostensorio e al di sotto di ognuno è posto un piccolo cartiglio sul quale è scritto il nome del santo a cui la reliquia fa riferimento.
Naturalmente il Monastero non può non ospitare il reliquiario di San Nilo.
Il reliquiario mistilineo, arrivato all’Abbazia nel 1906 grazie alla donazione effettuata da Sir Thomas N. Dick Lauder che lo custodiva nella sua villa fiorentina, dovrebbe risalire, secondo il suo stesso donatore, al XIV secolo. La sua forma non è sicuramente quella di un ostensorio, né quella di una teca, ma piuttosto sembrerebbe una perfetta combinazione delle due. Un fusto liscio con nodo centrale a sfera si erige da una base a stella. Sulla sfera appiattita dello stelo è adagiata una teca a base quadrangolare e con coperchio di forma piramidale sul quale si innalza una croce latina. Uno sportello posto sul lato frontale della teca mostra la reliquia ossea. I monaci, nel XX secolo, per preservarla e conservarla fecero costruire una custodia lignea a tabernacolo coronata da un monogramma racchiuso in un clipeo. Decorata con colori policromi, oro e pietre vitree la custodia protegge la reliquia e allo stesso tempo consente una visione d’insieme sia della reliquia sia del reliquiario.
Di straordinaria bellezza è il reliquiario completamente realizzato in argento e detto “della Vergine” poiché in esso è conservato un lembo del velo della Madonna. Il reliquiario si sviluppa da due figure zoomorfe, distese su un basamento a gradini, che sostengono l’intero manufatto di forma rettangolare. Sulle stesse figure si innalza la lamina d’argento decorata con ghirlande sulle quali è posta l’immagine di un candelabro affiancato da due angeli lavorati a sbalzo. È da questo punto che si sviluppano girali fitomorfi che si elevano e si intrecciano fino alla teca del reliquiario. Quest’ultima ha forma architettonica a tempietto da cui escono raggi di luce che avvinghiano putti alati. L’apice del reliquiario è rappresentato da un medaglione sul quale appare il monogramma mariano, entrambi decorati con raggi di luce .
L’ultimo reliquiario che non si può non menzionare è quello di San Basilio. Giunto al Monastero dal Collegio Romano, il reliquiario ha una forma inusuale. La reliquia del Santo è contenuto all’interno di una teca cilindrica che ripropone la forma dello stemma di San Basilio: una colonna infiammata che emerge dalle nubi e sorretta da due angeli che poggiano su un basamento che ripropone uno stile tipicamente barocco.

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