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Greenpeace in Turchia all'arrivo di putin: nucleare matrioska di scorie

Agosto 07
12:13 2009

“Se ci sarà l’accordo, come per le Matrioske russe, non ci saranno sorprese- ha dichiarato Korol Diker, responsabile della campagna energia di Greenpeace Mediterraneo. – Dalla visita di Putin arriverà un accordo costoso, pericoloso e pieno di scorie radioattive, che provocherà la dipendenza della Turchia dall’energia nucleare. La lobby nucleare continua a sostenere che questo tipo di energia è ‘pulita e sicura’. Mentre è già stata ampiamente testata, a Chernobyl!”

Durante la visita del Primo Ministro russo saranno negoziati anche il rinnovo dell’accordo sul gas, le vendite di gas russo a paesi terzi, l’oleodotto Baku-Ceyhan e il gasdotto South Stream (motivo della presenza ‘a sorpresa’ di Berlusconi). Le parti utilizzeranno la gara d’appalto per l’impianto nucleare come uno strumento diplomatico ed è ovvio che a perdere saranno i cittadini turchi e l’ambiente.

“La sicurezza non è l’unico problema dell’energia nucleare- spiega Andrea Lepore, campagna Clima di Greenpeace. – Il nucleare comporta anche alti costi di costruzione, come dimostrato dalla recente gara d’appalto in Ontario, Canada, con cifre quasi quattro volte quelle ufficiali. E poi rimangono problemi irrisolti nella gestione delle scorie radioattive, alti costi di dismissione e rischi di proliferazione nucleare. Queste risorse vanno invece spese per una Rivoluzione Energetica basata su efficienza e fonti rinnovabili”.

Ne è un altro esempio eclatante la Finlandia, dove la centrale nucleare di Olkiluoto 3, che è in corso di costruzione da parte della società francese Areva, è in ritardo nei tempi di costruzione di 38 mesi e le parti sono arrivate a un’azione legale internazionale per determinare chi deve pagare i 3,2 miliardi di dollari di costi aggiuntivi.

Per l’energia nucleare saranno spesi tra i 50 e i 60 miliardi di dollari dei cittadini turchi, utili a garantire solo il 4% del fabbisogno energetico nazionale, mentre il popolo turco dovrà avere a che fare con gli infiniti problemi causati dal nucleare per i secoli a venire. Il rapporto di Greenpeace Energy [R]evolution mostra come i paesi in via di sviluppo siano in grado di essere autosufficienti producendo energia pulita e meno costosa da fonti rinnovabili creando anche migliori e maggiori posti di lavoro.

“Per evitare effetti disastrosi sui cambiamenti climatici e per rilanciare l’economia e l’occupazione, dobbiamo investire in soluzioni reali, come le rinnovabili e l’efficienza e non in false speranze, come l’energia nucleare: in Turchia come in Italia” conclude Lepore.

 

Ufficio Stampa
Greenpeace Castelli Romani
Lionello Ceniccola

 

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