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I giorni dei giovani leoni di Gino Pitaro sono raccontati attraverso gli occhi di Mario, il protagonista di questo romanzo pubblicato dall’Editore Sacco. Sono le storie di giovani che fanno i conti con la precarietà, l’incertezza della vita, il passato e il futuro. Mario è uno studente fuori sede. Studia architettura a Bologna ma è calabrese. Lavora in un call center per potersi mantenere e, fra tanti giorni e situazioni omologanti, si chiede se questa sua condizione di passaggio – di giovane, precario, ricco di possibilità ma povero di certezze – non stia già determinando il suo percorso esistenziale.

Il racconto, che si presta ad una lettura molto fluida e scorrevole, è anche un ritratto sociologico della gioventù odierna che deve confrontarsi con la crisi economica, la mancanza di valori e quelle difficoltà nuove e sconosciute alle generazione precedente. Tuttavia, il rapporto con la famiglia, le radici meridionali, le storie dell’emigrazione dei suoi avi avranno un ruolo fondamentale nella vita di Mario, perché diventeranno lo specchio nel quale si rifletterà quel suo sentirsi vittima della provvisorietà: uno straniero nella sua terra, un intellettuale sensibile che è costretto a svolgere un lavoro meccanico, “robotico”, per necessità. Sullo sfondo del romanzo ci sono anche i drammi della droga e delle corse clandestine. Ma nell’epilogo c’è la forza di credere in sé stessi e in ciò che si è, come strumento per riscattarsi dal destino e dalle sue contingenze.