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I Santi Sebastiano e Rocco tra Storia, Fede e Folclore – 1

I Santi Sebastiano e Rocco tra Storia, Fede e Folclore – 1
Giugno 30
23:00 2006

Nel 350° della ricorrenza.
L’occasione della recente pubblicazione – curata da Gianpaolo Senzacqua ed edita dall’Associazione Tuscolana Amici di Frascati – celebrativa del 350° dello ‘scoprimento’ degli affreschi dei SS. Sebastiano e Rocco avvenuto nel giugno del 1656, offre lo spunto per esporre una ricerca sulle principali manifestazioni di fede ma anche di coralità e ‘folclore’, che si susseguirono nelle periodiche ricorrenze di questo avvenimento che coinvolgevano clero, autorità e popolo tuscolano. Sul fatto in questione e sull’epoca in cui si sviluppò una nuova espressione di fede popolare, tramandatasi nei secoli, rimando al volume del Senzacqua1, per questo non mi soffermerò sulla vicenda inusuale dello scoprimento su una parete interna di S. Maria in Vivario, dell’affresco che raffigurava i due Santi e del quale pare nessuno allora ne conoscesse l’esistenza, finché non si svelò di fronte ad una donna che pregava in solitudine nella chiesa e per cui, in quella sera del 1656, si gridò al miracolo, anche perchè con l’invocazione successiva a S. Rocco e S. Sebastiano, si placò anche la peste che già aveva mietuto diverse vittime nei dintorni, ma non a Frascati. Quattro anni dopo – il 20 giugno del 1660 – per trasmetterne il culto e organizzare le periodiche celebrazioni, si costituì anche una congregazione di fedeli detta ‘Pia Unione dei XXIV Cittadini’, che avrà il compito e la responsabilità di curare la cappella in cui erano le effigi dei due santi che in seguito verranno affiancati, come ‘comprotettori’ della città e diocesi di Frascati, ai due principali, Filippo e Giacomo (ai quali tuttavia nell’immaginario collettivo, si dovrà obiettivamente constatare, si darà meno considerazione).
Il ‘600 fu per la città di Frascati ricco di eventi: l’espansione demografica aveva fatto si che nuove abitazioni sorgessero contemporaneamente al monastero di S. Flavia Domitilla, alla chiesa del Gesù e al seminario inizialmente affidato ai gesuiti, mentre nuova linfa al commercio creava l’istituzione del mercato settimanale concesso da Paolo V sotto il cui pontificato, e in particolare durante gli episcopati dei cardinali vescovi tuscolani, Pierbenedetti e Pallotta, ma in conseguenza di tutto ciò alla Chiesa di S. Maria in Vivario vengono tolte le prerogative di cattedrale e passate alla nuova Chiesa di S. Pietro, iniziata a costruire già sul finire del ‘500, e, con l’inizio del Seicento, in graduale attività, proprio perché l’antica cattedrale non era più capiente per l’accresciuta moltitudine dei fedeli. Tra l’altro la chiesa del Vivario perde dal 1610 anche la prerogativa di parrocchia. È il tempo in cui si ricorda anche la venuta di S. Giuseppe Calasanzio a Frascati e l’istituzione (1616) delle Scuole popolari per i ragazzi, le Scuole Pie, ma anche un periodo di ricorrenti pestilenze tanto da far istituire un servizio di guardia alle porte della città come quello dal 1629 al 1633 per impedire che gli appestati vi entrassero. L’economia cittadina è incentrata sul lavoro di alcune grandi categorie: gli agricoltori ovviamente, gli artigiani, i ‘trasportatori’ (di legna, articoli vari, derrate alimentari, e’ persone). Sono le stesse ‘categorie’ che danno vita ai vari raggruppamenti, nel gergo di allora: ‘università’: i boattieri (agricoltori, contadini che possedevano almeno un bue), i ‘cavallari e somarari’, i fabbri e falegnami, i vignaroli. Ciascuna di queste ‘università’ avrà naturalmente il suo buon santo protettore: S. Giuseppe per i falegnami, S. Isidoro per i vignaroli, S. Antonio abate per i ‘cavallari e somarari’, cui si aggiungerà anche S. Omobono per i sarti. Ovviamente la vita sociale è strettamente legata alla religiosità e alle cadenze liturgiche, alimentata soprattutto dalle confraternite allora esistenti, che ‘curavano’ gli altari in S. Maria in Vivario dedicati ai santi cui facevano riferimento, ma ormai quasi tutte, all’epoca del ‘discoprimento’ delle immagini di S. Rocco e S. Sebastiano, in trasferimento nella nuova Cattedrale di S. Pietro.
Le principali confraternite erano allora quelle di Maria SS. del Gonfalone (fondata nel 1502), quella del SS. Rosario (1586), la Confraternita del Ss.Nome di Gesù della nazione milanese2 e se ne ricorda vagamente, nel 1605, una del ‘SS. Corpo di Maria’ di cui non si hanno però ulteriori notizie. Vi è ancora la confraternita di S. Gregorio protettore dei muratori (in aumento visti i tempi di grandi e nuove costruzioni non solo delle ville nobiliari), e da poco è sorta anche l’Arciconfraternita della Gran Madre delle Scuole Pie (1620-1625).3
La Controriforma, dopo il Concilio, comincia lentamente a mettere in atto le scelte tridentine che attecchiranno con grande successo nei secoli soprattutto con l’esaltazione della centralità delle parrocchie e con alcune forme liturgiche e devozionali che anche oggi sono talmente radicate che – nonostante il Concilio Vaticano II – fanno ancora resistenza verso un adeguamento più consono alla evangelizzazione dei tempi odierni.
Il secolo XVII vede avvicendarsi, dopo Paolo V (1605-1621), altri 9 papi, l’ultimo dei quali è Innocenzo XII (1691-1700); in quanto ai vescovi che si succederanno sulla cattedra tuscolana, il Seicento ne annovera ben 29!
Il ‘miracolo’ dello ‘scoprimento’ delle effigi dei Santi Sebastiano e Rocco avviene sotto il pontificato di Alessandro VII (Fabio Chigi) eletto nel 1655 e durante l’episcopato di fresca nomina di Antonio Barberini (1655-1661) che tuttavia non doveva aver fatto ancora il suo ingresso in diocesi se la cronaca del tempo ricorda che il ‘miracolo’ avvenne alla presenza del ‘vescovo di Coron, mons. Bottoni vescovo suffraganeo [ausiliare] del cardinal Sacchetti’ che resse l’episcopato tuscolano dal 1652 al 1655 e al quale si deve il decreto per l’apertura del Seminario che però verrà ‘aperto’ solo una decina d’anni dopo, nel 1667 dal cardinal Pallotta.4
È ipotizzabile che il cardinal Barberini, come altri cardinali titolari di Frascati, non avessero possibilità o voglia di risiedere in diocesi, tanto più il Barberini che poi diventerà vescovo di Reims. E proprio in quel periodo Barberini doveva trovarsi in Francia (forse anche a motivo di evitare il contagio). Lo si potrebbe dedurre da una testimonianza del cappuccino padre Domenico da Frascati che, nel 1656, descrivendo i reperti archeologici trovati nel Convento di S. Francesco, scriveva: ‘Io, come curioso di antichità, nel detto anno 1656, prima del contagio [il corsivo è nostro], con un altro confratello cavammo vicino alle nicchie e vedemmo che erano ricoperte di conchiglie marine con tartaro e nel basamento erano lavorate di bellissimo e finissimo mosaico”.5 Il Cappuccino riporta altresì di avere ‘inteso dire da molti che nel ristretto del convento esista un tesoro, anzi due: uno di sette statue e l’altro di argento ed oro. Cosicché il card. Antonio Barberini, Vescovo di Frascati, essendo tornato di Francia, dove aveva avuto notizia di tali tesori, mandò omini a cavare per ordine della Camera Apostolica’.6
Inquadrato così il periodo storico,7 la mia narrazione si svilupperà soprattutto intorno ai tempi successivi a quell’accadimento del 1656 che fu sempre grandemente ricordato nei secoli, almeno finché sopravvisse una certa realtà di religiosità ‘rurale’ ma non per questo meno autentica.8 (continua)
Note:
1 I Santi Sebastiano e Rocco in Santa Maria in Vivario, Associazione Tuscolana Amici di Frascati 2006
2 La ‘Confraternita del SS. Nome di Gesù della nazione milanese’ era così denominata in quanto a Frascati vi era all’atto della fondazione (1576) una nutrita colonia di milanesi.
3 La Confraternita di S. Gregorio era annessa alla chiesa omonima in cui erano le statue di S. Lucia e S. Agata. Questa chiesetta – che in seguito verrà semplicemente chiamata S.Lucia – esisterà fino all’8 settembre del 1943 (odierna piazza Monte Grappa) quando fu distrutta dal bombardamento. S. Gregorio era protettore dei muratori, le Sante Lucia e Agata dei tessitori
4 Mons. Bottoni aveva il titolo di Coron (isola delle Filippine) e non va confuso con mons. Giovanni Coron che fu vescovo di Palestrina alla fine del 1400.
Dalla riunione del consiglio comunale del 26 novembre del 1656, verbalizzata dal Cancelliere Filippo De Bianchi, si ha una ampia testimonianza del fatto e della decisione – su proposta del consigliere Buzi – di annoverare i due santi tra i comprotettori di Frascati e farne festeggiamenti ogni anno. Il verbale tratto dal sesto volume degli Atti Consiliari pp 324-325 è riportato e riprodotto fotograficamente nel volume di Leonello Razza, S. Maria in Vivaio. Vicende storiche dell’antica Cattedrale di Frascati, ed. Vivarium Frascati 1971 pp. 47-55. Non sembra sia mai stato notato che al tempo del ‘miracolo’ il vescovo titolare fosse già il Barberini, mentre lo scoprimento delle effigi dei santi avvenne sotto lo sguardo di Bottoni ausiliare del card Sacchetti.
5 Cfr. G. Farina, Il Convento dei Cappuccini a Frascati e il museo etiopico card. Massaia, Latina Gens, a.VIII, n. 3 marzo aprile 1930, p.162-163
6 ib.
7 Per i documenti sul Concilio di Trento e in particolare intorno al decreto sulla residenza dei vescovi, si v.: Istituto per le scienze religiose, Conciliorum Oecumenicorum Decreta, Ed. Dehoniane Bologna 1991, pp. 681-683. Sulla parrocchia, v. il volume (postumo) di V. Bo, La parrocchia tridentina, (Storia della parrocchia vol. V), ed. Dehoniane Bologna 2004.
8 La descrizione dell’avvenimento ci viene fatta in un opuscolo anonimo del 1716, Breve racconto sopra il di scoprimento delle sagre immagini de’ santi Sebastiano e Rocco comprotettori dell’illustrissima Città di Frascati Seguito nella Chiesa di S. Maria del Vivario, ovvero il Domo Vecchio al 18 di Giugno 1656 (una cui ristampa tra le più antiche è quella del 1842, Tipografia Contadini Roma2, nell’Archivio della Curia Vescovile). Anche Don Leonello Razza tratta dell’avvenimento nel volume S. Maria in Vivario’cit., pp. 47-65 (con riproduzione di documenti consiliari dell’epoca). Anche don Pancrazio De Felici ricordava l’anniversario riportando il programma del 250° con il volumetto, Memorie Storiche pubblicate dal Rev.mo D. Pancrazio De Felici arciprete parroco della Cattedrale A ricordo delle Feste Cinquantenarie in onore dei SS. Sebastiano e Rocco C., il 16 settembre 1906 Sta.Tip.Tuscolano 1906.

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