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Il bullismo torna a colpire: ne è vittima 1 adolescente su 5

Settembre 19
13:21 2022

Il bullismo torna a colpire: ne è vittima 1 adolescente su 5. L’aspetto
fisico il “bersaglio” preferito dai bulli.
Per contrastare il fenomeno parte l’iniziativa RispettAMI
Il ritorno alla normalità, dopo due anni di pandemia, non ha portato i miglioramenti sperati sul
fronte della lotta al bullismo. Tra preadolescenti e adolescenti, nella parte finale dello scorso anno
scolastico, ben il 20% è stato vittima di qualche forma di vessazione, in quasi la metà dei casi
addirittura sistematica. E’ quanto emerge dall’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo”, condotto
da Skuola.net in collaborazione con Citroën Italia, nell’ambito del progetto RispettAMI, l’iniziativa
che vuole contribuire a contrastare questi fenomeni attraverso campagne di comunicazione online
e interventi diretti nelle scuole
● Il bullismo, online e offline, continua a colpire tante ragazze e ragazzi: solo nell’ultimo
trimestre dell’anno scolastico appena concluso, il 13% degli adolescenti dice di aver subito
vessazioni occasionali e il 7% addirittura sistematiche
● I “bersagli” preferiti dai bulli: prevalentemente l’aspetto fisico ed eventuali disabilità, a seguire
l’orientamento sessuale e le origini o l’etnia.
● I più vessati dalle diverse forme di bullismo sono prevalentemente gli adolescenti della fascia
d’età tra gli 11 e i 16 anni, le ragazze e chi si considera “non binario”.
● Per supportare il contrasto al bullismo e al cyberbullismo in ambito scolastico, Skuola.net e
Citroën italia, con il suo quadriciclo AMI-100% ëlectric, lanciano RispettAMI: una iniziativa
che prevede campagne di sensibilizzazione e interventi diretti con gli studenti nelle scuole.
● “I nostri adolescenti, anche dopo l’esperienza della pandemia, continuano a essere piagati
dal bullismo. La scuola, luogo dove nascono tante relazioni tra pari, è sicuramente uno degli
ambienti in cui è più probabile che nascano questi fenomeni. Ma è lo stesso in cui possono
essere debellati, purché studenti e docenti ricevano una costante formazione in tal senso”,
così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
● “Può apparire inconsueto che un marchio automobilistico si rivolga direttamente ai giovani
studenti, ma noi di Citroën Italia lo abbiamo voluto fare: abbiamo voluto essere coerenti con
i nostri valori, di un Brand vicino alle persone e, ancor di più, di un Brand che guarda alle
persone come fonte di ispirazione per i propri progetti. E con il lancio di Citroën AMI-100%
ëlectric, veicolo che può essere guidato a partire dai 14 anni, il mondo dei più giovani è
diventato a noi ancora più caro”, così Marco Antonini, Brand Manager di Citroën Italia.
Il ritorno a scuola non vuol dire solo riabbracciare prof e compagni di classe. Per molti studenti,
significa anche tornare a fare i conti con il bullismo. Solo considerando gli ultimi mesi dello scorso
anno scolastico, infatti, ben 1 alunno su 5 racconta di aver subìto almeno una delle tante forme di
prevaricazione in cui si concretizza il fenomeno. A segnalarlo è l’Osservatorio “Bullismo e
Cyberbullismo”, condotto da Skuola.net in collaborazione con Citroën Italia, intervistando 3.000
ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 19 anni nell’ambito del progetto “RispettAMI”.
L’obiettivo della ricerca è proprio quello di tracciare un bilancio del fenomeno al termine del primo
anno di ritorno sistematico alla presenza in classe, essendo proprio la scuola l’ambiente dove è più
frequente che abbiano origine il bullismo e il cyberbullismo. Purtroppo, anche solo considerando un
periodo relativamente breve come l’ultimo trimestre di lezioni, il 13% degli adolescenti intervistati ha
“denunciato” di essere stato vittima di episodi occasionali, mentre per il 7% si è trattato di vessazioni
sistematiche.
Ma, sin qui, abbiamo parlato di dati generali. Perché ci sono matrici di bullismo molto più frequenti
di altre. Quali sono? Quelle che si concentrano soprattutto su tre grandi macro-aree: l’aspetto,
l’identità sessuale, l’etnia o l’origine. Il cosiddetto “body shaming” – che punta a sottolineare, a scopo
denigratorio, i difetti fisici o, peggio ancora, eventuali disabilità – è in assoluto la più sfruttata dai bulli.
Al secondo posto di questa poco onorevole classifica troviamo, poi, l’orientamento sessuale. In terza
posizione, i pregiudizi di natura razzista.
Non solo. Il bullismo, per alcune “categorie” di Zedders, diventa ancora più pressante e presente
nella quotidianità. Dal punto di vista anagrafico, a finire nel mirino dei bulli sono in particolare
preadolescenti e giovani adolescenti: nella fascia d’età 11-16 anni, mediamente il 22% del campione
ne è stato vittima negli ultimi mesi; dopodiché, man mano che si cresce, per fortuna i numeri iniziano
a scendere. Ma, a volte, è il “genere” che può fare grande differenza, nel bene e nel male. Le
femmine, ad esempio, sono molto più esposte al “body shaming” rispetto ai maschi: circa 1 ragazza
su 3 è stata recentemente colpita da questo tipo di attacchi, mentre tra i ragazzi la frequenza scende
a 1 su 6.
Ancora peggiore, se possibile, è la condizione di quei giovani che non si riconoscono nel tradizionale
binomio di genere maschio-femmina. Le ragazze e i ragazzi che si definiscono “non binari”, infatti,
sono i più vessati in assoluto. Sotto ogni punto di vista: addirittura 4 su 10 sono stati vittime di
bullismo proprio per il loro orientamento sessuale, oltre un terzo (35%) è stato come minimo preso
in giro per l’aspetto fisico. Gettando le basi per un’adolescenza davvero complicata.
E, come se non bastasse, all’orizzonte si affacciano, soprattutto nell’ambito digitale, nuove forme di
vessazione che, più o meno sottilmente, possono avere un impatto negativo sulla psiche di chi le
subisce. Una di queste è il cosiddetto “orbiting”, ovvero la pratica che vede una sorta di controllo
esterno sui propri canali social da parte di un ex partner – senza alcuna comunicazione diretta ma
limitandosi a commentare o lasciare reactions – dopo la conclusione della relazione sentimentale:
pur essendo un comportamento codificato solo di recente, ne è già stata vittima il 35% dei giovani
coinvolti nella ricerca. Provocando conseguenze da tenere sotto osservazione, in particolare
turbamento (in quasi 3 casi su 10), rabbia (per 1 su 4) e tristezza (per 1 su 5). Meno della metà
(42%) sostiene invece di non esserne stata in alcun modo “toccata”. Anche qui, nemmeno a dirlo, le
“categorie” più colpite sono le ragazze e i “non binary”.
A loro, ad ogni modo, è andata comunque meglio rispetto a quanti devono subire un’intromissione
ancora più invasiva nella sfera privata, che si concretizza nella circolazione sul web – senza il proprio
consenso – di materiali intimi, spesso estorti, da parte di un partner. Stiamo parlando del cosiddetto
“non consensual sharing”, una delle manifestazioni più fastidiose del più ampio “revenge porn”:
seppur ancora adolescente, ci si è imbattuto almeno una volta il 14% degli intervistati (1 su 7). Un
dato che praticamente raddoppia tra coloro che si riconoscono in identità di genere non binarie: al
27% di loro è capitato almeno una volta nella vita di subire questa “aggressione” della propria
intimità.
“La pandemia non ci ha riconsegnato versioni migliori di noi stessi, come molti auspicavano. I nostri
adolescenti continuano a essere piagati dal bullismo che sì, è sempre esistito, ma che attraverso la
dimensione digitale, in cui noi tutti siamo immersi, riesce a essere ancora più “efficace”. La scuola,
luogo dove nascono tante relazioni tra pari, è sicuramente uno degli ambienti in cui è più probabile
che nascano questi fenomeni. Ma è lo stesso in cui possono essere debellati, purché studenti e
docenti ricevano una costante formazione in tal senso”, così Daniele Grassucci, direttore di
Skuola.net.
Ma l’Osservatorio “Bullismo e Cyberbullismo” è solo il primo passo del progetto “RispettAMI”, ideato
da Citroën Italia e coordinato da Skuola.net. Un’iniziativa concreta, per promuovere attivamente,
nelle scuole e fra gli studenti, la cultura del rispetto come strumento di contrasto ai fenomeni devianti
connessi al bullismo. Uno dei passaggi chiave è proprio il back to school 2022: si parte con un
progetto pilota che coinvolgerà circa 500 studenti delle Scuole Secondarie di II grado che, una volta
“debullizzate” le loro classi, successivamente diventeranno ambassador di una campagna di
comunicazione contro bullismo e cyberbullismo, online e “sul campo”, che prevede di raggiungere
almeno mezzo milione di adolescenti su Skuola.net e sui rispettivi canali social. Infatti, in ogni classe
coinvolta verranno nominati degli studenti referenti per il contrasto al bullismo, che avranno il compito
di coadiuvare i propri docenti nel costante monitoraggio del fenomeno, applicando il protocollo ideato
da “MaBasta” (Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti), una onlus fondata dagli
studenti per aiutare i loro pari a combattere le prevaricazioni tra coetanei, attraverso il coinvolgimento
dell’intero gruppo classe – docenti inclusi – con il supporto di giovani peer educator.
“Può apparire inconsueto che un marchio automobilistico si rivolga direttamente ai giovani studenti,
ma noi di Citroën Italia lo abbiamo voluto fare: abbiamo voluto essere coerenti con i nostri valori, di
un Brand vicino alle persone e, ancor di più, di un Brand che guarda alle persone come fonte di
ispirazione per i propri progetti; inoltre, in questo particolare momento storico in cui abbiamo
lanciato Citroën AMI-100% ëlectric, veicolo che può essere guidato a partire dai 14 anni, il mondo
dei più giovani è diventato a noi ancora più caro. Mi fa piacere infine sottolineare che Citroën AMI,
malgrado al momento del lancio commerciale abbia ricevuto critiche per il design eccentrico,
anticonformista e, direi, rivoluzionario, oggi è un successo culturale (come amo sempre dichiarare)
e commerciale, essendo al primo posto nelle vendite della sua categoria”,così Marco Antonini,
Brand Manager di Citroën Italia.

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