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Il Cardinale Tolomeo Gallio

Il Cardinale Tolomeo Gallio
Marzo 11
02:00 2007

Ricorrono quest’anno quattro secoli dalla morte del cardinal Tolomeo Gallio, Vescovo tuscolano. Forse i più si chiederanno chi sia questo personaggio. Ebbene è grazie a lui se oggi la città e la diocesi di Frascati possono vantare l’attuale cattedrale. Ci sembra doveroso pertanto offrire alcune utili informazioni onde far memoria di una personalità cui Frascati deve indubbiamente molto e che la diocesi deve pur ricordare in qualche modo, unitamente alle celebrazioni che si svolgono in alcune parti d’Italia dove ebbe a dare il suo contributo pastorale ed intellettuale e, in particolare, a Como nella cui provincia ebbe i natali. Sue notizie biografiche in diverse pubblicazioni del passato ed anche recenti, non sempre coincidono a cominciare dalla data di nascita (ad esempio P. Mascherucci la colloca nel 1526, mentre vari internet, compreso quello delle celebrazioni ufficiali riportano sia il 1526 che il 1527 come www.tolomeogalli.net o www.collegiogallio.it, altri nel 1525).
Tolomeo (ma sembra che al fonte battesimale gli fosse dato il nome di Bartolomeo) nacque a Cernobbio (Como) il 25 settembre del 1526. Di grande ingegno e capacità, dopo aver seguito gli studi classici, fu mandato dal suo precettore, lo storico Giovio, a Roma dove entrò al servizio dei cardinali Paolo Giovio(fratello del suo precettore) poi di Gaddi e infine di G. Angelo Medici, il quale, divenuto papa col nome di Pio IV (1559), volle continuare a tenerlo come segretario (‘Segretario delle lettere e dei brevi’), nominandolo vescovo di Martirana (CZ), quindi arcivescovo di Manfredonia (1562). Nel 1565 creato cardinale del titolo di S. Teodoro, poi di s. Pancrazio(1565-1568) e successivamente di S. Agata in Equo marmoreo infine di S. Maria del popolo (1587). Intanto era stato nominato anche Abate commendatario di S. Abbondio di Como (1575), segretario di stato di Gregorio XIII (1572-1585). Nello stesso anno divenne Vescovo della diocesi suburbicaria di Albano fino al 1589, quando passò in Sabina. Divenne vescovo di Frascati dal 20 marzo del 1591 al 21 febbraio del 1600, dopodiché vescovo di Porto e S. Rufina (1600-1603), quindi decano del S. Collegio e vescovo e di Ostia e Velletri. Di famiglia facoltosa, il ‘cardinal di Como ‘ o ‘cardinal comense’ come era anche denominato in riferimento alle sue origini, e come anche firmava i suoi documenti ufficiali, fu molto munifico sia a riguardo di opere pie e dei poveri in genere che sostenendo le spese per restauri o costruzioni di nuovi edifici sacri. Acquistò nel 1579 il contado delle Tre Pievi da Filippo II re di Spagna, rinunciandovi quindi in favore del nipote, mentre comprava il contado di Alvito (FR); fu creato duca e nel 1595 acquistò diversi feudi dai Cantelmo. A Como fondò e fece costruire nel 1583 il Collegio Gallio, che affidò ai Somaschi. Fu anche amico di S. Carlo Borromeo. Nel 1589 ospitò nella sua villa di Priverno il papa Sisto V.
Sotto il papato di Pio V, diminuì i suoi impegni di curia, sostituito da Gerolamo Rusticucci.
Nel periodo in cui fu vescovo di Frascati, ebbe grande attenzione alla cura pastorale dei fedeli e fu proprio constatando l’aumento della popolazione locale e la scarsa capienza dell’allora cattedrale tuscolana, S. Maria in Vivario, che si pose il problema di un ampliamento di questa o, meglio ancora, l’edificazione di una nuova chiesa che potesse contenere la massa dei fedeli. L’antica chiesa romanica di S. Maria in Vivario, era stata elevata a ‘cattedrale’ solo nel 1538 da Paolo III, ma era ormai incapace di contenere tanta gente, sia per l’aumento demografico locale che per l’immigrazione (dovuta per lo più a mastri e muratori in genere, provenienti dal ducato di Milano e qui richiamati dalla forte domanda di manodopera per la costruzione di nuove case e delle ville dei cardinali).
Nelle relazioni che depositò in Vaticano al termine delle visite ‘ad limina’ che ogni triennio i vescovi suburbicari facevano al papa portando seco il resoconto delle visite o comunque della situazione pastorale nelle loro diocesi (lui ne fece tre nel 1892, 1895, 1898), il cardinale offre precisi riferimenti sulla necessità di costruire la nuova cattedrale, anzi, nella sua prima relazione, fa sapere come a Frascati, oltre alla chiesa del Vivario, “… non c’è nessun’altra chiesa parrocchiale, benché il popolo sia piuttosto numeroso; infatti gli abitanti della città raggiungono il numero di duemilacinquecento” [in tutta la diocesi erano 5400]. Fu lui pertanto a donare somme consistenti affinché la comunità di Frascati riuscisse ad iniziare e a portare avanti tale costruzione, le cui vicende sono minuziosamente descritte da mons. Leonello Razza nel suo La Basilica cattedrale di Frascati, ed. Associazione Tuscolana Amici di Frascati, 1979). Acquistò anche la villa di Annibal Caro (poi Villa Torlonia). Purtroppo lui non riuscì a vedre la cattedrale terminata, sia perché nel 1600 fu trasferito in altre diocesi suburbicarie, poi perché la morte lo colse a Roma nella notte del 3 febbraio 1607(mentre la nostra cattedrale si poteva dire abbastanza avanti nei lavori anche se non definitivamente costruita nel 1610). Fu sepolto in S. Maria della Scala, e successivamente il suo corpo trasportato in S. Giovanni di Piedimonte a Como.
Del cardinal Gallio e dei suoi interventi restano conservati significativi documenti, quali gli atti del sinodo diocesano del 1598 nell’archivio della Curia Vescovile (Synodus Dioecesana Tusculana et Constitutiones S.A.C. Cardinali Comensi Bartolomeo…), un documento (pergamena) indirizzato al sacerdote Domenico Faccini parmense innell’archivio della cattedrale e, nell’Archivio comunale a Frascati i verbali delle riunioni consiliari in merito alle deliberazioni sulla costruzione della cattedrale, in gran parte citati nel volume di don Razza sopracittao, mentre nell’Archivio Segreto Vaticano si trovano le relazioni delle sue visite ad limina del 1592, 1595, 1598, in parte pubblicate da M. Chiabò e C. Ranieri nel volume Le diocesi suburbicarie nelle ‘visitae ad limina’ dell’Archivio Segreto Vaticano, Città del Vaticano. Archivio Vaticano 1988.

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