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Il mondo comincia a San Rocco e finisce alla Stella, il nuovo libro di Aldo Onorati

Il mondo comincia a San Rocco  e finisce alla Stella, il nuovo libro di Aldo Onorati
Luglio 05
23:19 2017

Sono rimasto fortemente colpito dalla lettura di questo libro. È uno spaccato di vita, con spunti descrittivi storici e filosofici, scritto in modo magistrale da una persona con l’animo ‘agreste’ ma con una grandissima cultura proveniente – oltre che dagli studi – dalle esperienze vissute. Nel libro, Aldo racconta la sua vita che, seppur caratterizzata da successi innegabili nella letteratura – e, ancor meglio, nella cultura in generale – è sempre rimasta legata alle sue origini e ai luoghi che ha percorso da bambino fino a oggi. E la racconta pervadendola della sua ironia. Spesso propone paralleli fra ieri e oggi, cercando di evidenziare le differenze create dal tempo. Ricorda i luoghi e le persone inframmezzando nella traccia narrativa frasi significative in dialetto albanense. Spesso propone il suo pensiero sull’esistenza pervaso da una privata spiritualità continuamente avvolta da un’aureola di dubbi. Spesso cita la sacralità del lavoro che «ha accompagnato il nostro popolo nelle fatiche agricole, e non solo, rendendo positivo il lavoro e religiosamente reale lo spirito delle cose». Spesso propone come la sua elevazione culturale sia anche frutto degli «analfabeti conosciuti durante la fanciullezza» che gli «hanno insegnato più cose di quante ne abbia apprese in seguito nel caos tormentoso del muoversi per il solo fine di muoversi, togliendo spazio alla riflessione, al pensiero».

Ebbene, questo bellissimo libro rappresenta una chiave di lettura per comprendere e meditare sulla trasformazione che la nostra società ha subìto nella seconda metà dello scorso secolo fino a giungere ai giorni attuali dove le tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno producendo uno sconvolgimento delle modalità di vivere e di produrre, ma anche del pensiero e dell’intreccio tra la conoscenza e i valori che regolano la nostra vita. Le trasformazioni intime dell’intera società stanno energicamente condizionando il modo individuale e generale di pensare la realtà e anche la percezione della convivenza civile. L’avanzata della cultura digitale, ci ha condotto verso la cultura dell’immateriale.

Gli uomini giovani di oggi ottengono una parte considerevole delle loro conoscenze dallo schermo televisivo e da internet e non hanno bisogno, come una volta, di una spiccata preparazione per avere cognizione di cose e concetti diversi. Ma la domanda che mi pongo è: cosa prova un ragazzo quando vive i sentimenti suscitati da quelle cose e da quei concetti? Certamente saranno diversi da quelli che provava Aldo. Certamente non avranno l’atteggiamento di ‘quasi adorazione’ nei confronti, a esempio, del prodotto che emerge unendo il lavoro dell’uomo e la straordinaria capacità rigenerativa della natura. Oggi i giovani hanno perduto il contatto diretto con il proprietario della ‘fraschetta’ che rivestiva anche il ruolo di colui che aveva lavorato per ottenere il ‘prodotto della terra’ e che trasferiva agli avventori la sensazione delle sue fatiche. Con alcuni click e una carta di credito, in breve tempo, possiamo avere, entrando in un ‘negozio virtuale’, un cartone di bottiglie di vino che, malgrado la loro consistenza reale, hanno assunto un aspetto immateriale. Nel libro, invece, quando Aldo parla del vino lo descrive come «fonte di vita, prelievo di energie terrestri e celesti».

Ci troviamo di fronte a una vera e propria trasformazione antropologica che con sé porta sufficienti problemi etico-filosofici che hanno effetti sulla nostra vita e che colpiscono anche il nostro sistema dei valori.

Non voglio, però, sembrare un ‘tecnofobo’. Lo sviluppo tecnologico è parte integrante dell’evoluzione dell’uomo e io la tecnologia la vivo e la uso quotidianamente da quasi cinquanta anni. Penso che essa abbia una enorme rilevanza come fattore di cambiamento. La rivoluzione digitale ci condurrà a migliorare decisamente l’andamento globale della società e la vita degli individui che la popolano, ma le critiche saranno indispensabili al fine di mantenere un itinerario che, tenendo conto anche da dove proveniamo, si configuri sulle necessità tangibili della società.

La lettura del libro mi ha fatto tornare a pensare a una società che ho vissuto anche io; non ho nostalgia di quegli anni, ma, come dice Aldo: «questi ricordi estremi di un altro pianeta, in cui però ci si amava e combatteva come in questo, vivendo sotto lo stesso cielo ma in un tempo diverso e che non ritorna» hanno fatto parte della nostra vita ed è giusto che rimangano a far parte della nostra Storia.

 

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