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Il rogo del libero pensiero

Il rogo del libero pensiero
Marzo 01
02:00 2007

Bruno Segre– Giovani, aprite le porte del vostro cuore a Cristo! Egli non delude mai.– Così si rivolgeva Giovanni Paolo II ai giovani di Caracas l’11 febbraio 1996, riscuotendo un mare di ovazioni. Un’analoga frase, di pari nobiltà e autentica religiosità, soleva ripetere il filosofo Giordano Bruno quattro secoli prima: – Apri la porta attraverso la quale possiamo osservare il firmamento senza limiti – che però, a differenza di quella del pontefice romano, costò al Nolano l’arresto da parte del Sant’Uffizio, il 22 maggio 1592, e otto anni di duro carcere e di torture sotto l’accusa d’eresia. Infine, il 21 dicembre 1599 Bruno rifiutò di abiurare:”– ….non devo nè voglio pentirmi, non ho di che pentirmi né ho materia di cui pentirmi, e non so di che cosa mi debba pentire –. Seguì, immediata, la condanna da parte di papa Clemente VIII, con la formula ‘Opera omnia’: “vivi in igne mittantur”. La sentenza fu eseguita all’alba del 17 febbraio 1600 in Campo de’ Fiori a Roma, dove il filosofo, denudato e legato a un palo, con la bocca serrata dalla ‘mordacchia’ (strumento che gli impediva di parlare e gridare) fu fatto ardere da vivo alla presenza di una folla di pellegrini e penitenti, giunti in Roma per il giubileo.
Il 9 giugno 1889, in Campo de’ Fiori, gli fu eretta una statua in bronzo, opera di Ettore Ferrari, per rendere omaggio “all’uomo dalle libere idee, vindice della libertà ed umano incivilimento”. Il monumento fu il primo eretto in Roma dopo l’unità d’Italia e fu realizzato con un fondo raccolto da associazioni laiche di liberi pensatori (di cui facevano parte Giuseppe Garibaldi, Giovanni Bovio, Felice Cavallotti, Cesare Lombroso, Mario Rapisardi), che successivamente nel 1903 si sarebbero riunite nell’Associazione nazionale del libero pensiero “Giordano Bruno”.
L’iniziativa ebbe il plauso di numerosi e celebri ‘liberi pensatori’ stranieri, fra cui il biologo Ernst Haeckel, lo psicologo Théodule Ribot, il filosofo Ludwig Büchner, il poeta Robert Hamerling, il filosofo Herbert Spencer, il sociologo Alfred Fouillée e il drammaturgo Henrik Ibsen.
Giordano Bruno è il filosofo dell’infinito, precursore delle moderne concezioni dell’universo e della relatività, giudicato da Giulio Giorello il più grande filosofo italiano, molto amato e molto odiato, troppo spesso infelicemente strumentalizzato da opposte fazioni (papisti e anti-papisti).
Il 17 febbraio 2007, in Campo de’ Fiori a Roma, si è svolta l’annuale cerimonia in memoria del grande filosofo, sotto il patrocinio del Comune di Roma e dell’Associazione nazionale del libero pensiero “Giordano Bruno” , nel corso della quale, ai piedi del monumento bruniano, è stata deposta una corona di fiori dal delegato del sindaco di Roma. Sono seguiti interventi di Bruno Segre, presidente dell’associazione ed ex partigiano, di Maria Mantello, di Giulio Giorello, di Federico Coen, direttore di Lettera Internazionale, e di Nuccio Ordine, esperto di fama mondiale dell’opera bruniana e autore di un recente libro dal titolo Giordano Bruno, contro il vangelo armato.

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