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Imposizione Miseria Unificata…

Imposizione Miseria Unificata…
Ottobre 06
06:38 2021

Abitare a Treia è una grande fortuna, da qui si capisce come funziona il mondo. E da cosa si capisce? Ma è semplice… da quel che accade giorno per giorno e da come le cose dall’alto immediatamente si riflettono sul basso. Qui non parlo del Cielo e della Terra bensì del governo e dei sudditi.

Ad esempio,  mi sovviene delle numerose abitazioni,  chiese e luoghi pubblici chiusi e dichiarati inagibili in seguito al terremoto di alcuni anni fa… Questo malgrado le ripetute promesse di celere restauro. Ma,  si sa, i terremoti nel centro Italia sono all’ordine del giorno e gli immobili sono tanti   e lo stato non può permettersi di accollarsi i danni civili per cui il cittadino alla fine deve  arrangiarsi, magari  assicurandosi privatamente -come consigliava l’ex ministro Clini del governo Monti-  su tutti i malanni naturali ed innaturali che incombono sulle proprietà (proprietà per modo di dire, s’intende).

Lo stile governativo del governissimo di Draghi segue la linea ed il tenore del governo dell’altro “professore” (Monti) e ben pochi sono stati gli “aiuti” ai terremotati, anche in seguito al blocco totale del lavoro e della normale esistenza, in conseguenza della simil “pandemia”, subentrata  negli ultimi due anni di similvita.

Tutte mosse e mossette  del super Mario gestore  capo del Governissimo (del tutti dentro). Un  grande aiuto a portare avanti l’addomesticamento totale del popolo, teleguidato dal governo degli “esperti”.

Gli esperti governativi telematici e militari rispetto ai comuni “politici”  hanno il pregio di aver studiato e sanno come in passato i poteri imperiali hanno dominato il popolino.

Ad esempio l’IMU (Imposizione Miseria Unificata) è una invenzione dell’impero britannico. L’imposta sulle abitazioni vide la luce nell’800 nei possedimenti indiani della corona, allorché un “furbo” vicerè pensò bene di tassare le case degli indigeni. La cosa sembrò tanto irreale e “persino” infernale ai poveri indiani che essi, anticipando la nonviolenza gandhiana, si inventarono una forma di protesta passiva: la morte in vita, si chiamava, ovvero tutti si astennero dallo svolgere qualsiasi attività di ogni genere, non solo l’astensione dal lavoro ma anche quella dal cibo, dal lavarsi, etc. etc. Ognuno si piazzò fuori della porta di casa e si accoccolò in attesa della morte. Una protesta siffatta gli inglesi non l’avevano mai vista. Magari una rivolta, che so, un attentato, una parolaccia, un mugugno… ma che uno si lasciasse morire per una tassa… non era mai capitato.

Ma perché gli indiani rifiutarono quella imposta iniqua sulle loro case? Semplice, gli indiani sono gente  fatalista, se si sentono espropriati del diritto di avere un riparo allora a che serve vivere? Se la propria casa non è più la tua ma viene ipotecata dallo stato che ne chiede un riscatto annuale per lasciartela in uso, allora vuol dire che il primo requisito della vita, quello di un riparo garantito, scompare e perciò è inutile vivere. 

Ma gli inglesi sono furbi, oltre che cattivi, essi costrinsero la gente a bastonate a riprendere le loro attività, ma siccome lo spirito del popolo si era talmente fiaccato da impedire un normale svolgimento delle attività produttive dopo un po’ la tassa fu tolta e pian piano tutto riprese come prima… Ovvero con l’esazione di imposte dirette ed indirette sugli utili e sul lavoro.  Per fortuna  i nostri esperti hanno studiato la storia, l’ha studiata soprattutto il Draghi che è  ben istruito ed un conoscitore  di  grande finanza e di  economia dall’alto.

Evidentemente lo scopo dei suoi provvedimenti in Italia  non è quello di pareggiare il bilancio dello stato o di far ripartire la nazione. No, quello scopo potrebbe essere ottenuto in modo immediato e semplice, togliendo alle banche centrali il diritto di signoraggio sull’emissione monetaria e riconsegnandola nelle mani dello Stato.  Ma lo scopo  dello StranoDraghi   è quello di indebolire sempre più il nerbo della creatività e della resistenza italica, che persino sotto Franceschiello, riusciva a produrre inventiva e lavoro, senza ricorrere a prestiti capestro dei banchieri apolidi internazionali. Insomma  quel che interessa al Governissimo è tolgliere ogni speranza agli italiani, corcandoli di tasse, imposte, gabelle e debiti…

Ma torniamo  a parlare dell’IMU. E vediamo come agisce questa tassa, ad esempio nel contesto di una comunità come quella di Treia. Il popolo -si sa- ha sempre cercato di difendere la sua famiglia e cosa è più protettivo di un ricovero, di un tetto sotto il quale sentirsi sicuri? Certo, ci sono gli imprevisti, le inondazioni, i terremoti, ma queste cose succedono una tantum mica ogni anno e con regolarità. E quando succedono la famiglia si rimbocca le maniche e ricostruisce.  Avvenne poi, con la diminuzione del numero dei figli, che le case dei nonni e degli zii venissero ereditate, così magari uno si trova con tre case, una nel paesello dei nonni, una nella città dei genitori ed un’altra in cui si vive con la propria famiglia. Queste case restano lì un po’ per ricordo e per rispetto degli avi, un po’ perché ci si va in pellegrinaggio due o tre volte all’anno od anche in vacanza e magari si spera che un giorno potranno essere d’uso a quel figlio od a quella figlia ancora studenti o nullafacenti.

Cosa succede con l’imposizione dell’IMU? Improvvisamente quelle case diventano un peso, ogni anno bisogna pagare una tangente allo stato per poterle possedere e la tangente è esosa, molto esosa. Allora si cerca di correre ai ripari e si mettono in vendita le case avite che non vengono più usate continuativamente.

Le conseguenze? Ogni italiano mette in vendita una o due case e il mercato crolla. I prezzi delle abitazioni vanno a stracci, ed in alcun modo non si riesce a venderle, per via dello sbilanciamento di richiesta-offerta.

Lo vedo qui a Treia. Quando arrivai 10 anni fa c’erano sì dei cartelli vendesi in giro ma non molti, le case in vendita erano quelle di chi per un motivo o per l’altro aveva lasciato il centro storico per andare a vivere nei borghi o causa trasferimento di lavoro in altri luoghi. Con l’avvento dell’IMU i cartelli si sono moltiplicati e sono scomparsi gli acquirenti. Oltre la metà delle a
bitazioni storiche di Treia sono seconde case  disabitate.

 

E gli acquirenti mancano, infatti chi è disposto ad acquistare una tassa? Chi vorrebbe pagare per ottenere un bene che comporta di dover pagare ulteriormente ogni anno una tassa? E non si tratta solo di IMU. Per avere una casa agibile devi pagare l’imposta sui rifiuti anche se non la abiti, devi pagare l’acqua, devi pagare l’elettricità, devi pagare il gas, devi pagare altre innumerevoli piccole e grandi gabelle che su di essa gravano.


Oppure devi abbandonarla completamente, cioè rinunciare all’uso, tagliare tutte le utenze e renderla di fatto inagibile. Ma anche questo non ti salva dalle responsabilità civili.

Quindi? Meno hai meglio stai!

Il lavoro non ce l’hai? Non paghi le tasse. La casa ti è stata pignorata? Ne occupi una abusivamente o vai sotto i ponti. Il cibo manca? Provvederà la Caritas o il Reddito di Cittadinanza. Sul ponte sventola bandiera bianca? Ci penserà StranoDraghi! Sei proprio ridotto al minimo? Per fortuna la mafia c’è ed una mano è sempre disposta a dartela, in cambio di piccoli servigi….

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