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Interrogazione al Presidente del Parco dei Castelli Romani

Aprile 08
18:06 2009

Dunque dall’audizione emerge la soddisfazione di tutti, poiche’ sembra che il Parco dei Castelli Romani funzioni come un’orologio svizzero e i problemi ambientali risolti per sempre.
Non so di che puo’ gratificarsi se anche in seno alla sua maggioranza si parla dei Castelli Romani come di un territorio sull’orlo di una catastrofe ambientale quale in realtà è. La propaganda che continua sui giornali locali è solo ad uso e consumo per quella parte della popolazione che si autosuggestiona e chiude gli occhi davanti all’evidenza dei problemi.
Rapporti con le istituzioni, con i membri del Consiglio, con il territorio sono esclusivamente improntati a demagogia ed a reciproci complimenti tra addetti ai lavori. La realtà è però un’altra che Lei si ostina a tenere fuori dalle discussioni, dal confronto e dalla operatività dell’Ente.
Qualche esempio? Piano di Assetto – Presentato al Parco circa sei mesi fa dal Tecnico incaricato ancora non è stata data comunicazione ufficiale al Consiglio e tanto meno aperta una discussione. Sta per caso Sig. Presidente procedendo in seno alla Sua maggioranza agli aggiustamenti necessari non alla luce del sole ma nel segreto di incontri ufficiosi?
Decoro delle vie di accesso all’Artemisio – A parte il vergognoso capitolo della prostituzione che si affaccia copiosa sulla Via del Vivaro ed occupa gli accessi al Bosco, la quantità di rifiuti presenti da anni nei sentieri pone un serio problema di controllo e gestione. Le foto allegate non sono frutto di riprese di angoli nascosti ma eseguite sulla strada principale del Parco, davanti agli occhi dei tanti operatori che le percorrono giornalmente e che, a mio modesto parere, dovrebbero prestare maggiore attenzione. Dalle foto emerge la presenza di rifiuti “semplici”, materassi, sedili calcinacci, pneumatici ma anche rifiuti pericolosi quali amianto, frigoriferi etc.
Fognatura Mista – Mentre in tutto il mondo (ed anche nell’italia attenta ) si procede con la conversione delle fognature miste in fognature separate (vedi gli articoli sottoposti al Consiglio in questi mesi) ai Castelli progettano e si tentano di realizzare fognature miste compromettendo lo sviluppo sostenibile del territorio per i prossimi 50/70 anni. Pessimo esempio di gestione e’ poi il parere favorevole dell’Ente al progetto senza una valutazione di merito. Ancora piu’ grave l’omissione delle considerazioni del Direttore dell’Ente su tale nullaosta stralciate dal verbale della seduta di consiglio il cui verbale è stato approvato nell’unica seduta in cui il sottoscritto era assente dopo ripetuti rinvii con motivazioni pretestuose.
Infine la mia Interrogazione a Risposta Scritta del 6 gennaio ancora non riceve risposta dimostrando la sua insensibilità non solo sul tema trattato ma anche al corretto rapporto istituzionale tra la Presidenza dell’Ente ed il Consiglio. Tutto ciò mentre il lago Albano perde metri di battente d’acqua.
Pozzi profondi – Visto che la mia interrogazione del 21 gennaio è anch’essa rimasta senza risposta desidero domandarLe se non ritiene, in qualità di rappresentente dell’area protetta, di richiedere l’applicazione della Legge 464/1984 ed acquisire le schede di informazione che obbligatoriamente devono essere presentate all’ISPRA in concomitanza dell’inizio e del fine lavori di scavo di tutti i pozzi. Il fatto che in virtu di una scellerata norma si possano aggirare tutti i vincoli esistenti e ferire l’ambiente in modo così plateale non deve essere un alibi per l’inazione. La nostra salute è in pericolo ed i nostri figli hanno il diritto futuro a vivere su questo territorio che anche Lei sta contribuendo a distruggere con una incomprensibile quanto pericolosa azione di copertura.
Ripristino dell’area umida della Doganella – Dopo che il sottoscritto si è impegnato a promuovere con l’Università di RomaTre la bozza di una convenzione per lo studio preliminare che doveva portare al ripristino dell’area umida della doganella (ex lago Regillo) a distanza di due anni dall’invio della Convenzione questa ancora aspetta di essere portata ala attenzione del Consiglio nonostante le ripetute sollecitazioni. Ormai i Consigli servono solo a ratificare accordi presi tra i Consiglieri amici con finanziamenti a questo o a quel comune in funzione di favori passati e futuri. La gestione del territorio non è in secondo piano ma totalmente assente dalle discussioni.
L’area umida della Doganella avrebbe invece un impatto enorme e positivo sull’ambiente sia in termini di ripristino di un equilibrio idrico sia naturalistico con ricadute sulla fauna, sulla botanica e complessivamente sulla biosfera.
Poiché la speranza che anima la mia presenza in seno al Consiglio è sostenuta da una fede incrollabile sulla possibilità dell’uomo di redimersi, confido che anche Lei potrà rivedere la sua posizione in merito al problema posto.
Non desiderando tediarla ulteriormente con tutti gli altri problemi che pure avrei da sottoporLe mi limito a riportare in conclusione le parole del Consigliere Medici in una recente lettera a Lei indirizzata:
– Non tema il confronto all’interno del consiglio direttivo, è evidente ormai che il Parco non riesce ad avere una politica ambientale, non vengono affrontati i problemi veri che un’area protetta dovrebbe contribuire a risolvere e ne cito solo alcuni: carenza idrica, inquinamento elettromagnetico, inquinamento dell’acqua, dell’aria, valutazione della sostenibilità ambientale.
Auspico anch’io un nuovo corso e mi attendo di poter discutere di questi temi in seno all’Organo Istituzionalmente preposto: Il Consiglio.
Con Osservanza
Consigliere Massimo Moroni
Rocca di Papa: 31-3-2009

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