Notizie in Controluce

Continua il viaggio di “Controluce” nel mondo del doppiaggio. Marco Bonardelli ha intervistato per noi Gianni G. Galassi, direttore e dialoghista di film e serie tv come La moglie del soldato, ER – Medici in prima linea e Farenheit 9/11, vincitore del Leggio d’Oro 2013 per il miglior adattamento. Col nostro intervistato abbiamo parlato proprio del mestiere di dialogista, figura importante nel mondo del doppiaggio, ma non sempre apprezzata come meriterebbe.

«L’adattamento dei dialoghi è un lavoro difficile, la cui difficoltà è tendenzialmente sottovalutata sia dagli addetti ai lavori che soprattutto dai non addetti ai lavori, alla pari di qualunque prassi traduttiva», ci dice G. Galassi. «Tradurre è un mestiere sulla cui metodologia non si è mai messi del tutto d’accordo. Non esiste la letteralità della traduzione come non ne esiste la sua fedeltà. Una versione tradotta è smontaggio e rielaborazione, cui concorrono in maniera straordinariamente impattante la soggettività di chi opera, la sua esperienza, la sensibilità e i suoi limiti tecnici». Negli ultimi tempi diversi sfoghi dei professionisti in rete hanno fatto emergere un quadro poco incoraggiante, fatto spesso di gente improvvisata. A tal proposito, Galassi ci dice: «Quando sento dire che un dialoghista il giorno prima faceva l’attore di brusio e l’assistente, dico sempre che c’è stato un momento nella vita di Umberto Eco in cui egli non sapeva parlare e se la faceva sotto. Tutti cominciamo. Casomai il problema non è da dove veniamo, ma dove e in che modo andiamo. Non esiste una didattica organizzata del mestiere del dialogista, ci si arriva come un tempo si arrivava al mestiere di ebanista lavorando nella bottega artigiana. La vera domanda, secondo me, é “chi è il cliente?”. Le stesse persone che non si sognerebbero mai di tornare in un ristorante dove hanno mangiato male, nel mondo del doppiaggio seguitano a commissionare lavoro a dei soggetti che hanno già dato ampia prova della loro incompetenza.»