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Intervista sul Tevere a Roma al Presidente Amendola

Aprile 12
17:34 2017

La dichiarazione completa del Presidente del Consorzio Tiberina:

Certamente il coordinamento delle azioni è essenziale, ove aspetti politici, conoscitivi, tecnici e culturali si intrecciano fortissimamente. Basti pensare a tutte le componenti riferibili a natura, storia, cultura, paesaggio, architettura, archeologia, arte, tradizioni popolari, sport all’aria aperta, mobilità sostenibile, turismo ed altro ancora connesse al Tevere. L’approccio non può che essere interdisciplinare e intersettoriale, coinvolgendo sia il settore pubblico sia il settore privato. La frammentazione delle competenze amministrative è sì un motivo di rallentamento, ma non deve diventare un alibi, ché le vie da percorrere per far dialogare e cooperare i vari attori sono ormai chiare.

Un tema veramente urgente cui, a mio avviso, bisognerebbe porre mano nell’ambito delle competenze strette di Roma Capitale (che non sono vastissime sul Tevere) trova riscontro in una recente sentenza della Corte di Cassazione. Essa in pratica afferma la necessità del permesso di costruire per tutte le strutture galleggianti ormeggiate sul fiume (indipendentemente dal loro utilizzo) e mette in piena evidenza l’assenza di un Piano Attuativo che dovrebbe discendere dall’Ambito di Programmazione Strategica Tevere del Piano Regolatore. Vi è a un “limbo amministrativo” che si trascina ormai da lunghissimo tempo: anche se non è una Periferia abusiva, in questo senso il Tevere si trova nella stessa situazione di un territorio coperto da manufatti privi di ogni titolo abilitativo. Altro e parallelo è il tema prioritario e ineludibile della sicurezza dei galleggianti, cui Regione Lazio e Capitaneria di Porto di Roma Fiumicino stanno mettendo mano dopo anni di incuria e molti pericolosi affondamenti. Avviare nel contempo un “Piano di Recupero” dell’esistente e normare il futuro sarebbe un enorme successo, realizzabile anche in pochissimo tempo dall’Ufficio Tevere. Vi è una Mozione del Giugno 2014 votata all’unanimità dell’Assemblea Capitolina, assai chiara in merito, sulle sponde e sugli specchi d’acqua, cui la Giunta Marino non diede però alcun seguito. [Allegata la Mozione in file PDF]

Dal punto di vista della Regione Lazio, credo che assai meritevole sia il recente appalto di manutenzione triennale del tratto urbano da Castel Giubileo all’Isola Tiberina. Ovviamente bisognerà pensare anche a tutto ciò che è a valle, ove proliferano discariche abusive e situazioni di vero degrado, più che nel resto della città, nonostante l’assidua opera di supporto da parte di “vedette” volontarie, associazioni, organizzazioni di protezione civile. Aggiungerei che, nel rilascio delle Concessioni per l’utilizzo delle sponde, andrebbero a mio avviso privilegiati gli aspetti di inclusione sociale e apertura della fruizione il più possibile allargata, ad evitare che i Lungoteveri assumano alla lunga le fattezze che aveva una volta il Litorale di Ostia. Oltre alle Concessioni a privati che non rappresentino soltanto i pur meritevoli Circoli esclusivi, alcune iniziative pubbliche in tal senso, anche a basso costo, sarebbero di certo importanti

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