“L’ottava vibrazione”, di Carlo Lucarelli
Un romanzo storico con gli elementi del giallo integrati: si potrebbe definire così l’ambizioso progetto letterario di Carlo Lucarelli che, volendo ambientare «l’ottava Vibrazione» (Einaudi, 2008) a Massaua, nel 1896, ricostruisce le storie e i sentimenti dei soldati italiani nei giorni che precedono la disfatta di Adua, e assegna a un ipotetico serial killer il compito di restituirci intatto il suo proverbiale gusto per il noir. L’ambiguità e le difficoltà dei rapporti interrazziali, la stregoneria, il fascino del mistero e le descrizioni esotiche sono essenziali per questo libro corale che, purtroppo, è anche ricco dei soliti clichè. Lo stile farraginoso rischia di allentare la suspance e l’idea di introdurre tutti i personaggi sin dalle prime pagine non paga in termini di scorrevolezza. Il finale risulta troppo affrettato e semplicistico rispetto al climax, soprattutto quando, volendo esaltare l’orrore, la descrizione del cadavere del “cattivo” si fa surreale e banalmente grottesca. La drammatizzazione nel complesso è avvincente e l’accurata ricostruzione storica dei fatti ci offre nuove chiavi interpretative della vicenda coloniale Eritrea.
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