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La Biblioteca Eboracense nel Seminario tuscolano – 4

La Biblioteca Eboracense nel Seminario tuscolano – 4
Febbraio 28
10:08 2011

marconLe vicende contemporanee. Abbiamo raccontato nella precedente puntata, come il vescovo ausiliare Budelacci, per salvaguardare il ricco patrimonio librario e non solo, della Biblioteca Eboracense, ne facesse trasferire i volumi in Vaticano. Al Sopraintendente Bibliografico del Lazio, il Presule l’11 settembre del 1944, riassumeva le pratiche intercorse col Cardinale Bibliotecario della Vaticana «per ottenere il ritiro dell’ingente e prezioso patrimonio librario esposto alle facili intemperie e alla grave offesa delle vergognose rapine». Inoltre, «la accurata ispezione dello stesso Bibliotecario della Biblioteca Vaticana, p. Albareda, portò all’immediato provvedimento del trasporto, a mezzo furgoni, di tutta la collezione libraria alla Biblioteca Vaticana, ove trovasi temporaneamente collocata e già tecnicamente sistemata. Nel vasto ambiente del Seminario Tuscolano sono rimaste le grandi scansie di noce inamovibili, i tavoli e i busti degli insigni benefattori». Uno dei primi a descrivere sommariamente quanto era stato portato in Vaticano fu Nello Vian (che sarà segretario della Biblioteca vaticana dal 1956 al 1976, morto nel 2000 a 92 anni. Il figlio, Giovanni Maria è attuale direttore de ‘L’Osservatore Romano’) il quale, in un articolo su ‘Ecclesia’ del 1944, pur affermando che la dotazione iniziale dei libri dello York nel 1775 fosse di «una decina di migliaia di volumi» (in realtà lo Stuart ne portò inizialmente circa duemila), scriveva che «la Biblioteca Tuscolana può esibire superbi prodotti dell’arte della stampa, quali a esempio i libri d’arte e d’antichità sontuosamente illustrati, nel quale eccelse il Settecento» e, di seguito, «una notizia a parte esigerebbe il cospicuo gruppo delle belle rilegature artistiche, costituenti un vanto speciale della collezione (come ha mostrato una scelta di esse apprestata nell’occasione presso la Biblioteca Vaticana)… Non mancano nella raccolta parecchi manoscritti. Al fondo primitivo appartengono sicuramente quelli più preziosi, trasmessi dall’eredità Stuart: un breviario in pergamena con bellissime miniature, apparentemente del secolo XIV e di mano inglese; un Ufficio di Caterina de’ Medici regina di Francia con miniature finissime (…) un superbo stemmario dei re d’Inghilterra in pergamena (1697). Altri manoscritti hanno carattere storico (un giornale storico della sede vacante di Benedetto XIV, un Giornale di viaggio di Giacomo III e storie del Lazio e di Frascati) o religioso… Diversi di questi codici sono ricoperti in velluto o in seta, con ornamenti in argento dorato che ne attestano la provenienza dalla famiglia reale inglese». Inoltre tutte le opere a stampa del Settecento fornite dallo York… «Ma – aggiungeva ancora Vian – un’idea più esatta del contenuto di questa tipica Biblioteca settecentesca può aversi meglio da un rapido sguardo alle classi stabilite per essa da un catalogo di materie redatto nel 1843». E qui un lungo elenco che inizia dagli Acta Academiae, Algebrae auctores… fino a Vitae sanctorum et virorum illustrium. «Come si vede – concludeva il Vian – è quasi tutto lo scibile di quella età enciclopedica a raccogliersi in questa Biblioteca, formata con larghezza d’intendimenti e incremento dei buoni studi a pubblica utilità…».
Dopo la guerra, l’antica sede della Biblioteca dello Stuart fu soggetta, almeno per quanto riguarda la sua struttura muraria, a diversi interventi di restauro a partire dal 1946/47 e poi agli inizi degli anni ’50 e fu anche ricostituito un certo patrimonio librario per la consultazione soprattutto del Seminario che ivi rimase fino al 1958 quando ne fu inaugurata la nuova sede in Via Consalvi. Ma la speranza che la notevole e ricca documentazione dell’antica Biblioteca tornasse nuovamente a Frascati e potesse essere ricollocata nel suo originario sito, non si spense mai. Scriveva infatti nel 1955, Budelacci (che fungeva da Direttore della Biblioteca): «…In attesa del ritorno nella sua originaria sede del materiale librario che si trova ancora nella Vaticana, il 19 dicembre 1953 è stata aperta al pubblico una sezione moderna della stessa». Ed infatti, fornita di numerosi volumi, la biblioteca veniva aperta a richiesta e comunque in genere nei giorni feriali dalle 16;30 alle 19:30. Poi, a partire dal ’50 la sala della Biblioteca fu messa a disposizione per incontri, conferenze e attività di convegnistica, soprattutto ad uso dell’Accademia Tuscolana fino alla metà degli anni ’60. Quindi fu sede – con la Cappella annessa – di incontri culturali e associativi e poi addirittura adibita a deposito di materiali vari finché, in vista del secondo centenario della scomparsa del cardinale Enrico Maria Stuart, duca di York (2007), ne venne restaurata convenientemente la scaffalatura ancora ben conservata ed attualmente fornita di numeroso materiale librario anche se nemmeno lontanamente del valore del precedente. (fine)

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