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La fissione nucleare compie 70 anni – 33

La fissione nucleare compie 70 anni – 33
Gennaio 10
23:00 2011

Una foto del Mike TestI residui atmosferici della cipria atomica

La decisione di costruire la bomba H. Il modus operandi e le informazioni generali sulla natura delle reazioni termonucleari sono state liberate dal vincolo della segretezza militare soltanto da qualche anno. Soltanto ora diventa possibile spiegare in maniera comprensibile i principi fondamentali del funzionamento di esplosivi termonucleari e il concetto di radiation coupling. A Los Alamos, nell’aprile 1946, soltanto otto mesi dopo il fatidico Trinity Test, ebbe luogo una conferenza segreta, presieduta da Edward Teller, allo scopo di verificare lo stato di avanzamento delle conoscenze sulla fattibilità tecnica della bomba all’idrogeno, nota come bomba H e più nota come Super agli addetti ai lavori.

I partecipanti a questo incontro ad altissimo livello passarono in rassegna i più recenti concetti di progetto dell’ordigno, aggiornando le tematiche riguardanti completezza e precisione dei modelli matematici coinvolti.

Il ruolo di spia di Klaus Fuchs. Tra i presenti a questo summit c’era Klaus Fuchs, in qualità di fisico teorico e vice-capo della delegazione britannica, il quale aveva lavorato all’interno del Progetto Manhattan prima a Oak Ridge e poi a Los Alamos. Meno di 4 anni più tardi, Fuchs avrebbe dettato e firmato una dichiarazione scritta, presso il Ministero della Guerra a Londra, confessando di aver passato informazioni top secret all’URSS, sui progetti delle armi nucleari sviluppate e costruite a Los Alamos durante e dopo la seconda guerra mondiale. Soltanto quattro giorni dopo la confessione di Fuchs, il presidente americano Harry S. Truman intimò con toni assai vigorosi alla AEC (Atomic Energy Commission) di continuare il suo programma di sviluppo della Super. Come ha scritto Teller, nel libro Better a Shield than a Sword (“Meglio uno schermo che una spada”), Free Press 1987, l’uomo – che aveva confidato all’URSS i nostri segreti atomici – ha finito per esercitare una importante influenza sulla decisione di procedere alla costruzione della bomba all’idrogeno.

La opinione degli addetti ai lavori. Fino all’inizio degli anni 1990, è stata opinione diffusa e ben radicata nell’ambito degli operatori delle armi atomiche che: (i) Fuchs aveva fornito all’URSS segreti utili alla costruzione della bomba A e H; (ii) le pressioni esercitate e da un gruppo di colleghi erano state la spinta decisiva per la costruzione della bomba H negli USA; (iii) J. Robert Oppenheimer e alcuni colleghi si opposero fortemente, su basi sia fisiche sia politiche, alla costruzione della bomba H; (iv) gli USA recuperarono un pesante distacco dall’URSS, vincendo la guerra per la esplosione del primo ordigno.Questa vicenda, che potremmo chiamare versione popolare dei fatti, si rivela in data odierna, un nonsense storico. Un memorandum segreto di Hans Bethe, sottratto soltanto ora alla cappa del segreto militare, rivela che gli sviluppi teorici, progettuali ed esecutivi delle bombe all’idrogeno di USA, URSS e Regno Unito, seguirono un iter storico completamente diverso da quanto era noto fino ad allora, vale a dire alla versione popolare della storia degli ordigni nucleari. Prima di proseguire oltre, è necessario precisare che Edward Teller si è sempre rifiutato di rispondere a interviste in proposito.

Le vere spie dei segreti costruttivi. Ecco i titoli di testa della nuova versione dei fatti di questa appassionante vicenda: (1) Quanto la spia atomica Klaus Fuchs sapeva, cioè quasi ogni assunzione importante sulla bomba H, era totalmente errato; (2) Il segreto essenziale del modello di Teller & Ulam fu scoperto analizzando il fallout radioattivo del Mike Test del 31 ottobre 1952; (3) gli scienziati sovietici modellarono la costruzione della loro prima bomba H sui dati dei residui atmosferici provocati dalla esplosione del Mike test e fecero esplodere la loro bomba H meno di 3 anni dopo quella degli scienziati americani, per l’esattezza il 22 novembre 1955; (4) gli scienziati inglesi costruirono la loro bomba H usando le informazioni dedotte dai dati di fallout della bomba sovietica, non raccolti direttamente dai britannici, ma gentilmente loro forniti dagli scienziati USA, con finalità di controllo e validazione di alcuni comuni modelli matematici. (Daniel Hirsch & William Matthews, The H-bomb: who really gave away the secret ? The Bulletin of the Atomic Scientists, January-February 1990)

Il macabro profumo della cipria nucleare. Per lungo tempo, la opinione pubblica mondiale ha creduto, o meglio è stata ad arte persuasa, che gli scienziati sovietici si siano mantenuti alla altezza dei progressi tecnologici relativi alle bombe A e H in parte a causa degli incartamenti segreti loro trasmessi dalla spia atomica Klaus Fuchs. Tuttavia, una storia nuova, e fortemente revisionistica, pubblicata nel numero di inizio anno 1990 da The Bulletin of the Atomic Scientists suggerisce che gran parte della informazione proditoriamente trasmessa da Fuchs era di qualità assai peggiore dell’inutile. Secondo questa nuova versione dei fatti, i sovietici hanno di fatto guadagnato il know-how cruciale per il progetto e la costruzione della bomba H da fini e accurate analisi del pulviscolo radioattivo rilasciato sotto forma di fallout dalla esplosione americana del Mike Test. Scritto da Daniel Hirsch, fisico a capo di un comitato con sede a Los Alamos, denominato Bridge the Gap (“Colmare il vuoto”) e da William Matthews, astrofisico della Università di California-Santa Cruz, la nuova narrazione degli eventi risulta fortemente influenzata da un memorandum scritto a mano dal fisico nucleare Hans Bethe, recentemente liberato dai vincoli della segretezza. Il medesimo manoscritto fornisce inoltre alcuni dettagli-chiave sulla storia della bomba H degli USA, attribuendo particolare risalto alla figura di Stanislaw Ulam, matematico di nascita polacca, grande esperto di elaboratori elettronici e inventore del famosissimo metodo Montecarlo di risoluzione numerica di sistemi di equazioni differenziali particolarmente gravosi. (Charles Norman, How the Soviets got the H-bomb, Science, January 12 , 1990)

Interpretare i dati differenziali del pulviscolo atmosferico. Nondimeno, se le soffiate di Klaus Fuchs avevano condotto gli scienziati sovietici in un vicolo cieco, come avevano fatto questi ultimi a scoprire in così breve tempo l’errore e a trovare in maniera autonoma la soluzione vincente ? Hirsch e Matthews suggeriscono che l’evidenza sperimentale generata dal Mike Test aver per così dire guidato gli scienziati sovietici nella direzione giusta. Eccone, in poche parole assai semplificate, la fisica essenziale, senza entrare in alcun dettaglio e senza la pretesa di alcun rigore scientifico. L’immensa compressione generata all’interno del dispositivo termonucleare aveva dato luogo a una densità assai elevata di neutroni prodotti dalle reazioni nucleari. Tali neutroni, prontamente assorbiti dai nuclei pesanti del materiale compresso, avevano condotto alla formazione di una quantità insolitamente elevata di elementi con alto numero atomico. Gli scienziati sovietici, che disponevano di un numero assai rilevante di stazioni di monitoraggio ambientale in tutto il mondo, dal polo artico fino al polo antartico, su tutte le stazioni oceanografiche sparse su tutti i mari continentali, non dovevano avere tribolato molto prima di accorgersi e rivelare queste presenze non abituali nel pulviscolo atmosferico. In una intervista, Hans Bethe aggiunse che analizzando con particolare cura questo debris, si sarebbe stati in grado addirittura di estrapolare la presenza di un dispositivo a due stadi (una bomba A che agisce da detonatore di una bomba H vera e propria), come appunto il caso del Mike Test. A conferma di quanto affermato, Bethe dichiarò, non senza una punta di ironia, che gli scienziati erano giunti alla medesima conclusione, la quale aveva permesso loro di costruire un ordigno termonucleare completamente autonomo dal know how degli scienziati USA. Se la ipotesi di Hirsch & Matthews risulta corretta, lo spionaggio di Klaus Fuchs ha fornito una spinta politica sia per la costruzione della bomba H americana sia per la decisione di costruire la bomba A e H sovietiche. Tuttavia, le vere spie della intricata e misteriosa vicenda di spionaggio internazionale sono state le analisi delle polveri radioattive. Non a caso il settimanale umoristico britannico Punch ha titolato la ennesima storia The Radioactive Powder Case giocando sul doppio significato del vocabolo inglese powder, che può essere inteso come “polvere” ma anche come “cipria”.

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