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La Nuova Chernobyl che minaccia l’Europa

La Nuova Chernobyl che minaccia l’Europa
Aprile 26
07:19 2017

INTRODUZIONE

Il 26 aprile del 2016 ero stato invitato dal prof. Yuri Bandazhevsky, in qualità di relatore, ad un convegno ad Ivankov in occasione del trentennale dell’incidente nucleare di Chernobyl. Alla fine del mio intervento si è avvicinato al tavolo dei relatori un signore, a me ignoto, il quale mi ha allungato un biglietto scritto al computer in stampatello. Lo presi: in poche righe raccontava del fallout della centrale a biomasse EkoTES di Ivankov, di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza. L’uomo che mi aveva allungato il biglietto era Sergei Grishenko, il leader del fronte anti EkoTES.

La centrale di Ivankov, che si trova in zona contaminata dal fallout di Chernobyl, usa legname radioattivo, provenientee anche dalla zona di esclusione e raccolto in maniera illegale. La cosa peggiore è che la cenere radioattiva prodotta viene distribuita per l’utilizzo nei campi come fertilizzantee, riguardando, quindi, grano e prodotti alimentari, di cui una parte viene anche commercializzata in Europa.

Dopo un anno giusto, intenso di ricerche, viaggi in Ucraina, incontri con Grishenko, studio di documenti, ho finalmente prodotto il documento che vedete sotto riportato e che oggi stesso, 25 aprile 2017, ho inviato a tutti i Deputati del Parlamento Europeo e, in seguito, a quelli italiani.

Il documento (inviato in lingua italiana, inglese, francese e tedesca, è un vero e proprio atto di denuncia che non può essere ignorato perchè riguarda la salute di noi tutti; in caso contrario non potrebbe, purtroppo, che dimostrare una triste realtà: da una parte il potere sottile della lobby nucleare all’interno delle istituzioni, dall’altra il disinteresse degli eletti verso la salute dei cittadini. Mi auguro che non sia così e che la denuncia possa avere la giusta risonanza.

In ogni caso Mondo in cammino continuerà con consapevolezza, rigore ed ostinazione a ricercare la verità, nell’interesse di tutti.
Questa denucia, per Mondo in cammino, è il modo migliore per celebrare il trentunesimo anniversario dell’incidente nucleare di Chernobyl.[/color]

NB: Gli allegati, indicati nel testo della denuncia, non sono riportati inquanto in lingua ucraina.
IN CALCE UNA BELLA INFOGRAFICA SU IVANKOV . E’ in lingua inglese; fra poco sarà anche in italiano.

AI RAPPRESENTANTI DEL PARLAMENTO EUROPEO

I SERI PROBLEMI DELLA CONTAMINAZIONE ALIMENTARE E DEL FALLOUT RADIOATTIVO PRESENTI ATTUALMENTE IN EUROPA A CAUSA DELL’ATTIVITA’ DELLA CENTRALE DI IVANKOV.

Il sottoscritto Massimo Bonfatti, in qualità di legale rappresentante dell’organizzazione di volontariato italiana “Mondo in cammino” (www.mondoincammino.org), nell’ambito della propria attività di aiuto alle popolazioni delle province ucraine di Ivankov e Polesie colpite dal fallout dell’incidente nucleare di Chernobyl, venuto a conoscenza dell’attività di una centrale termoelettrica a biomasse presente nel territorio della città di Ivankov e dei potenziali rischi ad essa connessi, come la continua emissione di radionuclidi a causa dell’utilizzo del legname delle foreste circostanti, e consapevole, inoltre, dell’altrettanto potenziale rischio – qualora non già manifestatosi – insistente sull’intera Europa e riguardante la salute dei suoi cittadini,
PONE ALLA DOVEROSA ATTENZIONE

di tutti i membri del Parlamento Europeo, in qualità di rappresentanti degli interessi di tutti i cittadini (e, nello specifico, del diritto alla salute) i seguenti dati, osservazioni e valutazioni, frutto di un serio lavoro di ricerca durato oltre un anno, affinché usino tutti gli strumenti e le forme in loro possesso per portare la questione all’attenzione delle più alte cariche del Parlamento Europeo e per ottenerne la dovuta considerazione e i dovuti provvedimenti:
CONSIDERATO CHE

– è in funzione dal 2014 la centrale termoelettrica a biomasse “EkoTES” nella città di Ivankov (provincia di Ivankov, Ucraina) di proprietà della “Biogazenergo”, registrata il 19.07.2005 nell’ offshore cipriota “Welenata Services LTD”, e che la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) ha fornito un prestito di 15,6 milioni di euro
– la provincia di Ivankov, ai confini della zona di esclusione di Chernobyl, è stata fortemente contaminata dal fallout dell’incidente nucleare e continua ad essere ricontaminata dai fallout dei vari incendi che si presentano ogni estate nella zona di esclusione
– la contaminazione radioattiva e le sue conseguenze saranno presenti ancora per diversi anni in questi territori
– le ultime ricerche del prof. Yuri Bandazhevsky (http://www.progettohumus.it/include/chernobyl/dintorni/banda/SecondaGenerazioneChernobyl.pdf; http://chernobyl-today.org/images/stories/chernobyl-prospect-of-the-second-generation-ENG.pdf) hanno dimostrato le serie conseguenze del fallout radioattivo di Chernobyl nei bambini di Ivankov (ovvero nella seconda generazione dei “bambini di Chernobyl”): circa il 90% dei bambini soffre di turbe cardiache correlate all’incorporazione nel tempo di Cesio137; oltre il 60% ha patologie da aumento dell’omocisteina ematica per comparsa di danni genetici da radiazione nel ciclo dei folati e da assunzione di alimenti contaminati; vi è un riscontro frequente di noduli e tumori tiroidei e, sulla base di esami spettrometrici (WBC), riscontro nell’organismo dei bambini di incorporazione di Cesio137, soprattutto dopo i fallout da incendi nella zona di esclusione (nei cimiteri di Ivankov e Polesie le lapidi dei bambini e dei giovani, che stanno occupando spazi spropositati, ne sono una tragica e constatabile conferma)
– al fallout di Chernobyl si aggiunge da qualche anno il fallout conseguente alle emissioni di EkoTES
– la centrale è stata costruita nonostante i seguenti pareri contrari:
. il progetto della centrale termoelettrica non ha passato la perizia nell’ambito della sicurezza radioattiva, come risulta dal rendiconto del centro Statale per la Sicurezza radioattiva e nucleare (allegato 1)
. il Comitato del Consiglio Supremo per l’ecologia e Chernobyl ha risposto che la centrale termoelettrica è illegale: “Non ci sono basi giuridiche e legali per prendere in esame la questione della costruzione della centrale in questione” (allegato 2)
.la popolazione locale si è opposta categoricamente all’installazione della centrale termoelettrica a Ivankov. La comunità territoriale di Ivankov (quasi 5.000 persone) ha deliberato “il divieto di costruire, installare e utilizzare la centrale termoelettrica a Ivankov” (allegato 3)
– la centrale, in piena potenza, brucia fino a 641,76 tonnellate al giorno e il legname è prelevato nelle zone contaminate di Ivankov e si sussurra anche di trasporti illegali dall’area di esclusione (sono stati più volte documentati TIR carichi di legname in uscita dalla zona di esclusione attraverso il check point di Dityatki. Vedi: http://kyiv.depo.ua/rus/kyiv/kupuyte-mebli-z-dozimetrom-lis-mozhe-buti-z-chornobilskoyi-zoni-20170421559828. L’ultima segnalazione, a noi nota, è quella di TIR incolonnati in uscita il 28 marzo 2017 (ore 18,05 circa), fotografati dal nostro fotoreporter Pierpaolo Mittica, presso cui possono essere richieste le immagini).
– pare non esistano o non vengano regolarmente utilizzati i filtri contro le emissioni aeree (si rimanda alla seguente documentazione video del gennaio 2017: https://www.youtube.com/watch?v=JsRcBsYFetU)
– secondo la perizia condotta dal dr. Grishenko (vedi allegato 4) per ogni quintale di legno bruciato la centrale produce 1 Kg. di cenere con un contenuto medio di radioattività di 3.000 Bq/kg; per quanto riguarda, invece, le emissioni aeree si desume che, alla dose effettiva di 1mSv, la centrale emetta una quantità di radiazioni sufficienti a irradiare 500.000 bambini o 330.000 maggiori di 17 anni. Tali considerazioni derivano dall’analisi di una perizia radiologica condotta da un fisico dipendente dell’Istituto di Fisica dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina. I calcoli sono stati confermati dalla Commissione Nazionale di Radioprotezione dell’Ucraina e da laboratori e radiologi ucraini di primo piano. I principali radiologi dell’Ucraina hanno indicato che nella perizia non è stato preso in esame il livello di purificazione delle scorie liberate in atmosfera (allegato 4 e 5)
– statisticamente dal 2 all’8% dei radionuclidi presenti nelle emissioni aeree, causate dalla centrale, ricadono in Europa in conseguenza degli eventi meteorologici (vedi precedenti ricerche in merito del Norvegian Institut for Air Research)
– è ormai scientificamente provato, come avviene attraverso la catena alimentare, che è sufficiente il contatto con basse dosi di radiazioni per causare un effetto nocivo nell’organismo umano e che esso è intensificato dall’effetto cumulo derivante dall’assunzione di cibi diversi, seppur modestamente contaminati o contaminati “a norma”
– risulta illogico bruciare legna contaminata “a norma”, soprattutto per province come quella di Ivankov e quella confinante di Polesie, a causa dell’effetto di potenziamento della preesistente e forte contaminazione (si pensi poi al potenziamento aereo dell’effetto di contaminazione dovuto agli incendi nell’area di esclusione e le cui conseguenze si propagano a zone fortemente abitate come quella di Kiev. Ad esempio, senza considerare l’effetto di potenziamento della EkoTES, in seguito agli incendi del 26 aprile 2015, l’Institute of Mathematical Machines and Systems Problems of the Ukraine National Academy of Scienze – IMMSP NASU – aveva rilevato 150 Bq/m3 nell’aria di Kiev con proiezioni di aumenti da 10 fino a 100 volte del fondo di radioattività per i successivi tre giorni)
– la cenere radioattiva prodotta dalla centrale, oltre a essere usata per le civili abitazioni come amalgama al calcestruzzo, viene distribuita in tutta l’Ucraina e viene usata come fertilizzante per i terreni per aumentare la resa quantitativa della produzione agricola. L’utilizzo della cenere radioattiva è parte integrante del progetto ed è correntemente realizzato – vedi allegato 6. La produzione agricola ottenuta dalla cenere radioattiva della centrale termoelettrica di Ivankov raggiunge anche il mercato europeo (allegato . Da informazioni confidenziali ritenute attendibili e che non vengono rivelate per tutela della fonte, si è venuti a conoscenza che la società Agrprommaš (con sede in via Vokzal’na 2a a Borodjanka, nell’omonima provincia della regione di Kiev) ha usato cenere della centrale per la propria produzione agricola e che la produzione agricola è stata esportata in Europa. Su richiesta precisa rivolta al Ministero delle politiche agrarie e alimentari dell’Ucraina dal deputato del consiglio provinciale di Ivankov, Serhij V. Hriščenko, in merito alla tipologia dei prodotti esportati, ai volumi e ai paesi dell’Unione Europea interessati, relativamente agli anni 2015 e 2016, la risposta del Sostituto del ministro per l’Integrazione Europea, O. Trofimzeva, è stata veramente sconcertante: “…sulla base delle competenze che gli spettano, il ministero comunica di non essere in possesso di queste informazioni” (allegato 7)
– pur non in possesso di dati specifici, si è invece in possesso di dati generali che, in relazione a quanto precedentemente riportato, sollevano serie preoccupazioni. Infatti, come si evince dal documento dell’Agenzia Fiscale Statale dell’Ucraina (allegato 8) nell’anno 2015 vi è stata un’esportazione verso l’Unione Europea di oltre 53,500 milioni di tonnellate di prodotti agricoli e alimentari; nel 2016 di oltre 58,500 milioni; Natalia Mikolska, vice ministro dello sviluppo economico e del commercio ha dichiarato, tramite Facebook, che nel 2016 i Paesi dell’Unione Europea hanno consumato circa un terzo dei prodotti alimentari e agricoli esportati dall’Ucraina
– l’Ucraina sta incrementando le esportazioni di grano (nel 2016 le esportazioni di grano in Italia dall’Ucraina sono quadruplicate fino a toccare le 600.000 tonnellate) e la contaminazione radioattiva da alimenti, senza considerare queste esportazioni, ha già ora raggiunto livelli preoccupanti (nel regolamento – Euratom – 2016/52 del Consiglio dell’Unione Europea del 15 gennaio 2016 sui livelli massimi ammissibili di contaminazione degli alimenti, viene affermato che i calcoli si basano, testualmente “sul presupposto che il 10% degli alimenti consumati ogni anno sia contaminato”)
– per regolamento la EBRD non può finanziare progetti laddove sussista un fattore di rischio per danno ambientale
SI CHIEDE A TUTTI I RAPPRESENTANTI DEL PARLAMENTO EUROPEO DI ATTIVARSI AFFINCHE’ SIANO MESSE IN ATTO TUTTE LE MISURE PER[/center]
– un’azione urgente e congiunta da parte della Comunità Europea con l’Ucraina per la verifica dello stato radioecologico della provincia di Ivankov, incluse le foreste e ponendo una particolare attenzione a tutti i radionuclidi coinvolti, non solo al Cesio137 e allo Stronzio90, ma anche a isotopi come l’Americio241 (se si confrontano, fra l’Americio e il Cesio, i fattori di dose massimi per inalazione fissati dalla ICRP – International Commission on Radiological Protection – a attività uguale, il primo è 2.461,5 volte più radiotossico del secondo; se si confrontano i fattori di dose minimi, il primo è tre volte più radiotossico del secondo. Derivato dal Plutonio241, dopo un periodo di dimezzamento di 14 anni, l’Americio241 raggiunge la massima attività dopo 73 anni, quindi, rappresenta un grave problema almeno per i prossimi 50 anni)
– un’azione coordinata con le autorità ucraine per verificare e indagare come è avvenuta sinora l’approvvigionamento di legname e come e a chi è stata distribuita la cenere prodotta dalla centrale
– l’individuazione, con le autorità ucraine, degli appezzamenti in cui è stata utilizzata la cenere della centrale valutando, dopo indagine radiologica, se sia doverosa l’esclusione dalla produzione
– la sospensione immediata di eventuali o futuri finanziamenti da parte della EBRD a favore della centrale termoelettrica di Ivankov
– la ricerca delle responsabilità o degli interessi che hanno portato la EBRD a sostenere un progetto contro i propri dettami (danno ambientale) e nonostante i pareri contrari di cui si è fatto cenno
– l’avvio immediato di misure precauzionali per la sospensione delle attività della centrale fino a quando non saranno esperiti i necessari controlli, come sopra riportato
– invitare in audizione al Parlamento Europeo il prof. Yuri Bandezhevsky affinché, attraverso i risultati dell’ultimo follow up sanitario, da poco conclusosi e che ha riguardato oltre 3.000 soggetti, possa illustrare i danni alla salute riscontrati nella seconda generazione dei cosiddetti “bambini di Chernobyl” della provincia di Ivankov sottoposti, dal 2014, a un doppio fallout radioattivo
– invitare in audizione al Parlamento Europeo il deputato provinciale di Ivankov, Serhij V. Hriščenko, in qualità di maggiore conoscitore di tutto ciò che è ruotato e ruota attorno alla centrale ed in possesso di una vasta ed oggettiva documentazione (dalla fase progettuale sino agli ultimi dati disponibili sulle emissioni e sulle conseguenze dell’attività della centrale).

Cordiali saluti.
Massimo Bonfatti

Carmagnola, 25 aprile 2017
Contatti: info@mondoincammino.org

Allegati:
1 Resoconto dello svolgimento di una perizia statale nell’ambito della sicurezza nucleare e radioattiva della centrale termoelettrica (18 MW) di Ivankov
2 Risposta del consiglio Supremo dell’Ucraina sulla costruzione della centrale termoelettrica di Ivankov N.04-17/15-214 del 10 aprile 2014
3 Decisione della comunità territoriale di Ivankov del 1 Dicembre 2013
4 Perizia radiologica relativa all’attività della centrale termoelettrica di Ivankov condotta sul legname radioattivo locale (30 agosto 2012)
5 Analisi della perizia radiologica indicata nel punto 4 relativa all’attività della centrale termoelettrica di Ivankov condotta dalla Commissione nazionale ucraina per la protezione radioattiva N. 2-21/52 del17 aprile 2013
6 Pagine del progetto della centrale termoelettrica con indicazioni relative all’utilizzo di cenere radioattiva della centrale termoelettrica di Ivankov, in qualità di fertilizzante
7 Risposta del Ministero dell’Agricoltura dell’Ucraina sui dati di esportazione dei prodotti alimentari nell’Unione Europea da parte dell’azienda agricola Agrprommaš
8 Risposta dell’Agenzia Fiscale dell’Ucraina sui volumi di esportazione nell’Unione Europea di prodotti agricoli e alimentari

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