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La rubrica delle donne

La rubrica delle donne
Febbraio 27
18:08 2023

 

(Steccato” di Cutro, a Crotone, 80 persone sono state salvate, ad oggi sono quasi 100 morti, tre i presunti scafisti fermati )

care amiche, come sta andando il nuovo anno? Spero che gennaio e febbraio, oltre il freddo abbiano portato ricchezza e salute, e se non è così accontentiamoci di ciò che abbiamo, dei nostri risultati raggiunti, delle nostre qualità umane, delle nostre piccole realizzazioni quotidiane, che sono molto più preziose di mille traguardi irraggiungibili. Oggi presi da mille cose materiali da portare a termine, non facciamo molto attenzione al passare del tempo ma proiettati nel futuro, pensiamo solo a svolgere gli innumerevoli impegni che ormai condizionano tutta la nostra vita, in una rincorsa spesso frenetica proprio contro il tempo. Così Il tempo oggi sembra che sia qualcosa di cui possono godere soltanto poche persone fortunate, poiché nella maggior parte dei casi, il nostro tempo viene impiegato soprattutto per lavorare e svolgere doveri ed obblighi, e quelle poche ore che restano nostra disposizione le usiamo per poter fare tutto quello che amiamo, peccato che sia sempre poco tempo! E allora godiamoci di più i piccoli momenti di gioia, con i rapporti che ci fanno stare bene, che ci fanno realizzare come persone ed esseri umani, sperando che tutti i cittadini del mondo possano vivere nel pieno rispetto della dignità umana che purtroppo oggi, in alcuni casi è affidata “ad un mercante di vite umane”: sono ancora troppe le persone che per inseguire i propri sogni e a volte un pezzo di pane; perdono la vita sui “barconi della morte”, tutti hanno diritto ad una vita dignitosa, ai beni primari necessari alla sopravvivenza, e forse non ci accorgiamo che il bene  più prezioso è la libertà di poter essere, esseri umani!

Curiosando: anche se già passata facciamo un po’ di storia su San Valentino che da festa pagana è diventata una festa cristiana

La potenza della capacità di amare dovrebbe trovare la sua massima espressione nella festa dell’amore, ma è proprio così? A partire dal 496 con Papa Gelasio, vista l’enorme persistenza dei riti pagani, si ebbe l’idea di assimilazione l’antica e diffusa  festa romana dei lupercali, ad una “nuova festa” religiosa al fine di convertire la maggior parte della popolazione alla nuova religione dei cristiani: la festa di San Valentino prese il nome dal martire santo Valentino da Terni. Ricordiamoci che, ancora nel V° secolo d.c. erano fortemente seguiti e diffusi, i vecchi culti arcaici come i lupercali e i saturnali legati ai cicli naturali della rinascita e della morte e alla sovversione delle regole e dei ruoli sociali, fondamentali per purificarsi, e rinascere a nuova vita. La festa di San Valentino si fa risalire quindi, come altre festività cristiane, ai culti pagani e in questo caso alla festa dei lupercali che infatti si celebrava tra il 13 e il 15 febbraio, forse assimilabile al culto del Faunus, dio selvaggio protettore dei campi e delle selve e de pastori. Fauno venne identificato in seguito con il dio greco Pan, rappresentato come fauno con zoccoli di capra e corna. Il sacrario del lupercale era una grotta posta ai piedi del monte Palatino di cui si narra essere il luogo dove Romolo e Remo vennero allattati dalla lupa. I sacerdoti lupercali sacrificavano capre e un cane poi si coprivano con le pelli delle capre sacrificate e così camminavano per le strade delle città, colpendo sia il terreno con cinghie di cuoio che tutti gli abitanti, soprattutto le donne poiché questo aumentava la loro fertilità. Durante la festa le giovani spose, per avere più possibilità di avere figli si sottoponevano alle frustrate e alle sfrenate e giocose ritualità, tipici di quello che diventerà poi il carnevale e i festeggiamenti propiziatori per il nuovo anno che coincideva marzo, il primo mese del calendario romano. Secondo altre fonti la festa di San Valentino si fa risalire al culto della divinità femminile Juno Februata Giunone Purificata invocata per curare le febbri, proteggere il parto e la gravidanza: durante i festeggiamenti, si narra che fosse consuetudine, per i giovani uomini, scegliere il nome della propria compagna estraendolo da una scatola piena di pezzetti di carta con sovrascritti i nomi di donne sconosciute con cui avere rapporti sessuali. Queste unioni casuali a volte terminavano in relazioni matrimoniale durature e a volte in relazioni sessuali momentanee che, con l’avvento del cristianesimo, vennero apostrofate come ritualità blasfeme che andavano contro la morale dell’autorità ecclesiastica, pertanto, dovevano scomparire dalle tradizioni popolari pagane. Successivamente fu introdotta la festa di San Valentino proprio con l’intento di purificare la popolazione dagli antichi riti pagani soprattutto a sfondo sessuale, e inventare un santo che propiziasse all’amore cristiano e ai matrimoni duraturi

E per i single?…… arriva in aiuto San Faustino

Perché si collega san Faustino alle persone non fidanzate? Pur non essendoci una risposta certa sicuramente il nome del santo deriva dal latino “faustus”, che letteralmente significa propizio;  aiuterebbe le persone a vivere in modo più fortunato: altre fonti invece raccontano di come il santo aiutava le giovani donne a trovare marito. La storia ci racconta di due martiri Faustino e Giovita, due nobili bresciani che diventarono cavalieri e intrapresero la carriera militare. Divennero martiri nel secondo secolo dopo Cristo e convertiti al cristianesimo dal vescovo Apollonio, subirono il martirio per non aver sacrificato agli dei pagani, persone umane. La chiesa li festeggia come sento il 15 Febbraio rimasti nell’immaginario collettivo protettori delle persone che devono ancora trovare marito o moglie.

Lo sapevi che…

Gennaio e Giano bifronte: fra tempo presente, passato e futuro

 René Guénon così scrive a proposito di Giano:

“..i suoi due volti, secondo l’interpretazione corrente, rappresentano rispettivamente il passato e il futuro; ora, questa considerazione del passato e del futuro si ritrova evidentemente per qualsiasi ciclo, come per esempio il ciclo annuale, quando lo si esamini dall’una o dall’altra delle sue estremità.

Qual è il vero tempo che viviamo? Oggi il tempo reale sembra nascosto dal tempo virtuale. Ma inesorabilmente sul nostro volto così come nel nostro animo, il tempo sembra lasciare il suo passaggio: giorno dopo giorno lo specchio riflette la nostra immagine è così nascosto tra mille sorrisi e sguardi infiniti il tempo lascia il suo passaggio. Ma esattamente che cos’è il tempo? E da “tempo immemorabile” che filosofi artisti storici letterati scienziati attraverso le loro ricerche e le loro opere, tentano di rispondere a questa domanda, ed è sorprendente come oggi questa ricerca faccia parte ancora della nostra vita così come nel passato: gli uomini antichi avevano iniziato a chiedersi precocemente come l’uomo affrontava il passare o passaggio del tempo. Ma per gli uomini antichi ogni giorno assumeva un significato particolare, proprio in relazione allo scorrere del tempo: Il sole la luna gli astri davano le coordinate del vivere quotidiano. Oggi purtroppo è il nostro cellulare a scandire il tempo che passa mentre prima tutto il tempo dell’uomo era legato ritmo  dei cicli naturali che garantivano la sopravvivenza a tutta la specie umana, un movimento quasi infinito che oltre a garantire la sopravvivenza del corpo dava all’uomo la possibilità di esplorare un’altra dimensione più intima e spirituale più profondai se stesso: l’inconscio e le sue emozioni. La conoscenza della spiritualità, del mondo interno dell’uomo, permetteva di esplorare le dimensioni più intime, profonde, inconsce, che sottostavano al comportamento umano. Inoltre, la creazione di un mondo mitologico e divino regolato da forze sovrannaturali, dava all’uomo l’illusione di poter almeno pensare all’eternità e così tra riti, celebrazioni e incantesimi aveva l‘illusione di poter magicamente fermare il tempo. Oggi sembra che il mondo mitologico e divino sia stato sostituito da una società virtuale, iper-tecnologizzata lontano da quella natura selvaggia spaventosa che però con i suoi ritmi dava la possibilità all’uomo di conoscere meglio sé stesso e di vivere una vita autentica forse più profonda, inedita, originale alla ricerca del vero se e del proprio tempo interiore. Oggi si rincorre il tempo per non restare indietro rispetto ad una società ormai frenetica, stressante, iper-industrializzata che propone solo ritmi di lavoro meccanici e virtuali non più a misura di uomo. Nella storia antica il tempo era rappresentato da Giano nel suo significato triplice, tra il passato che non c’è più, il futuro che ancora non è, e il presente del tempo attuale : il volto che non si vede che non ne l ‘uno ne l’atro di quelli visibili: è il volto invisibile, il tempo che c’è ma non si calcola, l’istante inafferrabile come le nostre emozioni più profonde, il presente che diventa istantaneamente passato: appena la lancetta dell’orologio si posa sulle 12 sono già le dodici e un minuto in un movimento infinito.  Ianus Bifrons,  è una degli dèi più antichi, insieme a Quirino, del popolo dei latini e dei romani, venerato anche successivamente a Roma: rappresentato con due volti, Giano è il dio degli inizi, delle porte e dei passaggi e del ciclo delle stagioni. Giano è deorum deus, dio degli dèi e anche Ianus pater, Giano Padre. Secondo la leggenda fu lo stesso dio Quirino, ovvero Romolo, a innalzargli un tempio dopo la vittoria sui Sabini: a Giano è dedicato il primo mese dell’anno gennaio, il primo mese dopo il Solstizio d’Inverno, dove la luce inizia, lentamente, a trionfare sulle tenebre. Il nome gennaio infatti, Ianuarius in latino, deriva da Inaus, ovvero Giano. Dibattuta già dagli antichi, l’origine del nome Janus è legata al movimento. Cicerone e Macrobio sostengono che il suo nome deriva dal verbo “ire”, andare, perché, come scrive il secondo:” il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso ritorna”. Altri storici hanno identificato Giano con Diana e Apollo, collegando questo antico dio romano alla Luna ed al Sole. Giano bifronte, sempre secondo Macrobio, è il dio dei solstizi e quindi legato sia alla Stella del nostro sistema solare che al satellite terrestre. Numerose sono le ninfe che ebbe come mogli o compagne: Camese, Venilia,  Carna dalla quale avrebbe ricevuto il potere delle porte, Giuturna, dalla quale sarebbe nato,Fons, dio delle sorgenti, venerato ai piedi del Gianicolo. Secondo la leggenda, Giano fondò la città di Gianicola, e fu proprio lui ad accogliere Saturno nel Lazio. Esisteva una frazione della città di Roma denominata Gianicolo e secondo alcuni Giano sarebbe il fondatore di uno dei villaggi di Roma.

Febbraio: il carnevale e Il tempo del sovvertimento sociale

 

Mentre nel calendario attuale gennaio apre le porte all’inizio dell’anno nuovo, ( il suo nome deriverebbe proprio da Ianus divinità collegata alle porte e ai ponti), febbraio nel calendario romano era l ‘ultimo mese del vecchio anno e proprio per questo motivo, preparava al nuovo inizio grazie alla sua azione purificatrice e di rinnovamento. Gennaio non esisteva nel vecchio calendario, il nuovo anno iniziava nel mese di marzo poiché non esistevano mesi che indicavano il lungo inverno: il calendario romano prevedeva solo dieci mesi poiché si basa sui cicli lunari iniziava con marzo e finiva a dicembre. Solo con Numa Pompilio furono aggiunti al calendario gennaio e febbraio nel 700 a,c,. Febbraio era proprio il mese dedicato ai rituali di purificazione non a caso il suo nome deriva dal latino februare, tradotto come “purificare “o “rimediare agli errori”, rituali soprattutto in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris che raggiungevano il loro culmine il 14 febbraio, data ripresa per festeggiare poi Santa Febronia e poi ripresa per San Valentino. Come Natale anche il carnevale che si svolge a febbraio, affonda le sue radici nei culti pagani poi assorbiti dalla religione cattolica e cristiana: infatti il carnevale sarebbe da mettere in collegamento con le feste dionisiache del periodo classico greco e con i Saturnalia tipici dell’antica Roma e i lupercali. Come il Carnevale, anche i Saturnali prevedevano balli, canti e giochi scherzosi che vedevano i ruoli sociali sparire: i plebei come i ricchi, eleggevano un principe che, indossando vesti sgargianti, impersonava Saturno. Alla fine della festa, l’ordine sociale veniva ristabilito. E allora “semel in anno licet insanire” almeno una volta l’anno si può perdere il senno!

Osservatorio sulla violenza: fascismo e razzismo due facce della stessa moneta

Cosa hanno in comune il pestaggio fascista avvenuto fuori il liceo Michelangelo di Firenze e l’ennesimo naufragio sulle coste della bellissima Calabria? Apparentemente sembra che queste due situazioni non abbiano nulla in comune: ma è proprio così? Pensiamoci bene: Azione Studentesca opera un pestaggio alla vecchia maniera, sei ragazzi quasi con un’azione squadrista picchiano due studenti del liceo e come sottolinea la preside Annalisa Savino questi fatti sono da ricondurre a un’azione fascista” il fascismo… è nato ai borghi di un marciapiede con la vittima di un pestaggio per motivi politici… odio gli indifferenti diceva Gramsci, che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte impauriti come conigli dalla forza delle sue idee…” questa è una lettera piena di passione, umanità e contiene idee sane non violente. il ministro dell’Istruzione Valditara interviene contro la preside anzi afferma che potrebbero esserci possibili misure contro l’iniziativa della preside e afferma” pensare che ci sia un rischio fascista è ridicolo—” Altro fatto di cronaca: Steccato di Centro paesino a pochi chilometri da Crotone, diventa l’ennesimo palcoscenico dell’orrore: il mare si tinge ancora una volta di sangue, una marea nera di corpi annegati (uomini, donne incinta, bambini)  a causa di un barcone che invece di trasportare le persone verso il futuro, si spezza, trasformandosi in una trappola mortale. Nel silenzio più assordante viene consumata questa ennesima tragedia: dal 2022 sulle coste calabre sono sbarcati circa 18.000 immigrati clandestini e senza né scontri né polemiche inutili, sono stati aiutati dalla popolazione e da tutte le autorità competenti che hanno dimostrato, nella loro azione quotidiana di aiuto ad esseri umani sconosciuti, che la diversità culturale è un valore e non un’offesa hai cittadini italiani. Abbiamo preso in considerazione due fatti di cronaca che seppur sembrano distanti e incongruenti, in realtà ci parlano dello stesso “assordante silenzio” sotto cui si nasconde una parte della classe politica e dell’opinione pubblica che considera questi episodi come normali, espressione di una libertà civile e sociale o al più frutto di una società frenetica e disorganizzata. Ma cosa si nasconde dietro questa normalità? Perché la morte di decine di persone viene vissuta ormai senza neanche un sentimento di indignazione o senza una riflessione approfondita, seria, su quello che sta succedendo nel mondo? Come si fa a non vedere il livello di violenza inaudita, che c’è dietro un pestaggio? Forse “l’assordante silenzio” è espressione di un “movimento” di idee che ormai, in modo impercettibile, ci vengono spacciate come normali: idee che fanno parte di un pensiero omologante, parassitario, estremamente razionale, furbo, asfissiante, che riconosce solo nell’uomo uguale a se stesso, la sua giustificazione di esistere. Voglio dire che sotto un comportamento di un gruppo come quello di Azione Studentesca o di altri gruppi che arrivano ai pestaggi, c’è un gruppo di persone che hanno delle idee  che vogliono imporre con la violenza sia fisica che culturale, poiché considerano la propria opinione politica, sociale, economica, antropologica come unica e irrinunciabile, valida da difendere anche e soprattutto con comportamenti distruttivi. Cecità, bramosia, odio, rabbia, invidia, sono dimensioni affettive, figlie di un modo di vivere i rapporti umani  castrante e anaffettivo, e questo mondo interno annichilito produce un pensiero violento, che innanzitutto  non riconosce come valido il diverso da sé, l’altro, che invece di essere considerato una fonte di vita, uno sconosciuto con cui rapportarsi per aprirsi a una nuova visione del mondo, e di se stesso, viene considerato un nemico poiché non viene vissuto  uguale a se stesso (come un eterno Narciso che si innamora solo della sua immagine riflessa nell’acqua) e quindi va combattuto anche con la violenza fisica e psichica. Invece  il diverso da sé, che può essere una persona che ha colore della pelle diverso o che ha idee politiche completamente opposte, inedite rispetto alle proprie,  proprio perché è diverso può essere una fonte vitale  di ibridazione, arricchente e germinativa, che porta un movimento inconsapevole, anche collettivo, quasi irrazionale,  verso  la nascita di un nuovo orizzonte culturale, artistico, scientifico, economico, politico:  diventa un modo di rapportarsi alle altre persone  senza pregiudizi, proprio perché l’altro viene vissuto come è nella sua complessità  diverso da noi stessi, e quindi non facilmente catalogabile. Il rapporto interumano, così vissuto inoltre, va ad aumentare la nostra capacità di amare e di conoscere le altre persone in una nuova prospettiva antropologica universale senza confini ideologici politici, culturali e nel pieno rispetto delle differenze che diventano un valore aggiunto all’universalizzazione dell’umanità: cittadini del mondo senza confini territoriali o politici ma aperti ad una condivisione della realtà e della diversità senza violenza. E il punto è proprio questo: il fascismo è soprattutto l’annullamento violento dell’identità dell’altro essere umano, uomo, donna, bambino che esso sia e distrugge ogni possibilità trasformativa del rapporto interumano: questo modo violento di vivere le relazioni interpersonali, spinge ad un’omologazione mortifera, anestetizzante della diversità umana, culturale, valoriale, simbolica e rappresentativa delle differenze che esistono insieme all’uguaglianza che ogni individuo ha. E allora forse oggi, dobbiamo ripensare ad un nuovo fascismo soprattutto di tipo culturale sempre più violento perché si esprime con forme nuove, come se le pseudo idee fasciste oggi avessero nuovi vestiti culturali o subculturali, sotto cui nascondersi con tutta la sua carica distruttiva, per meglio attaccare il pensiero umano e la sua capacità creativa, affettiva e trasformativa. Il neofascismo culturale così lo chiamerei, per differenziarlo dai contesti storici in cui è nato

nel passato, è forse oggi ben peggiore, poiché distrugge in modo più nascosto, più silenzioso il pensiero e la dignità umana: essere picchiati fuori scuola o morire annegati in mare per inseguire il proprio futuro o i propri ideali è l’espressione massima di un pensiero omologante, violento e distruttivo, malato che purtroppo oggi in una società altamente tecnologica e tecnologizzata è ancora presente e si manifesta in forme  sempre diverse anche attraverso i social media oltre che squadriste . Il neofascismo culturale oggi più che mai, attacca ogni forma di pensiero divergente, con il lucido obiettivo distruggere qualsiasi forma di diversità umana sotto ogni sua espressione, antropologica, sociale, economica, artistica, emozionale, politica cercando di annullare così nel modo più profondo, violento e folle proprio l’identità umana sana, valida, aperta al confronto e alla trasformazione creativa di sé stesso e dell’altro in una realizzazione continua delle possibilità intrinsecamente presenti in ogni individuo  di ogni età, sia di pelle chiara, scura, nera, gialla che con idee  differenti.

 

 

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Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

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