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Le biblioteche si fanno sentire – gli scrittori e la città

Dicembre 17
15:15 2011

La pubblicazione del Quaderno – continua l’assessore – è la testimonianza del lavoro svolto da questi scrittori e ringrazio Armanda Tavani che mi ha preceduto e ha curato il primo aggregamento di questo gruppo di intellettuali, assecondando le loro richieste. Gli incontri mensili organizzati dalla Biblioteca, che possono tenersi al BASC oppure qui nella Sala degli Specchi, prendono in considerazione i vari settori della cultura». Rosanna Massi, Responsabile Biblioteche di Frascati, ha spiegato nel suo discorso introduttivo che «l’incontro con gli amici scrittori scaturisce da un precedente evento avvenuto lo scorso anno nel BASC in cui si chiese agli scrittori di scrivere alcuni brani inediti sulla città e il Quaderno che viene presentato stasera è il frutto di quel lavoro. Scrittori locali o tuscolani – prosegue Massi – si equivoca sempre su una tale espressione, eppure chi scrive si riconosce dalla qualità del suo scritto e non dal luogo in cui risiede. Un plauso va all’Amministrazione comunale che dimostra con queste manifestazioni di credere nell’istituzione bibliotecaria». A turno gli scrittori hanno parlato di sé, delle loro esperienze, dei loro scritti. Riccardo Agrusti che vive a Frascati ormai da tanti anni, dapprincipio per un percorso professionale, ha trovato nell’ambiente letterario «un tipo di scrittura che non è quella di cronaca, ma nella forma letteraria che è metamorfosi, l’arte è una pluralità di stili in cui non c’è una presa di realismo o neorealismo in quanto il rapporto lettura è una scelta di vita». Per il giovane Yuri Bizzoni, la scrittura è divertimento «se trovo un racconto che mi piace, estrapolo verbi e ne scrivo un’ altra novella. Non ho un posto speciale in cui scrivere e gli autori che mi piace seguire sono soprattutto quelli americani». Angelo Chieti lavora come collaboratore scolastico da 11 anni a Frascati e solo da tre vi risiede, «ho pubblicato libri di poesia e narrativa e ho partecipato ad una gara letteraria amatoriale a livello nazionale». Per Marco Orlandi l’acqua è l’elemento centrale delle sue poesie che rappresentano per lo scrittore «un modo per stare al mondo in termini di adesione. La scrittura è il frutto di varie esperienze e conoscenze di poeti come Riviello e letture di autori classici come Shakespeare, Montale, punti di riferimento veramente alti».
Basilio Ventura si dice fortunato nell’avere incontrato Antonio Seccareccia e di aver avuto da lui alcuni consigli come quello di «non scrivere tecnicamente perfetto, ma di scrivere sentimenti di odio e d’amore. Ho conosciuto Caproni e sono orgoglioso di parlare del Premio Frascati e dell’edizione del 1981 in cui ho vinto per la mia opera prima». La poliedricità di Daniela Zannetti è dovuta soprattutto al suo percorso intriso d’interessi e il parlare del territorio «mi fa ricordare il rito dell’ampolla della Lega, un rito d’aggregazione, in quanto insieme il valore dell’identità è alto e occorre coltivarlo ed è la diversità in ognuno di noi che ne fa la differenza». L’ironia di Rosanna Massi è la sua verve, il suo modo di vedere il mondo e «scrivo da sempre per cambiare il mondo, anche se non sempre le storie hanno una trama, è poi ogni scrittore che ne dà un’interpretazione. Scrivo nel mio “pensatoio”, un soppalco nella mia camera da letto, in orari prestabiliti, a volte vado lì magari solo per pensare». Eliana Rossi non ha un luogo prestabilito per scrivere, lo fa anche nelle sale d’attesa degli ambulatori e «sono onnivora in tema di letture, anche se i miei punti di riferimento sono gli autori classici, quelli francesi, Zola e soprattutto Pirandello che mi ha accompagnato fin dall’adolescenza; l’ho inserito anche nel mio saggio di letteratura critica “La voce narrante in Verga, Pirandello, Scotellaro». Lucio De Felici ha parlato dei suoi primi passi sul palco di Capocroce all’età di cinque anni, ha poi conosciuto Tino Buazzelli e «la mia attività è stata poliedrica, il mio primo libro l’ho scritto quando mi sono laureato, sono seguiti alcuni sketch teatrali prima che il teatro morisse per opera delle istituzioni. La mia passione è vasta – continua De Felici – memorizzo tutto ciò che leggo, ho una buona memoria che mi permette di riesumare vari concetti. Per quanto riguarda i saggi storici, va detto che gli storici di Frascati avevano trascurato il lato umano, si scrive di battaglie, ma non degli uomini che le hanno fatte. Due sono gli eventi immediati: il mio libro Sei Biografie, sponsorizzato dalla Banca di Frascati in cui ho raccolto notizie su Mancini, Celli, Fossa, Liberati, Farina e Paolo III e il Dizionario dei personaggi nati e vissuti a Frascati al quale hanno collaborato Marcon e mia sorella Bianca Maria».

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