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Le incisioni seicentesche di Frascati di Carlo Blasi

Luglio 12
22:00 2011

Mi dedicai alla lettura dei numerosi testi su Frascati, cercando di dare forma alle descrizioni dei luoghi e osservai attentamente le stampe e le mappe catastali del periodo di mio interesse, studiando le ubicazioni dei palazzi e la disposizione di strade e piazze. Fu piacevole dedicarmi al disegno e alla pittura, hobby che coltivo da diversi anni, e realizzare un primo disegno a matita di Piazza San Pietro. Soddisfatto del risultato cominciai la composizione di altre tavole ricostruendo palazzi storici, porte di accesso alla città e diversi panorami, arrivando a completare oltre 52 disegni che illustrano con notevole precisione la Frascati del XVII secolo. Più volte mi è stato proposto di far conoscere questi lavori, ma percepivo questo materiale come un percorso personale, quasi intimo, di ricostruzione di un legame con la mia famiglia e con la mia città». Nel Seicento Frascati era cinta di mura che racchiudevano il cuore della cittadella con i suoi tremila abitanti. Le costruzioni non superavano i tre piani, le case non avevano intonaco e le finestre, di piccole dimensioni, erano senza persiane, mentre i portoni d’ingresso dei palazzi e dei tinelli con architravi di pietra sperone e marmi avevano la tipica forma arrotondata in basso, per consentire l’accesso delle botti o il passaggio del carretto. Le strade erano sterrate e solo nel 1835 s’iniziò la tipica pavimentazione a sampietrini; nel centro della città numerosi erano gli spazi verdi.

Qual è il momento che le ha dato maggiore soddisfazione?

«L’inaspettato successo e la meraviglia delle persone nel constatare zone o palazzi ancora presenti. Molte costruzioni le ho rilevate durante le mie ricerche, consultando le stampe dell’epoca, i libri di Seghetti, di Mergè, di Devoti, di don Lionello Razza, e ho scoperto che ci sono ancora angoli antichi e c’è pure una parte delle mura che circondavano Frascati a Piazza del Mercato, così ho realizzato i miei disegni come se si trattasse di una foto tridimensionale. Mi piaceva l’idea di raffigurare Frascati come l’avevano vista i viaggiatori che vi soggiornavano durante il loro Grand Tour».

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