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Le parole dell’anno, la tecnologia, l’infelicità percepita….

Le parole dell’anno, la tecnologia, l’infelicità percepita….
Dicembre 28
12:47 2018

Le parole dell’anno, la tecnologia, l’infelicità percepita….

(Serena Grizi) Nemmeno a dirlo, le parole che hanno disegnato il contorno di quest’anno descrivono problemi esistenti e da risolvere: lo spread (differenza di rendimento tra titoli di stato nostrani e bund tedeschi) dopo una breve parentesi positiva, è tornato ad essere un incubo. La locuzione ancora non ben chiara nel suo significato ‘reddito di cittadinanza’ ha dominato la scena politico economica almeno dalla fine dell’estate in poi. In estate, per evidenti dolorose cronache, si è parlato, si parla, di ponte, intendendo quello crollato a Genova e della sua ricostruzione. L’anno è stato dominato anche dall’acronimo Ong per i rapporti difficili oggi intrattenuti con lo Stato italiano; e l’anno si chiude con terremoto, maremoto, eruzione, vulcano, crolli, mentre non si è ancora sopita l’impressione per i sismi che hanno devastato il Centro Italia, comprese le polemiche seguite all’annosa ricostruzione dopo quest’ultimo e altri terremoti…. E poi gli ultrà allo stadio, gli incendi accidentali o dolosi nella Capitale, i rifiuti, la plastica, il clima che non cessa di preoccupare. In molti, anche durante le attese feste natalizie, celebrano i riti amicali della conversazione e dello stare a tavola con quel tanto di diffusa mestizia che ormai pare incapace di abbandonarci un attimo. Eppure, a ben guardare, il Paese che lavora, cerca di mettere un freno alla decadenza imperante, si adopera per gli altri, è presente tanto quanto l’altra fetta di Paese. Sulle nostre tavole abbondano clementine e mandarini freschi che qualcuno avrà raccolto; dolci industriali o raffinate squisitezze di laboratorio che qualcuno ha preparato. Mettersi anche solo ai fornelli durante il tempo libero è un gesto di dedizione e di affetto per gli altri. Il cielo, spazzato dalla tramontana, ha mostrato una luna piena grandiosa e composizioni di fiori e frutti invernali e luci rallegrano le vie delle nostre cittadine, e a tutto questo qualcuno ha lavorato. L’infelicità, a cui contribuisce il nostro stare sempre collegati mediaticamente, è divenuta però inevitabile. Sappiamo troppe cose, conosciamo troppi avvenimenti non alla nostra portata tutti nello stesso momento.

Scrive un amico sociologo, che cito liberamente, che l’insieme di tecnologie e connessioni e dati immessi in queste, costituiscono oggi una realtà a sé capace di continuare ad elaborare se stessa anche senza la nostra volontà e che dovremo cambiare il linguaggio che descrive noi stessi inseriti nei sistemi ‘democratici’ che abbiamo contribuito a creare, poiché l’attuale linguaggio con cui ci rapportiamo a questo nuovo insieme di tecnologie, connessioni, dati immessi, è ormai insufficiente, non racconta bene questa epoca. E che questo necessario cambiamento di ragionamento e linguaggio ci cambierà profondamente. Dice anche, in soldoni, che i processi politico/sociali che vediamo rappresentati in rete erano già in nuce ‘nel vecchio mondo’ pre-connesso e pre-tecnologico anche se oggi sembra che sia questo sistema di connessione tecnologica a governarci. Infatti, riflettendo, tutti i mezzi, tutte le connessioni, li abbiamo inventati noi e non il contrario, così come gli scarni o ricchi dati che la rete ha assorbito li abbiamo ceduti noi e non il contrario (al netto della nostra ignoranza e dei sistemi di profilazione); se un umano inventa altre identità per il web è sempre la sua fantasia a guidare il gioco. Tecnologia è una parola che sentiamo ormai dire da anni ma il groviglio di senso alla sua base pare che ci rifiutiamo di affrontarlo seriamente quasi fosse una parola tabù, come malattia o morte, e preferiamo utilizzare la tecnologia, tutta quella utile a migliorare le nostre giornate, chiedendoci solo sporadicamente se questa, invece, non utilizzi (o manipoli) noialtri. Nel 2019 una parola interessante da esplorare meglio, allora, potrebbe essere tecnologia. Un’altra mai ben esplorata, per quel che si diceva sopra, potrà essere umanità, assieme a creatività, fantasia, assieme a natura, la quale natura, ignara dei nostri fini, segue un proprio autonomo corso. Questa per davvero. (immagine web)

Letture utili:

Net-attivismo, Massimo Di Felice – Edizioni Estemporanee.

Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali, Luca Mercalli – Einaudi;

Fantasia, Bruno Munari – Laterza.

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