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Le portaerei che non salparono

Le portaerei che non salparono
Novembre 23
17:26 2013

le-portaereiTra gli anni ’20 e l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, la Marina Militare Regia aveva più volte sottolineato la necessità di equipaggiare l’Italia con navi portaerei, un’esigenza che, in un clima politico internazionale così difficile, era stata soddisfatta dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dal Giappone e dagli Stati Uniti. La Conferenza Navale di Washington del 1922 regolò gli equilibri tra le potenze mondiali subito dopo la fine del primo conflitto, mentre il Trattato per il Disarmo fissò le quantità di navi da guerra che ciascuna delle 5 Marine più grandi del mondo poteva possedere: la quota maggiore andò agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, seguiti dal Giappone.

All’Italia – grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo – fu concessa la costruzione di 60 mila tonnellate di naviglio militare: la stessa quota fu assegnata alla Francia. Ma, nonostante tutto ciò, quando l’Italia entrò in guerra, si trovò sprovvista di navi portaerei. Daniele Lembo ricostruisce le vicende storiche della Regia Marina e ne illustra i vari progetti. Il libro viene pubblicato nel 2013, l’anno della morte dello scrittore – valente storico, giornalista, nonché Maresciallo della Guardia di Finanza – stroncato da un infarto fulminante all’età di 52 anni, mentre si trovava in servizio in caserma a Roma, lo scorso 17 marzo. Le portaerei che non salparono, il cui sottotitolo è: le navi portaerei e porta idrovolanti della Regia Marina, racconta di come l’Aeronautica Militare dell’epoca influenzò le decisioni del governo il quale, convinto che l’Italia fosse tutt’al più la base ideale per il decollo di velivoli da guerra, inizialmente non stanziò risorse per la creazione di una moderna e consistente flotta marina, salvo poi pentirsene e correre ai ripari quando la guerra era ormai iniziata. I lavori di allestimento delle due nuove portaerei non furono mai ultimati: la nave l’Aquila era quasi pronta per il collaudo ma rimase inutilizzata nei cantieri di Genova, scampando anche ad un tentativo di furto da parte dei tedeschi i quali cercarono d’impadronirsene per assegnarla alla Repubblica di Salò; lo Sparviero arrivò all’armistizio che era stato appena cominciato. Eppure, come illustra il testo – con grande efficacia ed approfondimento storico e tecnico – , in quel periodo la Regia Marina Italiana stava lavorando a progetti veramente innovativi. Le portaerei che non salparono è l’ultimo libro scritto da Daniele Lembo. Il testo è pubblicato da IBN – Istituto Bibliografico Napoleone.

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