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L’ENEA ha avviato le attività di monitoraggio dell’alga tossica nel Golfo di La Spezia

L’ENEA ha avviato le attività di monitoraggio dell’alga tossica nel Golfo di La Spezia
Luglio 08
17:58 2013

alga tossica golfo la speziaA partire dal 1998, nel Golfo di La Spezia si è verificata una grande fioritura di Ostreopsis ovata e il fenomeno si è verificato anche lungo altri litorali italiani creando talvolta problemi per la salute pubblica. I ricercatori del Centro ENEA di Santa Teresa hanno avviato, in questi giorni delle attività di monitoraggio delle acque del litorale di Lerici per difendere il mare e i bagnanti dall’alga tossica Ostreopsis, un’alga tropicale presente ormai ovunque nel Mediterraneo.

Si tratta di uno studio mirato che prevede controlli frequenti e capillari nello specchio d’acqua tra Tellaro e Santa Teresa e che consentirà al Comune di Lerici di avere un maggiore controllo sulle acque di balneazione di questa zona.

I fattori che favoriscono la proliferazione rapida dell’alga, sembrano essere fortemente influenzati dalle condizioni marine locali in cui l’alga si trova e in particolare dalla temperatura dell’acqua. Per questo in almeno due punti strategici, Baia Blu e Lerici, sono stati collocati dei sensori che misurano di continuo la temperatura.

Dal 2006 i ricercatori dell’ENEA di Santa Teresa sono impegnati a individuare i fattori critici che favoriscono la proliferazione di Ostreopsis ovata in modo da poterne prevedere lo sviluppo e verificare una eventuale correlazione fra densità di Ostreopsis ovata e possibili effetti tossici.

I prelievi, effettuati con cadenza bisettimanale permetteranno di predisporre un’azione preventiva e intervenire tempestivamente, qualora si verificassero situazioni di pericolo. L’alga, che solitamente prolifera e fiorisce nei mari caldi, produce infatti una tossina, velenosa ma non letale se a diretto contatto con l’uomo ma che può diventare pericolosa se presente in molluschi e pesci che vengono mangiati provocando una tossinfezione alimentare con sintomatologia classica di vomito e diarrea, trascorse 6 ore dall’ingestione. Finora nell’uomo gli effetti da contatto si sono limitati a bruciori agli occhi, alle prime vie respiratorie e febbre.

La modalità di esposizione per il manifestarsi dei sintomi non è l’ingestione, ma l’inalazione di aerosol marino e cioè di microparticelle acquose in sospensione contenenti l’alga. Questo giustifica i sintomi anche in soggetti che non praticano attività acquatiche e rende il divieto di balneazione inappropriato per limitare l’esposizione.

L’ENEA, con la sua azione di monitoraggio e di studio ancora una volta si rileva preziosa nell’affiancare e supportare i servizi regionali già forniti dall’Arpal.

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