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L’estranea fatale

Luglio 15
09:48 2012

Titolo: L’estranea
Autore: Elisabetta Rasy
ISBN: 9788817018333
Editore: Rizzoli
Prezzo: € 15,00  e-book disponibile NO

La Rasy non è certo una novellina della scrittura, ma in questo libro si presenta con uno stile asciutto che a volte sembra mancare l’espressione letteraria per la preoccupazione di restituire lo scarno della realtà. Davanti alla vecchiezza, malattia e morte della propria madre ci sono tutte le ragioni per scambiare lo stile con la verità di un momento che forse si ha il bisogno di fotografare così com’è più che di abbellire nel ricordo.

Eppure, man mano che la storia avanza ci si accorge della strana mutazione che la scrittura riesce ad operare: la ineffabile signora B. ultraottantenne ridotta pelle e ossa che si rifiuta ostinatamente di mangiare davanti al cancro che la divora; decisa a tenere nelle mani le sottili redini della propria vita (vuole dottori giovani e sorridenti che siano compiacenti) davanti agli occhi di questa figlia (che si sente ora inerme ora incapace e inadeguata), è e rimane la donna misteriosa che era a poco meno di quarant’anni, bellissima e in carne. Quella che a un certo punto della propria vita aveva abbandonato il marito per seguire l’amore ed era stata poi abbandonata per la prematura scomparsa del compagno; la seconda età l’aveva colta con una gran voglia di vivere e godersi gli affetti familiari sovrana nella ripetitività dei giorni. La figura che si staglia davanti agli occhi del lettore è un caleidoscopio di difetti e virtù, carne e decrepitezza, giorni lieti e tristi che non fa che restituirci l’essere vivente, seppure attaccato dalla malattia e avvolto pian piano dal buio degli ultimi giorni (l’estranea qui è la morte), con tutta la forza che lo pervade e l’affetto incondizionato di una figlia che solo dopo sette anni dalla scomparsa della madre riesce a parlarne, con tratti di riservatezza e pudore unici. Un’operazione così complessa, anche di più, la ritroviamo nello splendido Patrimonio di Philip Roth e nel bellissimo Le parole tra noi leggere di Lalla Romano, Premio Strega 1969 (entrambi Einaudi), dove però il parente messo sotto la lente ipercritica della scrittrice è…il figlio. (Serena Grizi)

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