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L’incanto del Natale nell’evoluzione del pensiero

Dicembre 19
19:57 2017

L’incanto del Natale nell’evoluzione del pensiero
Intervista al prof Guido Brunetti

“Il Natale, un evento straordinario carico di simbologie, mistero e fascino, fin dall’antichità è stato rappresentato- afferma il professor Guido Brunetti in questa nostra conversazione- nelle opere di letteratura, pittura, poesia e musica.
‘S’ode – recita Montale- grande frastuono nella via. S’ode l’indicibile musica…’ “E’ un avvenimento che rivive nel nostro animo con i suoi fiocchi di neve, il presepe, l’albero luccicante, la gioia dei bambini, le slitte e le renne.
Della Natività- spiega Brunetti- parlano la Bibbia, Plinio, Tacito, Svetonio, i Padri della Chiesa. Soprattutto nel Medioevo e nel Rinascimento, la pittura crea grandi opere d’arte. Uno dei primi autori a dipingere la “Natività di Gesù” è stato Giotto, ai primi del ‘300, descrivendo un suggestivo, meraviglioso paesaggio con Maria distesa dopo il parto, Giuseppe che dorme, il bue e l’asinello.
Emergono- aggiunge- capolavori che esprimono un insieme di allegorie e di segni, come nella “Natività” di Botticelli o nell’”Adorazione dei pastori” di Correggio, un’opera che emana una sorta di luce divina, simbolo della Verità, una luce che si contrappone al buio dell’anima e alla miseria umana.
Nel gioco di luci e colori risaltano inoltre i lavori di Tiziano, Giorgione, Caravaggio, Rubens.

Nel corso dei secoli scrivono, tra gli altri, sulla nascita di Gesù, San Francesco d’Assisi, Jacopone da Todi e via via Manzoni, Pascoli, D’Annunzio, Rimbaud, Saba, Ungaretti, Brecht, Lorca. Il senso di pace e di serenità natalizia viene evocato da autori, come Charles Dickens, il quale pone l’accento sulla bontà e l’amore per il prossimo; Hans Christian Andersen con ‘La piccola fiammiferaia’; i fratelli Grimm, Hugo, Balzac e Muller con il suo ‘Babbo Natale’.
Le suggestioni dell’atmosfera di Natale rivivono in Tolstoj, Dostoevsckij, Puskin, Gogol, Cecov, Truman Capote, Silone, Campanile, Gianni Rodari, Giovanni Paolo II.
Fra gli autori di teatro che hanno celebrato la Natività, ricordiamo Shakespeare, Wilder e Edoardo De Filippo con la sua famosa opera intitolata “Natale in casa Cupiello” imperniata nella disputa tra padre e figlio sul presepe”.
Anche la musica ha un ruolo importante? “Le meravigliose melodie in materia rievocano- rileva – lontani, struggenti ricordi. Il fascino e la bellezza della musica sono legati alle sinfonie di Bach, Haendel, Ciaikosckij, Vivaldi. Piene di incanto si rivelano le note musicali cantate da Frank Sinatra, Bing Crosby o Dean Martin. Come non ricordare, infine, “Tu scendi dalle stelle” di Sant’Afonso de’ Liguori, un inno che ha accompagnato la magia e l’incanto della Natività nella nostra infanzia”.
Come è stata, professor Brunetti, la sua infanzia? “La mia infanzia- precisa il noto scrittore- è trascorsa nel calore amorevole di mia madre e delle mie sorelle nell’attesa sempre sofferta di qualche notizia di mio padre prigioniero di guerra, una guerra irrazionale e devastante, fatta di violenza, sangue e morte, causata da individui paranoici posseduti da una pulsione malvagia e patologica di distruzione e autodistruzione”.

Che cosa è il Natale nel nostro tempo?
“Oggi, il Natale, una delle ricorrenze più amate al mondo, da simbolo di pace e amore si è trasformato in uno ‘sfrenato, becero consumismo’. ‘Uomini e donne- scrive Dino Buzzati- fare pacchi, preparare buste, correre al telefono, spostarsi fulmineamente da una stanza all’altra, portando spaghi, nastri, carte, pendagli’. ‘Mi avevi detto- osservò il bue- che era festa della serenità, della pace. Già- rispose l’asinello-, una volta era così. Da qualche anno… Sarà questione della società dei consumi. Li ha morsi una misteriosa tarantola’.
Le considerazioni di Buzzati descrivono una deriva umana, emerge l’egoismo dell’uomo nella ‘rinascita’- dice Tolstoj- di un uomo solo. Anche Salvatore Quasimodo esprime nella sua poesia ‘Natale’ il senso di amarezza e afflizione dovuto al forte conflitto tra il sentimento di pace creato dalla festività e la dura realtà di esseri umani in perenne ostilità, odio e invidia verso altri esseri umani. Da venti secoli- osserva Quasimodo- ‘il fratello si scaglia sul fratello.
La nascita del Cristo- osserva J.R. Miller- era ‘trasformare il peccato e la sofferenza del mondo nella santità e nella gioia del cielo’. Il mondo? ‘Un luogo- chiarisce Muller- di egoismo, crudeltà, conflitto, peccato, ingiustizia, oppressione e dolore. L’amore, l’amore cristiano, nacque quella prima notte di Natale’. ‘L’amore- riflette Christina Rossetti nel suo ‘Canto natalizio’- discese a Natale. Amore per dio e per gli uiomini’.

‘Oh, Dio…aiutaci a rievocare correttamente- asserisce R. L. Stevenson- la nascita di Gesù, che noi possiamo vivere nei canti degli angeli, nella gioia dei pastori, e nelle devozioni degli uomini saggi’. E’ la fascinazione della Natività, così esaltata da Gabriele D’Annunzio: ‘La notte era senza luce; ma tutta la campagna risplendeva di una luce bianca e uguale come il plenilunio, poiché il Divino era nato; dalle campagne lontane, i raggi si diffondevano’.

“Lo spirito della Natività- conclude Brunetti- esprime la testimonianza della dimensione del sacro e del trascendente presenti nell’uomo. E’ la divinità che discende sulla Terra e si materializza nel cuore e nel cervello degli esseri umani. I quali perciò rivelano una natura divina e soprannaturale. Riteniamo che nessun riduzionismo o relativismo e nessun fisicalismo neuro scientifico- teorie che imperversano ormai da anni in filosofia e nelle scienze- possano demolire questa nostra concezione”.
Guido Brunetti, che vive a Roma, ha tenuto lezioni nelle università di Roma, Lecce e Salerno. Scrittore, è autore di numerosi libri nel campo delle neuroscienze, della psichiatria e della psicoanalisi. Il 6 dicembre, il comune di Viareggio ha affisso sul Lungo Molo una targa marmorea contenente una sua poesia intitolata “Ode a Viareggio”, un atto di amore verso la città della Versilia, da lui definita “Terra di ferina bellezza”.

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