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L’italia è una repubblica democratica (?) fondata sul ?

L’italia è una repubblica democratica (?) fondata sul ?
Dicembre 02
09:57 2011

rosolinoDa dieci anni a questa parte per gran parte della popolazione intorno a metà luglio di qualsiasi anno cade quell’appuntamento fisso: il ricordo del g8 di Genova, un ragazzo ucciso, impunità e ingiustizia definita da Amnesty International “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”: il massacro della Diaz rimasto senza colpevoli. Anche quest’anno dopo ben dieci anni è fischiato nelle orecchie di molti quell’appuntamento, e ci siamo ritrovati lì, a camminare, tra i molti video delle mostre (sulla tav, il g8, etc), le foto del passato e del presente: la piazza di nuovo piena a Genova, il movimento in lotta che non ritrae ma avanza… come il mare. Quel giorno però le orecchie fischiavano più forte. Quel giorno, dopo la commemorazione delle ingiustizie impunite, ritorno a casa da Genova, a quel tempo lavoravo ancora e a Milano. Giunge fulminea la notizia dell’incendio alla stazione Tiburtina, partono fulminee le accuse al movimento no tav, guarda caso. Sono false, l’incendio scoppia per guasti elettrici. Eppure proprio allo scadere dei dieci anni da Genova, si direbbe che si tratti di un appuntamento perfetto, anche l’incendio per accusare i no tav, per un piano diabolico, ed eccolo che lo vediamo realizzato: finalmente arriva il giorno dell’inaugurazione della stazione Tiburtina, è lunedì 28 novembre e non manca nessuno, le autorità sono lì, le televisioni in prima linea, solo non si vedono (indovinate chi?) i manifestanti fuori della stazione Tiburtina! Ma guarda un po’ loro non fanno più notizia. Sembra che la storia sia ormai fatta solo da governi, entità statali, funzionari dello stato, scommesse alla borsa, risse…. la popolazione ormai, quella non fa più notizia, è un effetto collaterale della guerra giornaliera al “si salvi chi è ricco”. E infatti chi prende treni ad alta velocità? E chi non li può prendere? Chi da sempre prendeva treni notte? Chi viaggiava per questo per lunghe tratte a prezzi convenienti? Ma no, non vi dovete preoccupare per quelle migliaia di persone perché per loro non c’è problema: non prenderanno più treni notte, e poi semplicemente non prenderanno più treni. Ormai, vedete, nella stazione Tiburtina non ci entrano neanche i manifestanti, quelli che fino a qualche giorno fa ci andavano tutti i giorni perché vi lavoravano. La stazione Tiburtina il 28 novembre 2011 è “riservata”… ai capi di stato, alle televisioni, ai “vip”. Quelli che hanno deciso la taglia sulla testa di migliaia di persone comuni viaggiatori: 330 milioni di euro per il rifacimento della stazione Tiburtina in cambio della loro libertà a viaggiare, a decidere cosa è meglio per loro; è la legge del far west, la legge del più forte, oltre i diritti e la democrazia.
E’ un’opera “magnifica” la stazione: su internet potete vedere tutte le foto che volete, per un’opera di 330 milioni di euro… mentre non vedrete mai le foto dei treni notte abbandonati sui binari. Quelli funzionano ma non potete salirci: sono in condizioni penose (a dir poco), non vi puoi respirare, sono stati bruciati all’interno, c’è cattivo odore, rifiuti, i materassi dei vagoni letto sono per terra, tutto è sconquassato… eppure funzionano (non sono rotti)… eppure sono i nostri quattrocentomila euro che vengono buttati su quei binari. Ma le televisioni riprendono la bellezza della stazione dietro cui si nasconde lo schifo. E così come sono trattati i treni e i nostri soldi, soldi pubblici, vengono trattate anche le persone, allo stesso modo o quasi: mille lavoratori di Trenitalia che perderanno il posto allo scoccare dell’ora in cui verranno buttate altre centinaia di migliaia di euro per treni notte che non viaggeranno più, allo scoccare dell’ora in cui perderemo anche noi il nostro posto sui treni notte.
Viaggiatori che di consueto prendevano il treno per lunghe tratte come Torino – Palermo o Milano – Siracusa non potranno viaggiare con treni notte e saranno costretti a cambiare treno più e più volte. Lo stesso avverrà per quelle mamme che portavano i bambini dalla Sicilia nell’ospedale di Genova. Rimarremo tutti a piedi… a guardarci il “panorama” dei suv sempre più numerosi e ugualmente pericolosi, che sfrecciano tranquilli di inquinare di più (le multe previste per l’inquinamento e i danni che provocano non si fanno, mentre per entrare al centro di Londra un suv deve pagare, giustamente, almeno 33 euro). Rimarremo tutti a piedi… tanto ci sono gli aerei che per voli per brevi tratte inquinano di più in proporzione a quelli per lunghe tratte, così potremo raggiungere il record per inquinamento non solo provocato dai rifiuti sulla terra ma anche dai rifiuti nel cielo.
A Tiburtina arrivano per la protesta i familiari delle vittime di Viareggio, lavoratori e lavoratrici delle ferrovie che rischiano di perdere il posto di lavoro, comitati locali, studenti e studentesse solidali. “A Tiburtina c’è gente che si è sobbarcata molte ore di viaggio per arrivare fino a qui” dice un familiare delle vittime dell’incidente ferroviario di Viareggio, ma a loro che importa? Basta che paghi, in tutti i sensi. I familiari delle vittime della strage di Viareggio, che sono giunti fin qui per manifestare il loro sdegno per soldi spesi solo per opere gigantesche (invece di prendere in considerazione la sicurezza dei viaggiatori); per chiedere verità sull’iter processuale e per chiedere l’integrazione di un lavoratore delle ferrovie, schierato con i familiari delle vittime e licenziato per “conflitto d’interesse” (!)… sono stati lasciati fuori la stazione. E come se non bastasse vengono caricati quando cercano di entrare, chiedendo un dialogo con chi è blindato lì dentro. Ma “democrazia” è parola ormai parola svuotata di senso, e gli “dei dell’olimpo”, i politici, restano comodi “tra le nuvole” della loro indifferenza, soffrendo di quella forma di “gigantismo” che li fa vivere “fuori dal mondo, reale, comune”: lontano dalle persone che dovrebbero rappresentare.
L’inaugurazione termina finalmente. Ma la protesta continua, gli abitanti di Viareggio riprendono il treno senza essere stati ascoltati (ma sicuramente più intenzionati di prima a farsi ascoltare) e qui a Roma, in via Prenestina, continua il presidio di alcune decine di lavoratrici e lavoratori impiegati sui treni notturni, che Moretti vorrebbe tagliare, che hanno ricevuto la lettera di licenziamento per l’11 dicembre. Sono lavoratori della “Rail Services International” (Rsi), che si occupano della manutenzione delle vetture, e della “Servirail Italia” (ex Wagon Lits), che hanno a che fare con l’accoglienza sui treni notte. Sono qui dal 24, ed ogni giorno senza tregua, mattina e pomeriggio, salgono sulla palazzina di Trenitalia, in via Prenestina, per dare voce alla loro protesta. Ma finora, anche dopo la protesta a Tiburtina, non è stato ancora aperto nessun tavolo di trattativa e dialogo con Trenitalia e Moretti. Finora non hanno ricevuto nessuna risposta da Trenitalia, sarà per caso sorda? “Occupiamo i tetti per dimostrare che esistiamo, che non siamo numeri, e chiediamo il diritto al lavoro e la vita” protesta Giuseppe Maggiolino, giovane che non sa cosa ne sarà del suo futuro nei giorni a venire e come lui sono in migliaia, giovani e meno giovani, sposati e con figli, che hanno speso metà della loro vita a lavorare sui treni! “Passeremo le notti qui con sacchi a pelo e tende”, rivendica uno dei lavoratori, 53 anni, da 25 dipendente della Rsi, che assicura la manutenzione delle vetture letto, “siamo intenzionati a restare qui anche per giorni. Mauro Moretti (amministratore delegato di Fs ed ex sindacalista per di più) ha firmato un accordo con una società francese e così licenziano 800 persone. Chiediamo che i licenziamenti vengano revocati e di venire riassorbiti”. Per effettuare il nuovo servizio, infatti, Trenitalia ha effettuato un bando di gara europeo che a giorni vedrà assegnare il servizio a nuovo operatore. L’11 dicembre, dovrebbe infatti scadere l’appalto con le due società (Rsi e “Servirail Italia”), che assieme ad un terza, “Wasteels International”, si occupano della gestione notturna dei treni italiani. Ma la ditta francese “Eolia” che dovrebbe entrare a regime dal 12 dicembre assume solo personale francese, lasciando quello italiano a casa! Persone che hanno dedicato una vita al lavoro si ritrovano per strada.”
E’ agghiacciante, ma se proseguiamo nell’ascoltare i racconti il dramma diventa ancora più terribile. “L’intenzione è quella di distruggere i treni notturni e così anche la scelta dei viaggiatori. Si viaggerà di giorno. Ci sarà un disagio spaventoso: treni da cambiare e prezzi che si alzano.” Ci dicono i ferrovieri che protestano sulla palazzina di Trenitalia. E qui veniamo al colmo e all’obbrobrio: apprendiamo che la stessa Trenitalia per dimostrare che non c’era richiesta sui treni notturni ha effettuato un boicottaggio interno facendo sì che i viaggiatori non riuscissero ad effettuare le loro prenotazioni sui treni notte… così, treni che in teoria dovevano partire al completo, viaggiavano con pochissime persone! Questo è troppo. Ma perchè? Questi treni, spiegano da Trenitalia, non si sono mai pagati da soli. Sono sempre in passivo. Esistono solo perché vengono in parte pagati dallo Stato che li considerava, fino a qualche tempo fa, un servizio importante per i cittadini. Ora le cose sono cambiate, i fondi da destinare a questo servizio si sono ridotti e allora le possibilità erano due: cancellare definitivamente il servizio oppure effettuare un drastico taglio. A oggi pare che sia prevalsa la seconda opzione ossia una notevole riduzione dei convogli che comporterà anche un esubero di alcune centinaia di lavoratori!
Per questo i lavoratori che hanno ricevuto la lettera chiedono un incontro con Napolitano. Per questo lunedì, in occasione dell’inaugurazione della nuova stazione Tiburtina, alcuni manifestanti avrebbero consegnato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano un appello. Un messaggio di aiuto per salvare il posto di lavoro e non far sparire una delle tipologie di viaggio che più è entrata nella memoria collettiva del Paese. Fuori la stazione Tiburtina, intanto, i ferrovieri fanno appello alle istituzioni affinché vengano rispettati questi sacrosanti diritti “al lavoro e alla vita” e aggiungono anche loro, come i familiari delle vittime di Viareggio, che venga rispettato “il diritto alla sicurezza” che non è stata così efficace neanche per loro: hanno avuto un contratto di solidarietà da due anni, ciò vuol dire due lavori (vagoni o cuccette) pur di poter lavorare. Inoltre le vittime nel trasporto ferroviario da quattro anni a questa parte sono di 32-33 lavoratori tra ferrovieri e ditte d’appalto (un lavoratore ogni cinquanta giorni). Qui, fuori dalla stazione, continuano a gridare di essere ascoltati e chiedono una delegazione per poter essere ricevuti dal presidente Napolitano. Anche i no tav protestano da qui ma nessuno risponde né ascolta. E Non c’è nessuno che durante le cariche dei familiari si pone tra forze dell’ordine e istituzioni, nessuna delegazione, nessun politico. Ci sono anche i comitati di Tiburtina, Casal Bertone, San Lorenzo, municipi investiti dalla costruzione di questa “grande opera” ma che non hanno tratto nessun benificio da ciò, anzi assistono ad un aumento dei prezzi delle case a causa della nuova stazione.

 

“Moretti l’esubero sei tu. I lavoratori non ti vogliono più”, si legge su uno striscione posato a terra sulla palazzina di via Prenestina. Fuori, davanti alla facciata, un manichino senza testa e con la divisa dei servizi per le cuccette pende davanti a uno striscione dedicato a Napolitano e ai 150 anni dell’Unità d’Italia. “La Servirail, ex Wagon Lits, ha 135 anni, quasi quanto il nostro Paese e più delle Ferrovie”, dice Maria Panaro, 26 anni, da quasi sette in servizio come cuccettista sui treni notte.
Ma loro che soffrono di “gigantismo” scenderanno dalle nuvole per parlare con i comuni mortali oppure dai tetti di Trenitalia ci si dovrà spostare sulle loro case o meglio nella “reggia parlamentare”?

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