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Mancati trasferimenti: Montino e Nieri scrivono lettera ai comuni

Novembre 27
15:41 2009

Si tratta di un atto dovuto per ragioni di trasparenza e perché tutti, attraverso un’informazione corretta e documentata, possano assumersi le proprie responsabilità di fronte a quella che sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza. Si tratta di soldi dovuti che in parte, circa 439 milioni di euro, risalgono addirittura agli anni 2004/2005.
La Regione ha fatto la sua parte e rispettato gli accordi. Un ingiustificato reiterarsi del blocco dei trasferimenti che spettano ai cittadini del Lazio provocherebbe un danno senza precedenti e impedirebbe, tra il resto, l’erogazione di ben 590 milioni di euro agli enti locali del territorio per i quali sono già pronti i mandati di pagamento.
E’ inaccettabile che il governo utilizzi per fini che nulla hanno a che vedere con la buona amministrazione risorse pubbliche destinate ai Comuni, alle imprese e ai cittadini.

Di seguito il testo della lettera:

Egregi Presidenti, Egregi Sindaci,

crediamo necessario condividere con tutti Voi le straordinarie difficoltà di cassa che la Regione Lazio ha dovuto affrontare in questi anni e che, se possibile, si sono acutizzate nel corso degli ultimi mesi.
Saprete tutti che è stata ereditata una Regione con gravissime anomalie strutturali: oltre 10 miliardi di debiti sanitari fuori bilancio, che sono costati ai cittadini e alle imprese del Lazio 310 milioni di euro di rate ogni anno dal 2008 per trenta anni; un disavanzo di oltre 2 miliardi l’anno che è costato ai cittadini e alle imprese del Lazio circa 1 miliardo di maggiori tasse dal 2006, per effetto dell’incremento dell’imposizione di IRAP ed IRPEF ai massimi livelli; l’assenza dei più normali controlli contabili sui conti sanitari e addirittura l’assenza degli stessi bilanci delle ASL dal 2003.
Abbiamo avviato nel 2006 il Piano di Rientro Sanitario Regionale che ha prodotto importanti risultati pur non riducendo il disavanzo sanitario nella misura prevista dal Piano. Oggi il sistema del controllo dei conti, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze nonché della Sanità è nuovamente attivo ed il disavanzo è sceso a 1350 milioni di euro per il 2009 (dato del Tavolo di Verifica, Novembre 2009). Rimangono evidentemente da risolvere ancora alcuni importanti nodi strutturali della sanità del Lazio tra cui il riordino della rete ospedaliera in favore della medicina territoriale, rispetto al quale però non crediamo sia possibile calare delle misure senza un forte coinvolgimento delle comunità locali.
Parallelamente al riordino dei conti e alla riduzione del deficit, lo Stato avrebbe dovuto far sbloccare i fondi inerenti la stessa spesa sanitaria, fermi al 2004, nonché la fiscalità aggiuntiva, oggi ferma al 2007, per rendere possibile il pagamento delle spese sanitarie effettuate negli anni dal 2004 ad oggi.
Ma in questi anni mai siamo scesi sotto i 4 miliardi di crediti verso lo Stato.
Oggi, l’anticipazione regionale di circa 2 mld è pressoché pienamente utilizzata, e anche quelle delle ASL per circa 600 mln. Sono oltre 100 milioni gli oneri finanziari annuali a carico della Regione determinati dallo strutturale ritardo di trasferimento delle risorse sanitarie e della fiscalità, per non contare tutti gli interessi pagati e da pagare ai fornitori o loro cessionari per i ritardati pagamenti, anch’essi per decine di milioni.
Sul tema dei pagamenti sanitari la Regione Lazio ha fatto degli straordinari passi avanti attraverso l’accordo dei pagamenti 2009-2010 passando da oltre 600 giorni a 180 giorni di pagamento. Questo sistema, fondamentale tassello di risanamento con il riallineamento tra cassa e competenza, si arresta automaticamente in mancanza di cassa.
In questo quadro di strutturale ricorso all’anticipazione di tesoreria, la Regione Lazio con la legge di assestamento di bilancio 2009, aveva previsto l’attivazione dello strumento dell’accollo, di cui al codice civile, per sostenere, nel mezzo di una crisi economica e finanziaria internazionale straordinaria, il pagamento verso gli enti locali, le famiglie e le imprese nel rispetto del patto di stabilità.
Tale strumento, approvato anche dagli istituti bancari di tesoreria, non potrà essere reso operativo se lo Stato non sbloccherà le risorse di competenza regionale, stante il raggiungimento del livello massimo di anticipazione di tesoreria.
Alla richiesta di anticipazione delle quote di nostra spettanza, inoltrata al Ragioniere Generale dello Stato, non abbiamo avuto alcuna risposta.

La mancata attenzione alle istanze da noi rappresentate, mette a rischio l’intero sistema regionale fatto, di enti locali, di sanità, di trasporto pubblico locale, di imprese e famiglie e con esso la “pace sociale” del territorio come ricordato dal Prefetto di Roma in una sua recente missiva.

Abbiamo inteso comunicarvi quanto sopra per esigenza di informazione corretta e di trasparenza ed anche al fine di individuare quali siano i livelli di responsabilità intorno alle difficoltà di pagamento che continuiamo a riscontrare.

L’Assessore al Bilancio, Il Vice Presidente
Programmazione economico-finanziaria, Esterino Montino
Partecipazione
Luigi Nieri

 

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