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Manuel Frattini protagonista di “Peter Pan – il Musical”

Manuel Frattini protagonista di “Peter Pan – il Musical”
Marzo 01
02:00 2007

“Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto, fino al mattino poi la strada la trovi da te porta all’isola che non c’è”…era il 1980 quando Edoardo Bennato pubblicava lo splendido album “Sono solo canzonette” da cui è tratto questo frammento del brano “L’isola che non c’è”. Ed oggi a distanza di ventisette anni una stella nascente, il ballerino e coreografo Manuel Frattini, è approdata al Teatro Politeama Brancaccio di Roma che ha ospitato dal 23 gennaio al 18 febbraio “Peter Pan il Musical”, tratto dal romanzo di James Matthew Barrie, in cui ad interpretare il ragazzo che non voleva crescere è stato proprio l’artista Frattini.
Lo spettacolo è stato realizzato da una produzione italiana con un cast d’eccezione di venticinque artisti, le musiche, affidate ad Edoardo Bennato, sono state integrate da un brano inedito “Che paura fa Capitan Uncino”.
Perché Peter Pan ha scelto di apparire proprio nella famiglia Darling protagonista della storia? Sicuramente perché sapeva che in quella casa c’era spazio per i sogni, la fantasia, l’allegria, le avventure immaginarie. C’è un momento dello show, quando Peter Pan incontra i bambini, in cui dice loro che vuole sognare un mondo migliore con l’aiuto della fantasia, non per sfuggire la realtà ma solo per darle un’aggiustatina… La magia della favola è quella di ricordarci della magia dell’infanzia, della sua spensieratezza, della creatività e spontaneità che purtroppo non ci appartengono più nell’età adulta. Tenere “imprigionato” il bambino interiore che ci appartiene, relegandolo ad un ruolo subalterno, ci farà vivere la vita ad un livello più basso. L’uomo all’interno della sua psiche e del suo cuore ha un suo mondo incantato, che giace senza vita né memoria, questa ricchezza va risvegliata, coccolata, riscoperta. I bambini con la loro fantasia riescono a trasformare tutto ciò che toccano, nella loro voglia di magia, nel voler creare, immaginare altri mondi, altre realtà, facendo meravigliosamente finta di interpretare altri ruoli, altre situazioni, fantasticando, inventando, educando il cervello a pensare in modo fantasioso e bizzarro; il vero lavoro del bambino è proprio il gioco, e gli adulti dovrebbero ritrovare il piacere ludico dell’esistenza, soprattutto perchè come diceva il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry: “tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano”.
Questo è il miracolo di Peter Pan e della sua storia senza tempo, della sua natura infinita che ci conduce lontano, per farci guardare le situazioni dall’alto, dove tutto sembra più bello, fino a percepire l’essenza delle cose, abbandonando la conoscenza pratica e riappropriandoci delle emozioni che solo un volo con la fantasia ci può regalare. Capitan Uncino non vincerà mai finché esiste la fantasia, il coraggio e la polvere di stelle, ma per fare tutto questo, occorre cavalcare la vita sulle ali della libertà, allargare la nostra mente, esplorare nuovi orizzonti da cui affacciarci, ricordando che come miagolava Zorba in “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Sepulveda: “Vola solo chi osa farlo”.
Un musical incantevole, delicato, brillante, un inno alla fantasia, al sogno, momento toccante quello in cui il protagonista Manuel Frattini nel ruolo di Peter Pan, incita grandi e piccini a salvare la vita a Trilly la fatina amica di Peter Pan, invitando tutti ad alzarsi in piedi e gridando: crediamo nelle fate!!! La piccola Trilly realizzata grazie ad un raggio laser ha ricominciato a volare sostenuta dal coro del pubblico, la sua figura impalpabile, giocosa e tintinnante, di un verde brillante ha rallegrato così tutto il teatro rapito dagli effetti speciali di una sofisticata tecnologia.
Uno spettacolo entusiasmante, divertente, emozionante. Belle le scenografie dipinte, i cambi di scena, perfette le coreografie merito del genio istrionico del Trasformista Arturo Brachetti, intensi i momenti cantati e l’interpretazione di Alice Mistioni nel ruolo di Wendy, che permetterà alla famiglia Darling di credere alle favole; ed anche se sappiamo che ogni favola è un gioco, impariamo a considerarle un patrimonio della letteratura infantile, ed un salvifico rimedio del cuore e della mente per gli adulti, da rispolverare insieme ai classici d’autore!

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