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Mari/Terre: un Convegno filosofico per un etica della convivenza

Novembre 18
10:46 2016

A curare l’organizzazione del Convegno filosofico Mari/Terre, presso l’Associazione Esquilino domani (via Galilei, 53 – Roma), è il filosofo castellano Aldo Meccariello, stimato professore di filosofia e instancabile divulgatore. L’incontro previsto per il 25 novembre si dividerà in due sessioni, una mattutina dalle 9.30 alle 13.30, ed una pomeridiana dalle 15.30 alle 19.00.
L’attenzione è rivolta particolarmente al Mediterraneo, questo frammezzo di mari e terre che oggi è teatro drammatico di vicende che scuotono la coscienza del mondo come il terrorismo, il fondamentalismo, l’odio e il razzismo. Per capire più attentamente le tematiche dell’incontro abbiamo rivolto qualche domanda al Prof. Meccariello:
Come nasce l’idea di questo incontro?
Il seminario Mari/terre che si svolgerà il prossimo 25 Novembre è organizzato da Azioni Parallele che è una rivista di filosofia on line (www.azioniparallele.it) da tempo impegnata a dibattere le grandi questioni del presente da un’ottica filosofica. Infatti, il numero del 2016 che scorre sul sito della rivista è dedicato a Mediterraneo/mediterranei. Il Mediterraneo o i mediterranei sono mari fra le terre, mari che le dividono e le collegano nello stesso tempo. Il mare nostrum è un pluriverso di popoli e di lingue, un mare su cui si affacciano tre continenti e tre religioni monoteistiche, oltre a tutto quello che resta delle più antiche credenze politeiste e a tutto quello che si è aggiunto con le postmoderne adesioni ai culti più disparati, miscredenza diffusa compresa, opzione peraltro già sempre presente in tutti i contesti. Tra mari e terre ci sono scenari drammatici che possono produrre inediti e terrificanti scontri di civiltà fra Occidente e Oriente, vanificando l’idea stessa di Europa. Ci sono vie alternative che riconfigurino mari e terre all’insegna di un’etica dell’ospitalità e della civile convivenza tra culture, popoli, e religioni? Sono interrogativi urgenti a cui non ci si può sottrarsi. Ora si innalzano muri e barriere che tracciano ossessivamente i rassicuranti confini europei a fronte della crescente pressione delle migrazioni e dei conflitti disseminati nel Medio Oriente, fino a minacciare la presunta integrità dell’Unione Europea. L’elezione di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti d’America è motivo di ulteriore di preoccupazione anche per la stabilità dell’Europa. Il nostro seminario, riflettendo intorno ai Mediterranei, intende allargare l’orizzonte su Mari/terre per rimettere sui giusti binari una riflessione filosofico-politica fuori degli schemi accomodanti e fuori delle facili formule giornalistiche.
Chi sono i relatori?
Il taglio del seminario è interdisciplinare. Parteciperanno anche gruppi di studenti e docenti perché crediamo che il lavoro filosofico abbia sempre una valenza formativa e informativa. Abbiamo chiamato studiosi e specialisti, professori universitari e docenti afferenti a discipline diverse. Tra questi, il prof. Fabrizio Lomonaco dell’Università di Napoli “Federico II” e presidente dell’Consorzio Interuniversitario del Mediterraneo, il prof. Luciano De Fiore che insegna alla Sapienza di Roma, la prof.ssa Daniela Falcioni che insegna Antropologia filosofica presso l’Università della Calabria.
Quale ruolo possono avere oggi la Filosofia e la Letteratura nella costruzione di un nuovo spazio di condivisione?
É una bella domanda. Spesso c’è molto ritrosia snobistica ogni qual volta si tenta di abbozzare il ruolo della filosofia nelle discussioni pubbliche e nella costruzione di un’etica pubblica che continua a scarseggiare nel nostro paese. Oggi alcuni importanti filosofi italiani si prestano, forse senza avvedersene, ad essere usati e strumentalizzati da Tv e giornali quando c’è qualche fatto sconvolgente di cronaca o di politica. Il filosofo è chiamato a commentare, a dire la propria opinione, a pontificare a torto o a ragione su determinati eventi. Ho l’impressione che tale veste un po’ sacerdotale non giovi alla filosofia e alla sua utilità. Anche la moda festivaliera mi convince poco. A dire il vero anche la consulenza filosofica non mi pare che sia una buona cosa. E allora?
Il respiro della filosofia è più profondo del respiro della politica ed è un peccato non approfittarne. Oggi si sente la mancanza di Socrate e delle sue dimissioni dalla scena pubblica. La filosofia dovrebbe ritrovare lo spirito di quell’esperimento grandioso che iniziò ad Atene 2400 anni fa ed entrare a far parte dell’alfabeto intellettuale delle classi dirigenti. Il contributo imperituro della filosofia è chiarire e vegliare valori e disvalori che impregnano l’esperienza della nostra vita.

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