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Montismo e riciclaggio

Dicembre 30
19:57 2012

Non mi sono mai piaciuti i ministri ‘tecnici’, figurarsi i governi tecnici! Per quali motivi? Il primo è quello che i tecnici non hanno una visuale politica di ampio respiro e sono costretti ad una prassi solo gestionale; il secondo motivo è che un ministro tecnico non osa mai toccare la categoria o l’ambiente da cui proviene. L’estrazione di provenienza condiziona fortemente le scelte e le decisioni amministrative, lo si è visto con tanti ministri precedenti che, pur se competenti nel loro settore professionale, non si sono mai azzardati a prendere qualche provvedimento che minimamente fosse sfavorevole alla ‘casta’ di appartenenza!

E così è avvenuto col governo tecnico di Monti. La crisi internazionale e quella italiana non sono apparse dal nulla ma erano diretta conseguenza di anni di giochi fallimentari dell’alta finanza e delle cordate bancarie. E proprio verso alta finanza, banche, manager, parlamentari e varie categorie forti e protette, non si sono presi adeguati provvedimenti per un loro ridimensionamento più che doveroso oltre che per far pagare loro gli errori commessi. Il che significa che alla solidarietà e sussidiarietà si preferisce far quadrare i conti comunque questo avvenga.
Tuttavia non si può certo sparare addosso a Monti e ai ministri (non a tutti per la verità) del suo governo, perché dopo il disastro cui ci ha portato l’allegra gestione ‘politica’ (!?) di un quindicennio berlusconiano, oltre alla finanza ‘creativa’ di Tremonti e altri personaggi, finalmente l’Italia è nuovamente ‘accolta’ nel novero degli Stati degni del consenso di quell’Europa che un tempo forse troppo lontano e dimenticato, alcuni veri politici e statisti (quelli si, che lo erano, come De Gasperi per intenderci!) avevano contribuito a fondare, così come si è dato inizio ad una fase della politica meno ‘gridata’ e arrogante ma riportata nell’alveo del suo ruolo
A questo punto però e in vista delle prossime elezioni dobbiamo pur ricordarci che il piano di risanamento italiano è dovuto oltre che ai tagli (e quelli nella Sanità, all’Università, alle pensioni e al welfare sono i più dolorosi) soprattutto all’aumento delle tasse che hanno impoverito milioni di persone e soprattutto le famiglie, con grave danno per le classi meno abbienti ed anche per il ceto medio che ha perso pure quel minimo di risparmi faticosamente accantonati e su cui sperava di poter contare, tanto che qualcuno pensa già che, nell’immediato, per pagare IMU, Tarsu (o Tares come si chiamerà) e le varie gabelle sulla casa, probabilmente la casa se la dovrà vendere!
Per questo il nuovo governo che uscirà dalle prossime elezioni non potrà più essere ‘tecnico’, ma pur proseguendo nella sobrietà (però con sacrifici equamente e proporzionalmente distribuiti su tutte le classi e non solo su quanti non hanno santi in paradiso), deve avere chiare prospettive politiche di ampio respiro e dovrà tracciare precise linee di sviluppo, a partire dal sostegno dei nuclei familiari e con doverose e urgenti scelte sul lavoro che vanno inquadrate nell’ottica europea e facendo si che sia la politica a guidare il mercato e non viceversa.
La recente nuova ‘apparizione’ del satrapo gaudente volta a scompaginare il panorama socio-politico italiano, se ha ottenuto il risultato che l’obsoleto, altalenante e decrepito personaggio abbia avuto l’ostracismo da parte degli osservatori politici internazionali e soprattutto dell’opinione pubblica italiana, è pur vero che dopo l’unanime giudizio negativo su quest’uomo ‘catto-massone’, a suo tempo comunque sostenuto dalla benedizione di qualche noto ecclesiastico, si è aperta una certa diaspora da quello che era stato il ‘suo’ partito personale, di quanti sono tuttavia sempre intenzionati a conservare in ogni caso la poltrona parlamentare.
Il pericolo sta pertanto non solo nelle nuove formazioni demagogiche dell’antipolitica (dai Grillini in giù) ma soprattutto nel grande confluire sul cosiddetto ‘Centro dei moderati’ (con Monti o senza) non solo dei Casini, i Montezemolo e di qualche esponente cattolico ‘capato nel mazzo’ di quelle associazioni che pare abbiano dimenticato quale sia stato e debba essere il loro compito principale; e comunque questi novelli cattolici – sono ben supportati da una certa gerarchia ecclesiastica (sempre quella, che al pluralismo politico dei cattolici preferisce una presunta ‘unità’ congiunta ad un malcelato e strumentale confessionalismo); ed il rischio sta pure nel supporto a questa coalizione di quanti sono stati i burattini manovrati prima in Forza Italia dal cavalier ‘ghe pensi mi’, poi nel PDL (il Partito Del Predellino!), che hanno contribuito già abbastanza allo sfascio d’Italia, e infine da parti centrifughe della destra che non potendo contare su un proprio referente autorevole si intruppano anch’essi tra i sostenitori della ‘Agenda Monti’, per cui il risultato che ne potrebbe conseguire sarebbe quello che non solo il burattinaio di Arcore non sarà messo in disparte (specialmente se si alleerà con la Lega), ma potrebbe anche determinare le scelte future, con, da una parte, un ‘centro’ che punta a vincere da solo senza alleanze ma che non riuscirebbe a superare l’8 o 10%, e, dall’altra, con un PD in cui potrebbe restare ulteriormente minoritaria l’area del cattolicesimo democratico. Va decisamente superata perciò la logica del ‘moderatismo’, che si è incanalata nel ‘montismo’ liberale (e liberistico) odierno, quasi che la ‘Agenda Monti’ sia il nuovo Vangelo e Monti l’uomo della Provvidenza! Ma di uomini della Provvidenza, ce ne sono già stati altri in precedenza con risultati per lo meno disastrosi; ma forse non è bastato!

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