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“No al cantante blasfemo nella Tv di Stato”: Rufus Wainwright e il Festival di Sanremo

“No al cantante blasfemo nella Tv di Stato”: Rufus Wainwright e il Festival di Sanremo
Febbraio 16
15:32 2014

rufus3È polemica sulla partecipazione al Festival di Sanremo di Rufus Wainwright: l’icona gay che salirà sul palco dell’Ariston il 19 febbraio viene contestata da gruppi e associazioni nati in difesa dei valori della famiglia e del sentimento religioso. ‘CitizenGo’ intende chiedere alla Rai di sospendere la partecipazione dell’artista, considerandolo un ospite inadatto alla kermesse canora più importante della TV pubblica.

«No al cantante blasfemo, sul palco coi nostri soldi» è il monito che accompagna la petizione lanciata on line dai detrattori del cantante canadese, il quale ancora non si sbilancia con la stampa a proposito della sua esibizione al festival, ma si dice un profondo amante della musica lirica. Arriva in Italia per promuovere il suo nuovo album – Vibrate, in uscita il 20 febbraio – la star del pop mondiale, attivista agguerrito nella difesa dei diritti delle persone LGBT, noto al pubblico per il successo di Gay Messiah: il brano che è all’origine del rifiuto dell’associazione CitizenGo.
rufus2Rufus Wainwright – che ha sposato il suo compagno Jörn Weisbrodt, ha chiesto alla sua amica Lorca Cohen (figlia del cantautore Leonard Cohen) di dare alla luce sua figlia – è noto per i suoi show trasgressivi e i testi espliciti delle sue canzoni. Gay Messiah, in particolare, è una canzone contenente alcuni versi che, secondo CitizenGo: apparirebbero «denigratori nei confronti del sentimento religioso e dei credenti». Il musicista di Montreal ma nato a New York, è infatti ricordato per le sue esibizioni dal vivo, in cui spesso compare crocifisso davanti al microfono, cantando di un Dio che rinasce dal porno degli Anni ’70, scende dalle stelle dello Studio 54 e prega per i nostri peccati. A turbare i detrattori del cantante sono i versi: «No it will not be me/Rufus the baptist I be/No I won’t be the one/Baptized in cum» (No, non sarò io/ Rufus, il battista, sarò/non sarò quello che lo battezzerà con lo sperma»), considerati una forma di «vilipendio alla religione», secondo l’articolo 403 del Codice Penale. CitizenGo ritiene «vergognoso che un telespettatore debba essere insultato e offeso nella sua libertà religiosa da un cantante pagato con le tasse che egli stesso versa nelle casse dello Stato» e perciò si appella al direttore generale della RAI, Luigi Gubitosi, e alla presidente Anna Maria Tarantola, affinché sospendano l’invito rivolto nei giorni scorsi al musicista.

rufus w in croceL’artista, attesissimo nel nostro Paese, anche col suo prossimo tour, al Festival, si esibirà accompagnato dall’orchestra della Rai. Vibrate è un disco che raccoglie i migliori successi di Rufus Wainwright – come Going to a town, Cigarettes and chocolate milk, Out of the game – e alcune cover: Hallelujah di Leonard Cohen e Across the universe di Lennon-McCartney. A promuovere il disco in uscita è la canzone inedita Me and Liza, scritta con Guy Chambers: eseguibile al pianoforte, è uno dei due brani che Wainwright – figlio d’arte dei cantanti folk Loudon III e Kate McGarrigle e sedicente appassionato dell’opera verdiana – sta pensando di proporre agli spettatori di quel “festival dei fiori” immancabilmente accompagnato dalle sue polemiche. Intanto, l’azione dei cittadini allarmati da un possibile attacco ai valori prosegue e perciò il pubblico sarà spettatore di come la RAI avrà deciso di affrontare la questione.

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