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#Nonleggeteilibri – Il delitto (irrisolto) di Giarre, simbolo delle lotte di un’epoca

#Nonleggeteilibri – Il delitto (irrisolto) di Giarre, simbolo delle lotte di un’epoca
Giugno 25
16:34 2022

«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)

(Serena Grizi) Il delitto di Giarre – 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia di Francesco Lepore Rizzoli ed. 2021 € 17,00 isbn 9788817157407 e-book 2021 € 9,99. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR: NO

Libro a metà tra inchiesta giornalistica e storia del movimentismo popolare e politico LGBT+ per il riconoscimento di diritti civili. Il delitto di Giarre del 1980 vide l’uccisione di due giovani, Antonio Galatola di quindici anni e Giorgio Agatino Giammona di venticinque. Del delitto inizialmente si auto accusò un cugino di Galatola: i ragazzi l’avrebbero pregato di ucciderli poiché essendo una coppia omosessuale non se la sarebbero sentita di affrontare il pregiudizio di parenti, amici e compaesani. I corpi dei due giovani furono ritrovati molti giorni dopo la scomparsa in avanzato stato di decomposizione in una zona già battuta dalle ricerche di inquirenti e conoscenti: giacevano tenendosi la mano sotto un enorme pino marittimo, in una posizione da subito giudicata quasi ‘rituale’, orchestrata da qualcuno che all’inizio volle far credere ad un omicidio-suicidio. Giammona avrebbe ucciso Galatola per poi togliersi la vita. Col passare del tempo, vista l’omertà con cui la comunità tutta accolse e ‘gestì’ la notizia, comprese le famiglie dei due ragazzi che negarono addirittura l’amicizia che li univa, la comunità omosessuale riconobbe nella ‘misteriosa’ vicenda un efferato delitto commesso da chi giudicava vergognosa l’esistenza di quella coppia. Poiché l’omosessualità di Giammona era nota a Giarre e poiché Toni Galatola era minorenne, si dipinse il ritratto di un plagio da parte del maggiore sul minore tentando così di gettare fango sui giovani e, dopo la ritrattazione di colpevolezza da parte del cugino di Galatola, non si individuò più un colpevole. La cittadina etnea non desiderava ‘notorietà’ per quelle due morti, seppure ingiuste, ma accadde in qualche modo il contrario: la comunità LGBT+ rese simbolo delle proprie battaglie per i diritti la coppia di innamorati ed idealmente ‘chiuse il cerchio’ nel 2020, quarant’anni dopo il delitto, col matrimonio a Giarre dei due attivisti Gino Campanella e Massimo Milani militanti del Fuori! palermitano già nel 1980.

Il libro torna a porre domande su un’inchiesta giudiziaria mancata, ancora sconosciuti i colpevoli: ma all’autore stesso difettano documenti cui riferirsi, compresi i fascicoli del caso spariti nel nulla. La storia del movimentismo LGBT+ dal Fuori!, che si costituì subito dopo il delitto di Giarre, delle battaglie del Partito Radicale, delle molte figure avvicendatesi nella politica locale e nazionale appare qui piuttosto chiara anche se meno coinvolgente della prima parte del libro, e per altro testimoniata da interventi di movimentisti e politici come Francesco Rutelli, al tempo segretario del Partito Radicale, Nichi Vendola, Marco Bisceglia.

La comunità omosessuale si è stretta per quarant’anni attorno all’anniversario della morte di Giorgio e Toni per ritrovarsi e fare il punto della situazione e lo scritto che ne da conto possiede una sua capacità di commuovere di fronte a vittime innocenti, connotandosi come moderna orazione civile: la Storia, le storie, si sa, posseggono una loro intrinseca potenza, così come l’immagine dei due ragazzi che ci guardano dal passato, da una piccola foto che li ritrae vicini, prigionieri per sempre d’uno scatto sfocato, ma non così lontano, che continua ad interrogare chi lo guarda.

La pietas ha la meglio sulle investigazioni, sulle cronache: quei ragazzi hanno pagato per la crudeltà di qualcun altro, di molti altri, per l’indifferenza. Come nella recente storia della professoressa trans suicida Cloe Bianco, condannata dal proprio nuovo aspetto, forse non così conforme agli standard visivi correnti, forse stanca di combattere, a testimonianza di quanto i diritti acquisiti sulla carta stentino ad essere rispettati in nome d’una ‘morale comune’. La storia di questi ultimi mesi, e giorni si potrebbe dire, è densa di autentiche marce indietro riguardo diritti acquisiti che saranno pagate soprattutto dai più deboli per profilo sociale ed economico.

L’autore del libro Francesco Lepore, accreditato saggista e studioso di storia della spiritualità cristiana medievale e moderna, ha lasciato l’abito talare e reso pubblica la sua omosessualità difendendo il diritto a viverla. 

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