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#Nonleggeteilibri – Il mondo estremo delle Metamorfosi

#Nonleggeteilibri – Il mondo estremo delle Metamorfosi
Settembre 30
10:08 2021

«Non leggete i libri fateveli raccontare» (Luciano Bianciardi)

(Serena Grizi) Il mondo estremo (titolo originale: Die Letzte Welt) di Christoph Ransmayr, Feltrinelli ed. 2017 traduzione di Claudio Groff € 9,50 isbn 9788807890154 e-book NO. NON disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR www.consorziosbcr.net

L’autore immagina che Cotta, amico del poeta Publio Ovidio Nasone, vada a cercarlo a Tomi, attuale Costanza, in Romania, dove è stato relegato da Augusto imperatore per l’offesa che persone a lui vicine avrebbero ravvisato nella pubblicazione, e fortuna, delle Metamorfosi. Nel mondo mobile di Ovidio, infatti, immagina Ransmayr, tutto si trasforma senza sosta e questo, secondo i consiglieri dell’imperatore, avrebbe nuociuto all’immagine di forza e inamovibilità raggiunta dall’Impero Romano. Cotta, giunto nella cittadina marittima di Tomi, sul Mar Nero, apprende che in realtà Ovidio, ritiratosi anche da quella, è vissuto sempre in un paesino arrampicato sopra i monti, Trachila, vero ammasso di frane e rifugio per capre, col suo fedele servo Pitagora. Cotta sale a Trachila e conosce Pitagora, di Ovidio nemmeno l’ombra: pare sia partito per uno dei suoi non rari pellegrinaggi fra le perigliose pietre di quelle montagne. Pitagora ne conserva la memoria appendendo stoffe con parole e intuizioni del poeta in ogni dove, ma trascura la casa e riprende qualche sua attività solo in presenza di Cotta. Tornato a Tomi Cotta avrà modo di vivere la dura quotidianità della ‘città ferrigna’, molti suoi abitanti sono fabbri, infatti, che scambiano i loro manufatti con stoffe, cibo e preziosi col comandante d’una nave che fa rotta in quelle plaghe una volta l’anno, mentre già ogni cosa creata arrugginisce. Cotta conosce poco a poco i segreti di Tomi anche in virtù della graziosa guida di Eco, donna solitaria che vive in una grotta. L’invenzione di Ransmayr, oltre una scrittura minerale, capace di descrivere la roccia nel suo eterno esistere, il vento, il mare e di trattenere l’atmosfera onirica che aleggia su tutto il racconto, è quella di aver chiamato gli abitanti di Tomi come buona parte dei personaggi delle Metamorfosi ovidiane, di aver portato l’azione in un tempo indefinito, forse contemporaneo, ucronico, infondendo nei caratteri dei cittadini parte di quelli dei miti descritti dal poeta così che Batto, il pastore messeno, sarà un figlio malato e finirà anche qui tramutato in pietra; la ninfa Eco che dilettava Giunone con lunghi discorsi mentre Giove amoreggiava con le ninfe, e per questo sarà privata della facoltà della parola, nel libro è una giovane donna condannata a non essere ascoltata, bella ma tormentata da una sorta di dermatite squamosa; lo stesso Cotta, protagonista del libro, dipinto come un fuggiasco di stato stanco delle imposizioni imperiali, nella realtà fu vero amico di Ovidio che a lui indirizzò sei delle sue Epistulae ex Ponto. Un aiuto nel ricordare i personaggi delle Metamorfosi, con utile confronto con quelli di Ransmayr, è dato dall’agile Repertorio Ovidiano, apparato del libro. La prosa dell’autore è avvincente e poetica, il viaggio a Trachila che apre la storia, il racconto del proiezionista Ciparisso, valgono il libro. «Attraverso l’oscurità mitigata da alcune crepe invase dalla luce lunare e dal riverbero del focolare, Cotta si diresse a tentoni verso il giaciglio, cadde nel puzzo di grasso, di fumo e di pelle, e ancor prima di tirarsi sulle spalle la coperta di crine di cavallo si era già addormentato. Da una finestrella di mica e griglie inserita nello sportello della stufa la brace fissò a lungo il dormiente ritraendosi sempre più nella cenere, finché anche l’ultimo anello annuale del ciocco si fu consumato e rimase soltanto un buio colmo di silenzio che si andava lentamente raggelando. (…) il respiro del dormiente si tramutava a poco a poco in viali di minuscole palme ghiacciate, in graziose foreste, in roseti e cardi di gelo…». Il libro ha più di trent’anni e non li sente, un piccolo capolavoro.

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