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Occorrono nuove misure per la crescita

Ottobre 03
06:34 2011

Non ci sorprendono i dati diffusi dall’Istat su un calo della fiducia dei consumatori, anzi abbiamo previsto purtroppo un netto peggioramento nel 2012, frutto di una manovra che ha colpito il ceto medio-basso e frutto dell’introduzione, nella manovra-bis, dell’Iva dal 20 al 21% che colpisce molti prodotti, con una conseguente riduzione del potere di acquisto dei cittadini e con il risultato di produrre nel breve/medio periodo un nuovo calo dei consumi e della produzione. A questo, dobbiamo aggiungerci che alle Regioni viene concessa la possibilità di aumentare già dal prossimo anno l’addizionale IRPEF (Art. 1, commi 10 e 11 decreto 38/2011), idem per i Comuni che, dal 2012, avranno piena autonomia in materia di addizionale, prospettando quindi un aumento complessivo del prelievo fiscale ben oltre il 44%. Per cui, nostro malgrado, la valutazione sulla situazione economica del Paese e della famiglia, sull’evoluzione del mercato del lavoro e sulle opportunità di risparmio non può che peggiorare ulteriormente.
Non solo, la nostra Associazione per la tutela del Cittadino prospetta che, in virtù di un calo del PIL, ben al di sotto delle previsioni del Governo, sarà necessario attuare una manovra-ter la quale graverà con molta probabilità ancora sui cittadini. A nostro avviso, l’unica strada percorribile per uscire dal tunnel della depressione economica avviene attraverso il sostegno alle imprese pronte ad assumere, prevedendo sgravi fiscali e una maggiore facilità di accesso al credito, attraverso la detassazione degli utili reinvestiti e adottando misure che incoraggino una aumento della produzione e dell’esportazioni.
Altrettanto importante è il sostegno alle famiglie o alle giovani coppie con figli e con redditi medio/bassi per l’acquisto della prima casa, estendendo in tutta Italia il mutuo sociale approvato nel Piano Casa della Regione Lazio che punta proprio in questa direzione. Occorre spronare, all’occorrenza anche attraverso degli sgravi, le classi datoriali a rinnovare i contratti collettivi nazionali nei settori di loro competenza, (sanitario, cooperative sociali e cosi via) fermi da molti anni; questo favorirà, attraverso una busta paga “più pesante” per il lavoratore e un ripresa, seppur lieve, dei consumi. Ed infine occorre attuare un grande piano di rilancio degli investimenti pubblici per rilanciare l’occupazione, utilizzando parte delle entrate provenienti dall’aumento dell’IVA.

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