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“Siamo, a nostro modo di vedere, dinnanzi ad una vera e propria ferocia bestiale. Una ferocia sicuramente determinata dalle condizioni di disagio ambientale di cui sono colpevoli le politiche perpetrate da ventanni di malammininistrazione delle giunte Rutelli-Veltroni, ma a cui improbabili pacchetti sicurezza non porranno alcun freno. A ciò si deve aggiungere la percezione di impunità ampiamente diffusa tra la popolazione onesta, anche straniera, che subisce e soprattutto tra chi delinque, anche italiano, a vario titolo. Una consapevolezza di poter ad ogni modo aggirare leggi e pene che non caratterizzano uno stato diritto quale oggi l’Italia di fatto non è.”
Carletti sottolinea come “Le leggi in Italia ci sono, non ne servono altre a creare ancor più confusione. Si tratta di applicarle, in tutte le loro sfaccettature. Ci si chiede infatti come mai in casi di efferata violenza come i recenti fatti di Guidonia e del Parco della Caffarella in Roma, non venga contestata ai danni dei colpevoli, la cosidetta legge Mancino che prevede l’aggravio dei reati ove sussista la componente “odio razziale”. È evidente come tale accanimento sia attribuibile ad una presunta supremazia rispetto alle vittime che le bestie si scelgono. Vengono in definitiva scelte coppiette italiane in quanto, ed evidentemente, l’applicazione delle leggi italiane è molto più blanda rispetto a quelle che il “clan” di appartenenza applica al suo interno per reati simili. E questo la dice lunga sulla situazione in cui versa il nostro Stato”.
“Odio razziale” – conclude Carletti – “determinato dalla consapevolezza da parte degli aguzzini, di colpire dei soggetti di fatto indifesi, in special modo donne. In definitiva la fine dell’ordine sociale, la disgregazione del concetto di Stato, la barbarie che vince sulla civiltà”.

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