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Palazzo Corsini – Albano

Luglio 31
23:00 2009

L’acquisto da parte del cardinale Andrea Corsini di un edificio parzialmente innalzato nel Comune di Albano dà inizio alla realizzazione di quello che poi sarà conosciuto come Palazzo Corsini, dal nome del suo mecenate. L’immobile preesistente, composto di tre appartamenti e da altri locali minori contigui, viene sottoposto alle prime modifiche a partire dal 19 novembre 1771.
L’intero progetto di recupero e riassetto dell’edificio è opera di Paolo Posi, architetto della famiglia committente, ma il cantiere e gli sviluppi ad esso connessi vengono seguiti da Giuseppe Palazzi, giovane allievo di Posi. Completato il risanamento del palazzo, secondo gli studi del Posi e del suo allievo, nel 1776 l’edificio appare composto da un lungo corpo che si sviluppa longitudinalmente lungo la via Appia. Il palazzo gode di uno stile sobrio ed elegante non distante da quello dell’altra residenza romana della famiglia Corsini posta in Via della Lungara a Roma e frutto dell’estro creativo dell’architetto Ferdinando Fuga. Ciò indica probabilmente una scelta stilistica della committenza, quindi un preciso indirizzo di gusto che gli architetti deputati hanno soddisfatto. Inoltre, come a Roma, anche ad Albano i Corsini affidano l’incarico ad artisti conterranei provenienti dalla Toscana, ed in particolar modo da Siena, come, ad esempio, Paolo Posi e Giovanni Battista Marchetti autore dell’apparato decorativo interno, oggi non più visibile.
Meno di mezzo secolo dopo, quando il Palazzo è proprietà di Carlo IV di Spagna, la residenza subisce una serie di modifiche che fanno sì che l’edificio risponda alla moda e allo stile del tempo. Al corpo di fabbrica che si estendeva orizzontalmente si aggiungono elementi architettonici aggettanti che conferiscono profondità ai lati del palazzo stesso. L’intero edificio è attraversato da un grande scalone posto alla destra dell’ingresso, mentre un muro di spina separa le diverse stanze, fatta eccezione per un salone di rappresentanza dotato di un doppio affaccio sulla parte destra della scala.
Alcuni disegni conservati presso l’Istituto Nazionale per la Grafica e il Museo di Roma, documentano l’identità del prospetto originario. Articolata in quattro livelli la facciata appare scandita da finestre con incorniciature orecchiate alternate ad altre aventi cornici piane. Inoltre le sobrie paraste che affiancato il portone sostengono, insieme ad alcune colonne libere, un balcone posto centralmente all’altezza dell’ingresso.
Interventi realizzati nei secoli successivi hanno mutato l’aspetto dell’edificio soprattutto per quel che concerne l’articolazione interna degli spazi e le relative decorazioni.

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