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“Permette, conte Tolstoj, che le misuri il cranio?”

“Permette, conte Tolstoj, che le misuri il cranio?”
Maggio 09
17:08 2010

In occasione del primo centenario della morte di Lev Tolstoj (1828-1910), sono state presentate in anteprima, sabato 27 marzo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma Tor Vergata, alcune scene tratte dalla pièce di Luciana Grifi Permette, conte Tolstoj, che le misuri il cranio? con la regia di Sergio Basile nella veste di attore insieme ad Antonella Attili.  L’evento rientra nel seminario di studi di Letterature Comparate curato dalla docente Rosalma Salina Borello, al quale erano presenti l’autrice, il professore Giordano Bruno e l’avv. Pierluigi Pirandello nipote del drammaturgo. Il testo presenta la figura di Tolstoj, in una duplice dimensione: quella domestica che si snoda attraverso l’aspro conflitto con la moglie Sofja Behrs e quella letteraria che evidenzia le complesse problematiche del rapporto coniugale nel famoso racconto La sonata a Kreutzer. «Luciana Grifi ha un particolare rapporto con le opere di Pirandello, infatti ha messo in scena il lavoro Tutte le donne di Pirandello – commenta Salina Borello – nel programma di quest’anno si parla della follia e Breton visti i massacri della 2a Guerra mondiale ha un atteggiamento benevolo nei confronti dei pazzi internati, sostenendo che i veri matti sono all’esterno dei manicomi e che questi reclusi vanno liberati in quanto manifestano, attraverso la loro devianza, il malessere della società. Breton esponente del surrealismo aveva un atteggiamento aggressivo nei confronti della società francese e delle sue idee sulla guerra, mentre il positivista Lombroso con la pubblicazione dei suoi testi di criminologia incentrò l’attenzione sul criminale e dalle sue osservazioni si passò non più a colpire la colpa, ma le dinamiche che portavano al delitto. In seguito alla sua conversione avvenuta con la rivisitazione della religione, attraverso la filosofia taoista e buddista, Tolstoj rimane legato a questo filone di poesia e filosofia, tanto che Gandhi leggendo i suoi testi ne rimase affascinato e gli aprirono la mente alla non violenza». Luciana Grifi tiene a sottolineare che «l’opera pur essendo un prodotto autonomo non prescinde dalla personalità dell’autore e risente della sua fantasia e creatività. In ambito psicanalitico Freud si occupò della follia e definì l’arte una forma non nevrotica, in cui l’artista trovava il modo di esprimere i contenuti del proprio inconscio attraverso l’opera, per superare uno stato di tensione psichica. Queste le motivazioni per cui mi sono avvicinata allo scrittore russo e in Permette,conte Tolstoj, che le misuro il cranio, il rapporto fra Lev e sua moglie Sofja si svolge parallelamente a quello di Pozdnyšev il protagonista del racconto La sonata a Kreutzer che sul treno racconta ad un compagno di viaggio come ha ucciso la moglie per gelosia. Un duplice rapporto che presenta alcune analogie con la vita di Tolstoj, le sue idee, le sue continue liti con la consorte che vede un giorno frugare nelle sue carte,il terrore di subire violenze da parte dei figli per fargli redigere in loro favore un testamento, la fuga dalla tenuta,ma si ammala sul treno e lo portano alla stazione di Astapovo in cui morirà poco dopo, tutto questo è legato al suo rapporto conflittuale con Sofja». Sergio Basile incentra il suo intervento sull’incontro tra Lombroso fondatore della scuola di criminologia e Tolstoj. Lombroso era un acceso sostenitore della teoria secondo cui l’attitudine criminale, come la follia dipendesse dalla costituzione e che nelle forme più estreme di pazzia e di genio artistico vi fosse un nesso ed era convinto tolstojche il criminale potesse essere descritto mediante una serie di misurazioni delle ossa e in particolare del cranio, utilizzando i canoni dell’antropometria. «Uno degli aspetti più pericolosi della sua teoria – continua il regista – era quello secondo cui alcuni segni erano indicativi di una tara e se un individuo li possedeva era destinato prima o poi a manifestare fenomeni di degenerazione. Nel 1897 in occasione dei lavori del XII Congresso Internazionale di Medicina a Mosca, Lombroso decise di recarsi nella città non tanto per illustrare il successo delle sue teorie, quanto per mettere in pratica la tesi enucleata nel suoi ultimo libro Genio e degenerazione in cui aveva sviluppato lo studio della “degenerazione epilettoide del genio”». Il risultato di questi studi aiutò il criminologo ad incentrare la personalità deviante nella società. Lo stesso conte Tolstoj rappresentava la ribellione dell’artista nei confronti di una società che continuava a tenere in schiavitù i contadini, mentre lui li rese liberi con il risultato che i suoi servi non sapevano che cosa fosse la libertà. La personalità stravagante del conte divenne oggetto di studio per il Lombroso in quanto l’uomo conduceva una vita bizzarra, si isolava nei momenti creativi, ma coltivava l’ospitalità, aveva tentazioni suicide e scrupoli vegetariani. Quando Lombroso giunse nella tenuta di Tolstoj e lo vide per la prima volta, lo descrisse come un «vecchietto piccolo, molto malfermo sulle gambe, che nell’aspetto dimostra molto più dei suoi 62 anni». Il vegliardo, invece l’indomani diede prova della sua forza fisica, sollevando «a braccio teso» lo studioso da terra e spingendolo in alto come un «cagnolino». Tolstoj non fece nulla per celare la sua antipatia verso Lombroso e quest’ultimo dovette ammettere che il conte non aveva nulla del degenerato, ma entrambi rimasero con le proprie convinzioni e nel suo diario Tolstoj annotò: «È venuto Lombroso – vecchietto ingenuo e limitato». Ci fa piacere delineare un breve profilo della valente attrice Antonella Attili che si divide fra il teatro e il cinema ed è stata nel 1988 tra i protagonisti del film Nuovo cinema paradiso di Giuseppe Tornatore. Il 1994 è l’anno di Dichiarazioni amorose, in cui compare tra i protagonisti accanto a Angiola Baggi e Delia Boccardo. Nel 2001 nel ruolo di protagonista interpreta il film Quello che cerchi di Marco Simon Puccioni. La pièce Permette, conte Tolstoj, che le misuri il cranio verrà messa in scena nei mesi di giugno, luglio al Teatro Instabile di Napoli.

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