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Pillole, pensieri e pensierini

Pillole, pensieri e pensierini
Aprile 16
22:32 2014

Il passaggio della campanellaLezioni. Di civiltà giuridica. Quelle che non ci possono venire dall’India. La vicenda dei Marò denuncia la rozzezza del Diritto indiano: asservito alla politica e incapace delle più elementari valutazioni in fatto (le particolari circostanze degli eventi) e in diritto (l’evidente titolo colposo – nel caso di eventuale responsabilità – difettando ogni parvenza di elemento soggettivo per dolo).
Una vergogna assoluta, cresciuta all’ombra dei nostri interessi commerciali con il gigante indiano, restato però pigmeo per la tutela del diritto e dei diritti. Infatti il “capolavoro” orrendo è lo stupro non punito con la pena, ma praticato e applicato “come pena”.

 

Scomparsa. Salutiamo con commozione e amarezza la scomparsa del linguaggio figurato, sopraffatto dalla realtà. In questo Paese molto sopra le righe (ecco un residuato) non si può più dire, in senso figurato, “è tutto una monnezza”. Neanche si può dire “dopato” per intendere inflazionato. Neppure “la crisi ci sta uccidendo” significa solo disagio. Cercavamo disperatamente di dare un senso alle parole; ora che ce l’abbiamo pregnante, ci tremano realmente i polsi. Si salva appena la doppia valenza di “è tutto un magna magna”.

Fantasie. Ci sono quelle erotiche. Nel caso positivo alimentano e gratificano un rapporto reale. Nel caso negativo il rapporto non c’è, tutto diventa virtuale e solitario. La nostra politica appartiene solo al secondo caso. Vive nei giochini televisivi dove c’è l’acme della finta passione tutta mentale, ognuno è più dotato dell’altro e la fa (la politica) meglio di chiunque, e non perde un colpo. Poi quando si spengono le telecamere e si entra nella “camera”, sono lacrime amare. Per tutti.

Equazioni. Azienda sta a Silvio come Comune sta a Matteo. Italia stava male come Italia starà male?

Incontro. Tra Grillo e Renzi. Attesa voyeuristica e streaming. E finalmente lo sconvolgente risultato: una pena infinita.

Inserto del 22 febbraio, ore 13 circa. La grande novità del Governo appena insediato si scopre nel rito del passaggio della campanella e la dà, per contrappasso, Letta. Scuro in volto, stringe la mano dell’assassino (politico) voltando lo sguardo e con un gesto volante, come a interpretare il più classico epiteto grillesco. Niente sorrisi o pacche di circostanza. Forse perde un po’ in aplomb istituzionale, ma batte Renzi tre a zero in novità e sincerità.

Mimosa. Ha bisogno di molta attenzione perché fiorisca tutto l’anno.

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