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Polo Espositivo Juana Romani – I COLORI DELL’ INFERNO

Polo Espositivo Juana Romani – I COLORI DELL’ INFERNO
Aprile 11
12:32 2022

Dal 20 Aprile al Polo Espositivo Juana Romani una interessante mostra curata da Franco Di Matteo con la collaborazione di Paolo Bielli

I COLORI DELL’ INFERNO

Un viaggio nell’ inferno dantesco per riscoprire il celebre film girato a Velletri e prodotto dalla Elios del principe Ginnetti.

Sarà l’estro creativo di Franco Di Matteo e Paolo Bielli a catapultare i visitatori nei gironi dell’inferno dantesco nella mostra che partirà il prossimo 20 Aprile al Polo Espositivo Juana Romani. Una proposta innovativa ai frequentatori abituali e ai curiosi che vorranno entrare nell’affascinante modo del sommo poeta.

Tutto questo per riscoprire il film girato a Velletri e prodotto dalla Elios del principe Ginnetti, appunto L’Inferno che rappresenta un vero primato essendo il primo lungometraggio con effetti speciali della storia del cinema italiano.

Tra le tante iniziative fatte per le celebrazioni dantesche più o meno ermeneutiche, iniziatiche o epistemologiche, non poteva mancare il primato della città di Velletri, dove nel 1912 auspice il Principe Caracciolo – Ginnetti fu realizzato il primo film al mondo dedicato all’inferno; in bianco e nero, muto con didascalie. Vi è poi la coincidenza che nella cattedrale di San Clemente, nello spazio circolare iscritto nel quadrato della cupola della cappella del SS.mo Sacramento, sono raffigurati i quattro evangelisti, non scrittori ma se mai dei cronisti anacronisti, affrescati da Roberto Bompiani, che negli anni prima aveva dipinto una rappresentazione ora all’ Accademia di San Luca, di un Virgilio vestito di bianco e di un Dante vestito di rosso.

I due adagiati sul dorso del mostruoso Gigante tatuato Gerione, in atto di planare nei gorghi infernali; il dipinto, più proto surreale, che tardo neoclassico, permette una lettura sulla dicotomia Koine – icona, riguardante il Lacaniano rovello se nasce prima la forma o il colore o prima l’immagine o la parola, o prima il significante del significato.

In tale calembour ir – rompe l’artista Paolo Bielli, con le sue istallazioni interattive, dove al Bianco e Nero del film corrisponde una cascata di coltelli, e nell’istallazione omaggio a dipinto di Roberto Bompiani, inonda la scena del rosso rivembrante fiamme infernali, o quello del sangue del fiume Flegetone.

Sulla giungla dei corpi tra – morti – ti , spesso parlanti, o nello sciamare dei diavoli che sfrecciano nello spazio per rifonforcolare  torture di ogni genere verso le anime dannate elegantemente liberty del film, prevale un ideale tracciato quadrato di un ring ascritto sia come suono ( magari wagnerariano) quello del gong che scandisce i Round, che come ingranaggio di pura geometria dove l’efferatezza del colpi, viene fatta levitare, e la violenza si trasforma nella leggerezza e nel candore dell’ascesa (magari in paradiso) dell’ascesi. Una sterzata – sferzata, uno stimolo: il diluvio verbale dantesco del 13000, prosciugato nelle immagini di una pellicola muta del 1912, e nel 2022 un lanciatore di coltelli tricolori a sanificare e a santificare l’inferno in un interno.

 

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