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PRINCIPESSE E SFUMATURE AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA

PRINCIPESSE E SFUMATURE AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA
Aprile 15
17:05 2018

 

Trascorrere un sabato sera a teatro è sempre una scelta piacevole, forse un po’ rischiosa se non siamo certi della riuscita dello spettacolo che si va a vedere… Anche stavolta però, nel Civico di Rocca di Papa, gli spettatori del 14 aprile  non sono affatto rimasti delusi, anzi!

Incuriosiva il titolo un po’ favolistico Principesse e sfumature – Lei, lui e noialtre… chissà.  Essenziale la scenografia e unica l’attrice sul palcoscenico con voce fuoricampo… poteva dirci bene, ma poteva anche dirci male, un monologo…

Invece una simpaticissima e sfrenata Chiara Becchimanzi, autrice e protagonista dello spettacolo, insieme a Beatrice Burgo sua interlocutrice invisibile, ha fatto scatenare la platea in una ilarità incontenibile, certamente non fine a se stessa.  Andiamo con ordine…

Riflessioni e psicoterapia sul tema della felicità e sull’essere donne, come esserlo, soprattutto in quest’epoca moderna che ci vuole indipendenti e autonome.  E invece,  ecco il dilemma: c’insegnano le favole,  quando siamo bambine,  a sopportare le sventure della vita, a vivere con gioia il sacrificio di convivere con matrigne e sorellastre, senza attenderci una gratificazione a tutti i costi,  essere  principesse spodestate ch’aspettano il principe azzurro che venga a salvarci … brrr,  s’aggriccia la pelle, ma devo continuare

Attendere con trepidazione  lui,  essere sempre all’altezza delle sue aspettative, perfetta, bella bella, magra magra, agile, scattante, depilata e senz’altro sexy e pronta a tutte le esperienze, secondo certi canoni che solo lui conosce e, bontà sua, mette in pratica…

La Becchimanzi ne ha ampiamente illustrato in modo molto comico, mai volgare,  posizioni, preliminari, prestazioni, pregiudizi, pregi, virtù e cantonate!! Quante cantonate!  E lo spirito di sopportazione ( eccolo!) che la povera lei deve mettere in pratica quando si viaggia a senso unico,  senza conoscere bene la via, ma soltanto immaginandola sulla cartina geografica.

E via a sciorinare impietosamente quel che di fallace (!) c’è in alcuni contorsionismi di per sé inutili: mancanza di delicatezza, difficoltà di comunicazione, confondere quantità con qualità, inutili lungaggini…  e di contro l’idea di sottomissione e romanticismo, lo spirito di rassegnazione perché potrebbe sempre andar peggio, necessità di conferme, tabù, timore di chiedere…

Il cliché di genere ch’emerge da questa spassosa esibizione, spinge a una riflessione ragionata,  non senza un pizzico di commozione, a un ripensamento su quel che sono ancora oggi le remore, le incertezze, le insicurezze presenti in diversi rapporti di coppia e soprattutto nella mente di alcune principesse che vorrebbero semplicemente essere donne.

 

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