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Roma/Città Metropolitana. Di Discariche e cittadini di serie C

Luglio 14
11:12 2022

“Il Partito Comunista Italiano denuncia e conferma solidarietà e lotta coi cittadini vessati, contro gli affaristi e gli amministratori di ieri e di oggi. – dicono i dirigenti e attivisti del PCI – Lo sappiamo, che l’ideona del mega inceneritore a Santa Palomba, oltre che nascondere una guerra per bande trasversale agli eletti in Regione, Città di Roma Metropolitana e vari comuni, serve anche a far finta di avere una emergenza a cui rispondere. Come se tutto fosse accaduto in una notte! In realtà, gli interessi e le incapacità si intrecciano, volte tutte allo stesso risultato: latitanza di scelte, permanenza nella gestione del potere, affari per i soliti noti. Lo abbiamo già detto: la soluzione sta nel “tutto pubblico nella gestione” facendo fuori gli interessi privati dal ciclo dei rifiuti. E’ l’esatto contrario di quanto sceglie il PD, di quanto hanno scelto i precedenti amministratori di destra e del M5S negli anni. Ed ecco oggi – prosegue la nota del Coordinamento PCI – ancora la prepotenza di alcuni gioca con la salute di molti, ancora siamo costretti a sentire che la capitale d’Italia non riesce  a gestire l’immondizia che produce, ancora gli incendi del prodotto della raccolta romana “aiutano” a diminuire i metri cubi depositati nelle buche inferte al territorio. Sono circa venti anni che gli attacchi del potere romano vengono respinti da un gruppo di cittadini che resiste sul terreno delle lotte (ammirevoli!) e sono circa venti anni che le forze dell’ordine invece di indagare sui veri colpevoli della distruzione ambientale, avvelenamento delle falde acquifere, del terreno, dell’aria che ci circonda arrestano ed indagano su coloro che invece, tutto ciò difendono. Ancora le forze dell’ordine identificano i soggetti che partecipano alle manifestazioni ed ai presidi contro discariche ed inceneritori e niente fanno contro gli avvelenatori dei loro figli e di loro stessi. Noi a questo non ci stiamo  – proseguono dal PCI – Il grave inquinamento dovuto alle discariche ed in particolare quella della zona  dei Castelli Romani non è un futile motivo, addirittura l’Arpa ha certificato che le falde della zona di Roncigliano è grave: idrocarburi, senza dimenticare metalli pesanti e veleni di ogni genere. Non ultima l’interdittiva antimafia che colpisce Pontina Ambiente dal 2006 e riconfermata nel 2014 che vieterebbe i rapporti tra Regione/ Comuni e la stessa, viene costantemente disattesa con la scusa dell’ emergenza capitale dei cinghiali  e di quello che volete, una emergenza che ha visto protagoniste varie amministrazioni, sia capitoline che della provincia, ma nessuna è riuscita a trovare una risoluzione. Il deus ex  machina dell’ immondizia, tronfio, gongola nei suoi affari sempre più  redditizi nessuno può nulla contro di lui, gli hanno intimato di chiudere il sito inquinante? – chiede e accusa il PCI rivolto a Regione e Comuni – Rapidamente la capitale, grazie all’insana gestione del problema, si riempie di buste e cassonetti maleodoranti, la soluzione è stata ancora una volta quella di sistemare la polvere sotto il tappeto, ovverosia riempire nuovamente una discarica piena sino all’inverosimile non sanificata e provvidenzialmente alleggerita del volume totale da incendi che sembrano, dicono, ed effettivamente paiono dolosi ma, risolutivi per il problema spazio occupato nell’invaso. Siamo nel 2022 e ancora si tenta di bruciare, infossare come durante il medio evo. Riciclo e riuso sono parole da utilizzare in campagna elettorale o per far bella figura a qualche riunione di fronte a telecamere e giornalisti annuenti, una volta raggiunto lo scopo la parola da usare è emergenza l’hanno usata tutti e tutte e con questa parola hanno addirittura dato ai cementifici di ogni regione l’autorizzazione a bruciare copertoni e plastiche per i loro altoforni ai gestori di discariche , hanno dato la possibilità di poter scavare e riempire con qualsiasi materiale, tutto perché è più semplice, remunerativo per alcuni ma pericoloso per molti anzi, per tutti. La soluzione a “rifiuto zero” è si difficoltosa, ma l’unica che garantisce il futuro per il territorio ed i suoi abitanti per i decenni futuri, una soluzione che non può essere vista solo per il prodotto finale ma, deve essere intesa come controllo dell’intera filiera del consumo, abbattere il numero e l’ utilizzo degli imballaggi, favorire il vero controllo dei materiali conferiti fino dal pianerottolo di ogni appartamento con una vera ed omogenea raccolta porta a porta. Sono proprio queste misure che consentirebbero non speculazioni ma difesa e creazioni di nuovi posti di lavoro in un circolo virtuale dove al centro ci sono la salute, l’ambiente e i lavoratori. Così aumenterebbe il personale addetto alla raccolta e non lo sfruttamento con pesanti  carichi di lavoro del personale in servizio. Utilizzare gli introiti dei vari materiali riciclabili vendibili (carta, metalli, plastiche, compost) non per far arricchire personaggi in odor di mafia ma per il bene dei cittadini e cittadine di tutti i territori. Il PCI ed i suoi militanti controlleranno, – conclude la dichiarazione – nelle loro possibilità, che questo processo avvenga e da subito si schiera con coloro che lottano a costo di processi ed intimidazioni poliziesche di ogni genere. La salute di tutti vale più degli interessi di pochi!”.

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