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Roma/Frosinone. Da una videoconferenza a Frosinone del PCI una chiara riflessione politica e di fase

Giugno 05
10:40 2020

Roma/Frosinone. Da una videoconferenza a Frosinone del PCI una chiara riflessione politica e di fase.

Nei giorni scorsi, tra le varie attività che si possono produrre, il Partito Comunista Italiano di Frosinone, ha promosso una videoconferenza. Tra i partecipanti che hanno preso la parola c’è stato il giovane compagno, economista che ha proposto una riflessione su come “Ripensare alle disuguaglianze in una società civile.”. Così, MOSLEHI MICHAEL, questo il nome del dottore in scienze politiche, ha iniziato a spiegare che: “Mentre oggi poniamo l’attenzione ai vari provvedimenti di macroeconomia del governi mondiali in carica, un elemento sembra che si sia incanalato in un processo inarrestabile complice la globalizzazione e un’evoluzione un po’ distorta del pensare l’economia : l’allargamento della forbice di disuguaglianza nella nostra società. La concentrazione del patrimonio nelle mani dei più ricchi, parliamo dei vari Bezos e Gates, si è cosi affermata tant’è che oggi 26 persone, secondo un rapporto Oxfam del 2018, detengono il patrimonio di 3 miliardi e 800 milioni di poveri, quasi la totalità della popolazione mondiale. L’ingiustizia fiscale grava sulle spalle dei più poveri, addirittura nel nostro pianeta solo 4 centesimi per ogni dollaro raccolto dal Fisco ( in riferimento al 2015) proveniva dalle imposte sul patrimonio, ( Fonte Avvenire). – poi Moslehi Michael ha continuato – Nei paesi in via di sviluppo un bambino di una famiglia economicamente disagiata ha il doppio delle possibilità di morire entro i 5 anni , rispetto un suo coetaneo benestante, fenomeno che riscontriamo anche nei paesi industrializzati : ad esempio a New York, l’aspettativa di vita in un quartiere povero è di 6 anni rispetto un agiato. Quali sono le cause principali, se volessimo fare un’analisi concreta, che hanno permesso un allargamento della forbice di disuguaglianza nel ventesimo secolo? Cerchiamo di individuarle in linea macro generale: I processi di digitalizzazione telematica: nei paesi altamente sviluppati come ad esempio gli Usa o le grandi economie europee, quasi l’87% della popolazione ha accesso ad una connessione internet, mentre nei paesi del terzo mondo, la percentuale si abbassa al 19% ( fonte Il sole 24 ore ). – indagando ancora di più Moslehi ha osservato – Le mutazioni climatiche e l’eccessivo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, le quali, in mancanza di un’armonia legislativa a livello globale, hanno colpito maggiormente i paesi sottosviluppati, aumentando la povertà e il disagio sociale e conseguentemente il fenomeno migratorio nei paesi europei. Le politiche urbanistiche, ancora poco incisive e presenti nei paesi del terzo mondo, accentuando il divario in termini di qualità della vita fra paesi ricchi e paesi poveri. Poniamo in essere alcune riflessioni, in chiave economica e sociale : è necessario ripensare ad un sistema economico alternativo? Assolutamente si, Economia umanistica, secondo la dotta espressione del prof. Malvezzi, un’economia che ponga l’essere umano e le sue qualità al centro dell’agire e non l’economia speculativa che ha causato e sta causando le più gravi crisi economiche e sociali dal dopoguerra ad oggi; ripensare ad un sistema di produzione in cui è l’uomo (lo stato) che controlla i processi di produzione automativi e non l’incontrario. – quindi ha così concluso – Deve cambiare anche la concezione di stato dal punto di vista economico, tributario, vietando il dumping fiscale dei grandi capitali come FCA, FACEBOOK, AMAZON, RYANAIR e introducendo una patrimoniale che sostenga l’equità fiscale sancita dall’art.53 della costituzione ( chi ha di più è giusto che dia economicamente di più); lo stato deve tornare al centro dell’economia, secondo la concezione Kenesyana, ponendo fine al liberismo che rappresenta il male dei nostri giorni. Ripensare al modo di far politica, dando la voce agli ultimi ( cassaintegrati, disoccupati, partite iva, lavoratori dipendenti) in modo che il conflitto dialettico, secondo la concezione Hegeliana, torni a livello servo-padrone e non permanga più a livello orizzontale nella classe media; è necessario tornare a ‘’svegliare ‘’ la coscienza di classe e questo può esser fatto solo tornando a stare dalla parte del popolo, nelle periferie, nei circoli, nelle fabbriche sempre e solo dalla parte degli operai, oggi vittime di una continua erosione dei diritti duramente conquistati.”.

 

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