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Ieri, agli archi del Parco degli Acquedotti, che protessero alla fine degli anni 60 tanti immigrati provenienti dal Sud Italia, una doverosa cerimonia ha contraddistinto il primo atto politico, e di buon auspicio, di Francesco Laddaga, appena investito dell’incarico di Presidente del VII Municipio di Roma: una corona di fiori per l’uomo simbolo del riscatto sociale nel nostro territorio: don Roberto Sardelli, un prete che svolse la sua missione di fede attraverso gesti quotidiani a servizio dei diseredati. 

Da quegli archi ieri si è espansa nuovamente nell’aria quella umanità sofferente che quel prete prese per mano e condusse verso un futuro di giustizia sociale. 

E nell’aria sono ritornate le voci dei bambini che frequentarono la baracca-scuola: “725”, così chiamata per il numero civico di fortuna appostovi per distinguerla dalle altre baracche abbarbicate nella sequenza degli storici archi. 

E lì che don Roberto aiutò il formarsi della coscienza civica di futuri uomini che, riconoscenti, non lo persero più di vista fino alla sua morte.

Lo sguardo lungimirante di quel prete continuerà ad illuminare il futuro? 

Sapremo rinnovarlo verso i nuovi poveri migranti che, troppo spesso, vengono avvertiti come invasori?