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San Camillo, 161 mln di deficit e il dg nomina il portavoce
Senza procedura comparativa ma per ‘intuitu personae’, escamotage sconfessato da norme di legge

“Non è un capo di stato né un ministro, tantomeno un organo elettivo o il rappresentante di una associazione di rilievo internazionale. Vanta un deficit di 161 milioni e nonostante ciò, il direttore generale del San Camillo Fabrizio D’Alba – senza le procedure comparative previste per legge – ha nominato il suo portavoce”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega. “In realtà, da molto tempo la ‘professionista’ in questione frequenta gli uffici di direzione del San Camillo. Fino al 20 dicembre non si capiva a che titolo, per arrivare poi alla legittimazione, con un contratto triennale per un importo totale di 124.875 euro. Un atto ingiustificabile, seppure suffragato dalla legge 150 sulla comunicazione pubblica citata nella delibera di nomina. Come mai, in nome della stessa legge, l’ospedale non ha mai attivato un ufficio stampa, di cui gli organi di informazione avvertono seriamente il bisogno? E ancora, è stata mai esperita una ricerca di risorse interne che potessero sopperire alle carenze comunicative aziendali? Con tale nomina, avallata dalla direzione della sanità regionale – accusa Maritato – il dottor D’Alba si pone contro le norme di legge e contro la Costituzione, senza considerare le varie pronunce della Corte dei conti in casi analoghi. Più che di portavoce, crediamo si tratti di portaborse e raccomandiamo al direttore di occuparsi di sanità e salute dei cittadini, più che trattare i rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione”, conclude Maritato.

Roma, 20 gennaio 2010