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Scrittori.2: editoria anni 2000, qualità, ruolo della critica

Scrittori.2: editoria anni 2000, qualità, ruolo della critica
Giugno 21
16:58 2017

Scrittori.2: editoria anni 2000, qualità, ruolo della critica

Note a margine della presentazione di Quaderno Sette di Castelli di Scrittori. BASC Frascati.

Nell’ambito del convegno a Villa Falconieri, nel corso degli interventi, e in qualcuno più in particolare, si è palesata l’idea che la facilità d’accesso alla scrittura, proprio perché realizzabile con pochi mezzi reperibili da tutti senza bisogno di grandi investimenti, produca oggi un positivo, insopportabile per alcuni, fermento che, oltretutto, a causa della quantità delle pubblicazioni in circolazione, la critica non riuscirebbe più a seguire, catalogare, sistemizzare. Non tutta la scrittura prodotta potrà mai rientrare nel novero della letteratura, della saggistica, o altro, anche perché l’attuale gradimento di molti neo autori è affidato al lavoro di distribuzione che essi stessi riescono a fare delle proprie opere partecipando a più o meno stanche letture pubbliche, piacevoli o abitudinarie riunioni di conoscenti e amici, in quanto proprio la distribuzione capillare dei propri titoli, e quindi la conseguente diffusione degli stessi presso un pubblico quanto più vasto, rappresenta una conditio sine qua non per la sopravvivenza e crescita dell’autore.

Il movimento della miriade di micro realtà letterarie sarebbe paragonabile a quello di una grande onda che pare stia sempre per arrivare ed infrangersi con una certa forza su una spiaggia abbastanza frequentata, quella degli scrittori più o meno affermati, ma la stessa onda, invece, a causa delle deviazioni delle correnti, venti, etc. non arriva mai a riva restando in potenza al largo ad agitare il mare senza grande costrutto se non, per tornare fuori metafora, la realizzazione personale di alcuni scrittori che stampano per il condominio, la famiglia e conventicole varie.

Quelli che stanno sulla spiaggia, rientrando in metafora, vedono agitarsi l’onda, lontano e, comprensibilmente, temono che arrivi a riva a sparigliare certi equilibri, ma per farsi una ragione del movimento di cui si parla basterebbe scorrere l’elenco degli autori che vivono e lavorano ai Castelli Romani, i contemporanei viventi, presente sul Quaderno 7 di Castelli di Scrittori – La dimensione letteraria dei Castelli Romani, edito da BASC Frascati (oltretutto presentato sotto forma d’inventario e senza pretesa d’essere esaustivo). Ci si accorgerebbe così, che fra questi sono elencati scrittori di chiara fama che stampano con grandi case editrici e vendono (ma anche fra le vendite di una Licia Troisi e di un Paolo Di Paolo scommetteremmo, per aver gestito una libreria, e perché la prima fa letteratura di genere (fantasy) sulle maggiori vendite della prima, amatissima da lettori forti (quali le adolescenti femmine); e scommetteremmo meno sulle vendite del secondo che però ha conquistato una posizione di rilievo nella vita culturale nazionale grazie a numerose collaborazioni giornalistiche che gli consentono di occupare spazi impensabili per autori così giovani (e altrettanto preparati, s’intende). Il breve raffronto tra i due, e ci scusiamo per l’argomentazione spicciativa, con tutto il rispetto per le capacità, già la dice lunga sulle numerose differenze ancora declinabili al proposito. Si annoverano poi, proseguendo nella lettura dell’elenco e a scorrere le brevi note biografiche: insegnanti, impiegati e quadri aziendali, liberi professionisti in pensione, o meno, ragazzi e ragazze quasi freschi di laurea; giornalisti, categoria trasversale ad alcune delle altre citate che, dopo aver pubblicato perlopiù su testate locali, hanno allargato la loro ‘zona d’interesse’ alle vicine tecniche di scrittura con sorti alterne. Si elencano autori davvero vocati alla letteratura, pubblicati in piccole tirature da case editrici medio piccole, autori non per questo meno incisivi nel panorama nazionale presente, e forse futuro (perché si sa, il letterato vero lo deve ‘scoprire’ uno studioso) e ad alcuni manca solo l’occasione d’una grande casa editrice che spanda la loro opera nelle librerie italiane, grande casa editrice che, peraltro, alcuni nemmeno cercano.

Il grande autore, però, potrebbe ancora celarsi tra quelli che non hanno mai pubblicato un rigo pur avendo i cassetti pieni di scritti originali: il nome sta forse tra coloro che non leggeremo mai, perché nell’attuale società dell’abbondanza dei mezzi, del consumo, dei social media e, qualche volta, di talentuosi brevi fuochi divampanti, si possono perdere nel nulla interessanti personalità, anche fra coloro che si dilettano d’arte per riempire il tempo libero e che non si sono mai dedicati del tutto, o non hanno potuto, al loro vero talento. Questa è l’epoca.

Sottolineiamo, con nostra grande soddisfazione, l’aumento delle autrici le quali, forse, ancora fino al ‘900, per condizione sociale, scarsa istruzione o precluso accesso alle pubblicazioni data l’autorità indiscutibile dei loro tutori (padri, fratelli, mariti), tranne i ‘fortunati’ casi di ricche e più libere outsider di tutti i tempi, potevano solo sognare una esistenza letteraria e della moltitudine delle quali non sapremo mai nulla.

La critica, a maggioranza maschile, nel secolo scorso andava a braccetto con i letterati anche loro a maggioranza maschile e l’accolita, vagamente misantropa, ma non sempre unica causa dell’assenza femminile come dicevamo sopra, faceva brillare qualche rara punta di diamante del sesso opposto. Così almeno nella pur sempre arretrata Italia. Autori e critici che spesso erano anche i maggiorenti del paese o della città: gli autori avevano frequentato le stesse scuole alto borghesi di coloro che si erano fatti critici o studiosi, gli stessi circoli e salotti e il bel simposio continuava a vita escludendo, spesso per sempre, autori meritevoli ma non facenti parte di alcuna cerchia (al giudizio inappellabile della quale, qualche volta, sappiamo hanno dovuto sottostare anche grandi autori che col loro lavoro hanno sepolto per sempre i nomi dei loro detrattori). (Leggere per divertimento il sorprendente e godibile I literati di New York City di Edgar Allan Poe (qui una scheda) nel quale si ritrovano schede autoriali e cronache letterarie del tutto originali).

Meglio godere il momento che si vive: il fermento può portare alla luce interessanti o sorprendenti e preziosi lavori i quali vanno creando il tessuto della nuove letteratura e saggistica, come anche ovvietà, opere di cui si farebbe volentieri a meno. Si va scrivendo oggi quella che sarà la tradizione di domani e la migliore, con buona probabilità, sarà scritta da autori che leggono se stessi ma che leggono con passione ed attenzione ciò che è stato scritto da chi li ha preceduti nei secoli come negli anni più recenti, nuovi autori capaci di partecipare minimamente ad un dibattito culturale e non dediti solo ad un passatempo solipsistico.

Con tutto il lavoro ancora da fare la critica possiamo solo sperare si attrezzi di conseguenza, e non è detto che già non lo faccia, andando nei nuovi luoghi della letteratura e della saggistica e a seguire gli autori nuovi o meno nuovi che quasi mai vivono solo di scrittura. Attrezzarsi di conseguenza, come sta cercando di fare il consorzio SBCR con Castelli di Scrittori e altre iniziative, deciso nel cominciare  a mettere ordine nella vasta produzione che avviene, in questo caso, ai Castelli Romani, e riconoscendola principalmente per territorio, perché la rappresentanza è notevole per quantità e speriamo anche per qualità; perché c’è una logica in questo, così come ha voluto illustrare la dott.ssa Benigni della Università di Tor Vergata, rispetto alla materia della geo-letteratura. Anche per futuri approfondimenti e sistemizzazioni. (immagini S. Grizi: nella foto un momento del concerto del Tyrtarion a Villa Falconieri) (Serena Grizi)

Leggi anche: Pomeriggio a Villa Falconieri: un parco letterario, Corrado Alvaro, musica del Tyrtarion…
 

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