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Se questi sono uomini, se queste sono donne

Luglio 03
23:00 2008

Spesso guardando mia moglie, mia madre, le donne in generale, ho provato disagio, ma bando alle timidezze, vergogna, angoscia, forse disperazione. Mi chiedo perché l’altra parte del cielo, quello che di più caro e prezioso ha il genere umano, chi genera la vita su questo pianeta, debba al fine essere considerato “cosa”, materia volgare, usa e getta. E la considerazione infima che gli uomini danno alle donne poi si materializza nel sopruso nella violenza nella negazione dell’umanità nella bestiale inumanità dello stupro. Ho sempre pensato che lo stupro debba essere “curato” come una malattia grave che preveda il ricovero e la cura sino a guarigione avvenuta e, se non avviene con certezza, la cura deve durare tutto il tempo che ci vuole, anche una vita intera, in strutture apposite dedicate alla guarigione dal morbo della violenza e della sopraffazione. Forse è simile all’ergastolo o alla pena di morte, ma l’umanità si deve liberare di questo male che avvelena tutto, anche le donne, come possiamo pretendere che le donne siano libere e partecipino alla vita pubblica, a quella politica, se sanno che in un attimo possono essere cancellate da chiunque, che sia un balordo o uno scienziato, o un politico in cerca di sollazzo, finora il livello non ha fatto differenza.
Ci diamo grandi spolverate di femminismo pretendendo che nel nostro partito ci siano metà uomini e metà donne, come pensiamo che le donne facciano il grande passo se poi noi lasciamo correre che ci sia la possibilità, anche solo remota, che lo stupro rimanga incurato? Oggi le donne del PD chiedono a noi uomini di prendere posizione, di scegliere, di fare noi, giustamente, il grande passo. Io mi auguro che siamo all’altezza, da Veltroni sino all’ultimo militante. Lo stupro è già insopportabile di suo se non ché ci aggiungiamo che l’uomo voluto dal popolo al governo del Paese pur di giustificare la sua sete narcisistica di dominio passa pure sullo stupro, pur di prevalere, pur di dominare, altro che tirannide leggera! Siamo di fronte ad un indegno paradosso. Alcuni dei reati che hanno ispirato il decreto sulla sicurezza, cioè lo stupro e la violenza contro le donne e i maltrattamenti in famiglia, sono proprio quelli che vengono accantonati e che rischiano la prescrizione nella nuova versione salva-Berlusconi del provvedimento. Che sicurezza sarebbe quella che assicurerebbe l’impunità agli stupratori? Ci prendono tutti in giro? Cosa farà ora Alemanno? Insulterà la memoria della Reggiani usata senza scrupoli in campagna elettorale? Giustificherà il suo padrone favoreggiatore di stupratori? A quale emergenza sicurezza si riferirà? A quella africana? Che dirà donna Veronica? Scriverà ancora ai giornali? È accettabile che si sconvolga un ordinamento solo per evitare un semplice processo?‏ Critichiamo ancora Di Pietro che dà giustamente del magnaccia al pregiudicato di Arcore?
Io non mi voglio più vergognare di essere uomo, non mi voglio più vergognare del fatto che esistano donne che tollerano lo stupro, non mi voglio più vergognare di questo paese, di questo mondo! Se esistono ancora degli uomini giusti, se esistono ancora delle donne integre, se esistono ancora dei politici degni del nostro voto, chiedo a gran voce, urlo con tutto il fiato, invoco con veemenza che ogni carica dello stato, che ogni componente civile di questa nazione, che ogni componente delle forze armate, delle forze dell’ordine, della magistratura si ribelli a questo misfatto, salviamo le donne per salvare noi stessi, il paese! Se non vedrò la mobilitazione assoluta che questo evento merita dovrò ritenere che per noi non c’è più nulla da fare, che per noi si potrà vivere o morire per un si o per un no, per mezzo pane come diceva Primo Levi.

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